Scuola in piazza contro la politica del governo

Sotto accusa i tagli annunciati dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini e il ritorno del maestro unico.
Unicobas: sciopero generale il 3 ottobre con manifestazione a Roma. Cobas in agitazione il 17

Roma, 6 set. (Adnkronos/Ign) - Sindacati sul piede di guerra contro i provvedimenti adottati in materia scolastica. Ad annunciare battaglia gli Unicobas della Scuola che hanno indetto per il prossimo 3 ottobre uno sciopero generale con manifestazione a Roma. Il 27 settembre a Roma scenderanno invece i piazza i precari, mentre per i Cobas hanno annunciato per il 17 ottobre uno sciopero nazionale e una manifestazione nella Capitale

Sotto accusa, in primo luogo, i tagli annunciati dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. ''A decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, ed entro tre anni -ricorda il segretario nazionale dell'Unicobas, Stefano d'Errico- saranno cancellati 70.000 cattedre e 40.000 ruoli Ata''.

Ma non solo, secondo il sindacato ''verranno modificati orario di lavoro, durata delle lezioni e struttura dei programmi. Si spingerà per tornare al maestro unico alle elementari e per eliminare il tempo prolungato alle medie. Verranno rivisti gli ordinamenti della secondaria, con l'obiettivo di ridurre drasticamente materie e ore di insegnamento. Forse si ridurranno le ore a 50 minuti. Una vera controriforma della scuola in linea con la legge Moratti. Per fare il tutto, la Gelmini avrà 12 mesi di tempo. Non male per un paese che in Europa è agli ultimi posti: 69% di diplomati tra i giovani contro il 73% della Germania, il 77% della Gran Bretagna, l'80% della Francia, l'81% del Belgio e della Grecia, l'84% dell'Irlanda, l'86% della Finlandia e la meta' dei laureati della media Ue''.

Sotto accusa anche la finanziaria che prevede ''l'innalzamento drastico di un punto percentuale, dall'anno scolastico 2009/2010, del rapporto docente-alunni, con conseguente 'ingrossamento' e diminuzione delle classi'' e il ddl presentato alla Camera da Valentina Aprea, il cui obbiettivo principale, secondo d'Errico, ''è rendere il funzionamento della scuola pubblica del tutto simile a quello della scuola privata. Le scuole verranno trasformate in fondazioni e consegnate ai privati (piccola e media impresa), i quali entreranno nei consigli d'amministrazione (che sostituiranno gli attuali consigli d'istituto) e, versando un obolo, diverranno i veri padroni della scuola''.

Al centro della protesta anche i provvedimenti adottati da Brunetta, dall'esclusione dei lavoratori pubblici dai benefici fiscali sugli straordinari alle norme sulle assenze per malattia solo per i pubblici dipendenti.