Circolare ministeriale n. 196 del 4 agosto 1999 prot. n. 11382

Organico funzionale nelle scuole d'istruzione secondaria di 1° grado
Linee di orientamento operative

Il D.M. n. 71 del 22 marzo 1999 detta i criteri per la definizione dell'organico funzionale della scuola secondaria di 1° e 2° grado e prevede la possibilità di attivare, in via sperimentale, il nuovo modello di determinazione dell'organico delle istituzioni scolastiche.
L'organico funzionale d'istituto è finalizzato ad assicurare un'equa distribuzione delle risorse per porre tutte le scuole in condizione di realizzare un miglioramento della qualità del servizio attraverso il miglior utilizzo possibile delle risorse e delle strutture. La diversificazione del servizio scolastico e l'offerta di nuove opportunità formative sono rese possibili dall'autonomia organizzativa riconosciuta alle scuole che consente una più articolata e flessibile gestione delle risorse di organico.
La presente circolare fornisce le indicazioni operative specifiche per le scuole medie.
Per rispondere alle mutevoli sollecitazioni provenienti dalla società civile e dalla stessa comunità scolastica, la scuola media ha perseguito le finalità istituzionali di formazione e di istruzione utilizzando le risorse ordinamentali e tutte le altre che lo sviluppo evolutivo della normativa ha reso possibile: classi a tempo prolungato, sperimentazioni ex art. 278 D.L.vo n. 297/1994, "progetti" previsti nell'ambito della legge n. 270/1982, nuove "figure professionali" introdotte dalla legge n. 426/1988.
Questo processo ha portato al consolidamento di tre modelli di tempo scolastico per gli alunni: tempo normale, tempo prolungato con un orario d'insegnamento per gli alunni prevalentemente di 36 ore settimanali, tempo normale integrato dalla sperimentazione dell'insegnamento della seconda lingua straniera.
A queste articolazioni del tempo scolastico si è fatto riferimento in questa prima fase di elaborazione del modello di organico funzionale d'istituto, che è stato determinato sommando le ore di tempo-scuola attribuite a ciascuna classe (30 ore per le classi a tempo normale, 33 ore per le classi a tempo normale che attuano la sperimentazione del "bilinguismo" e 38 ore per le classi a tempo prolungato) e dividendo il monte ore in tal modo calcolato per il parametro numerico di 16,5: il quoziente che si ottiene corrisponde al numero delle cattedre attribuite all'organico della scuola.
L'assunzione di tale parametro, inferiore alla tradizionale composizione delle cattedre (18 ore), comportando un aumento del tempo di docenza, consente un'articolazione arricchita e flessibile dell'offerta formativa.
L'operazione descritta tende a definire un organico rapportato essenzialmente al numero delle classi e ad un tempo-scuola flessibilmente articolato per gli alunni.
Le modalità applicative che il citato decreto ministeriale prevede consentono di assicurare gli insegnamenti obbligatori e, al tempo stesso, di costituire solo cattedre interne alla scuola.
Nell'ambito del numero delle cattedre assegnate a ciascuna istituzione scolastica dovranno essere prioritariamente garantiti tutti gli insegnamenti obbligatori della scuola media e quelli autorizzati ex art. 278 D.L.vo n. 297/1994 per la seconda lingua straniera. L'individuazione degli insegnamenti da assicurare con le cattedre residue è demandata al capo d'istituto che dovrà tenere conto dei criteri definiti dal Collegio dei docenti in sede di deliberazione del piano per l'offerta formativa.
In relazione a quanto previsto dall'art. 7, 3° comma del citato decreto ministeriale n. 71/1999, i Provveditori agli Studi, nell'ambito delle operazioni di utilizzazione o di assunzione a tempo determinato dei docenti, provvederanno alla copertura delle eventuali ore non attribuite ai titolari in organico nella scuola e necessarie ad assicurare agli alunni gli insegnamenti ordinamentali previsti per il modello del tempo normale (30 ore settimanali). Tali ore, complessivamente considerate, non potranno superare il 5% del monte ore totale assegnato alla scuola, ivi comprese anche le ore utilizzate per costituire posti con orario superiore alle 18.
Alle risorse così determinate vanno aggiunte quelle previste per il sostegno secondo la normativa vigente che, in coerenza con il nuovo impianto, sono costituite da cattedre intere, previ opportuni arrotondamenti che tengano conto del complesso delle risorse attribuite.
L'organico funzionale d'istituto costituisce un'opportunità organizzativa della quale vanno sviluppate tutte le potenzialità creando condizioni di agibilità e di produttività con il responsabile coinvolgimento delle varie componenti scolastiche ai diversi livelli di competenza (Capo d'istituto, Consiglio d'istituto, Collegio dei docenti).
Agli Organi collegiali compete in particolare il compito di determinare i criteri per un pieno e proficuo utilizzo delle risorse disponibili: la consapevole partecipazione è condizione necessaria per l'individuazione degli adattamenti nell'organizzazione didattica funzionali ad una maggiore efficacia ed efficienza del servizio scolastico.
In un contesto in cui le risorse professionali disponibili sono comunque limitate, la flessibilità dell'impianto organizzativo costituisce un'importante risorsa di cui la scuola deve avvalersi.
Al fine di orientare e sostenere le scuole medie che a decorrere dal prossimo anno scolastico sperimenteranno l'organico funzionale, si forniscono le linee di sviluppo di alcune forme innovative di organizzazione didattica, che si ritiene potrebbero favorire una gestione flessibile delle risorse disponibili in coerenza con quanto previsto dall'art. 4, comma 2 del regolamento concernente l'autonomia didattica, organizzativa e di ricerca, sperimentazione e sviluppo delle istituzioni scolastiche. In questa prima fase di sperimentazione dell'organico funzionale si richiamano prioritariamente le seguenti opportunità:

