Il Tribunale ha dichiarato inefficace il licenziamento intimato dalla società
Catania Multiservizi nei confronti dei circa 100 lavoratori dei servizi
scolastici su esplicito mandato del presidente Angelo Sicali e della proprietà.
E ha ordinato altresì di procedere all'immediata reintegrazione nei posti di
lavoro, condannando chi di dovere a pagare gli stipendi arretrati.
Il 20
giugno scorso gli avvocati Fabio Gaetano Cavallaro e Giuseppe Filippello, su
mandato dei lavoratori interessati dal provvedimento di licenziamento,
traducevano le istanze sindacali del patto federativo Unicobas e Asal in
impugnativa dei licenziamento. Il giudice del lavoro di Catania ieri ha accolto
la tesi degli avvocati, per i quali i licenziamenti erano illegittimi: in
pratica la società Catania Multiservizi e la proprietà avevano violato le norme
che disciplinano i licenziamenti collettivi.
Unicobas e Asal, durante la
lunga e faticosa vertenza, avevano affermato che «il sindaco Stancanelli e il
presidente Sicali non avevano osservato le procedure di leggi previste per i
licenziamenti collettivi - scrivono il segretario provinciale Asal Biagio
Fragapane e il segretario regionale Unicobas Franco Tomasello -. Ieri il
Tribunale ha sancito "che è pacifico che nella specie (Comune e Multiservizi)
non sia stata osservata la procedura prevista dalla legge 223 del 1991 per
licenziamenti collettivi". Afferma il giudice del lavoro che "la norma va
interpretata nel senso che la disciplina in tema di licenziamenti collettivi non
trova applicazione nei confronti dei lavoratori riassunti dall'azienda
subentrante a parità di condizioni economiche e normative; la norma impone
pertanto di verificare se le condizioni offerte dalla impresa subentrante a
quelle godute in precedenza dai lavoratori addetti all'appalto cessato e, solo
in caso di ipotesi di verifica positiva, esclude l'applicazione della disciplina
in temi di licenziamenti collettivi"».
Continua il giudice "che il nuovo
contratto offerto dalla società subentrante è un contratto part-time che prevede
l'espletamento di attività lavorativa per 9 mesi all'anno". Il giudice, quindi,
riprendono Fragapane e Tomasello, «dichiara inefficace il licenziamento e ne fa
conseguire l'ordine di reintegrazione dei ricorrenti nel posto di lavoro nonché
la condanna della società resistente commisurata alla retribuzione globale dalla
data di licenziamento alla data dell'effettiva riammissione in servizio dei
ricorrenti, gravata di rivalutazioni monetaria, interessi legali nonché al
versamento dei contributi previdenziali e assistenziali». Il giudice ordina alla
società resistente «di procedere all'immediata reintegrazione degli aventi
diritto nei loro posti di lavoro».
Oggi, alle 10,30, l'ordinanza del
Tribunale del lavoro sarà distribuita ai cittadini catanesi nel corso di una
conferenza stampa "di strada" che terranno in piazza Duomo Franco Tomasello e
Biagio Fragapane.
11/08/2011