· articolazione modulare del monte ore annuale di ciascuna disciplina e attività;
· definizione di unità d'insegnamento non coincidenti con l'unità oraria della lezione;
· articolazione diversificata dei gruppi-classe in momenti diversi, con formazione di gruppi omogenei.

L'art. 12, comma 2 dello stesso regolamento prevede inoltre la possibilità di realizzare compensazioni fra le discipline e le attività previste dagli attuali programmi. Il decremento del monte ore di una o più discipline potrà essere effettuato in misura non superiore al 15%, fermo restando l'obbligo di assicurare agli alunni il monte ore annuale complessivo previsto per ciascuna disciplina (comma 9 - art. 21 della legge n. 59/1997).
Le indicazioni sopra riportate possono essere assunte sia parzialmente, sia nel loro insieme: la flessibilità nell'articolazione del curricolo, dell'unità oraria di lezione, e infine, del gruppo classe costituiscono un'ulteriore risorsa in quanto permette una gestione dei tempi di docenza più funzionale ai bisogni degli alunni di una stessa classe o di classi diverse.
Il piano dell'offerta formativa può arricchirsi inoltre di attività che comportano un aumento del tempo-scuola degli alunni: tali iniziative possono essere finanziate con il fondo d'istituto, la cui consistenza può essere opportunamente incrementata in sede di contrattazione a livello provinciale.
La flessibilità nell'uso delle risorse investe prioritariamente il Tempo prolungato, le Sperimentazioni ex art. 278 D.L.vo n. 297/1994, gli Istituti comprensivi.
Il decreto ministeriale istitutivo del tempo prolungato, risalente al 1983 ha previsto un'organizzazione rigida degli insegnamenti, che non corrisponde all'esigenza attuale delle scuole di garantire un'offerta formativa differenziata in relazione ai bisogni degli alunni e al contesto sociale.
Le scuole che sperimenteranno l'organico funzionale, avvalendosi anche delle possibilità offerte dal D.M. n. 251/1998, potranno porre in essere nuove modalità d'impiego delle risorse professionali del tempo prolungato, individuando un modello di "prolungamento del tempo scuola" flessibile, più adattabile alle esigenze specifiche.
Ferma restando per gli alunni iscritti al tempo prolungato l'obbligatorietà del monte ore settimanale previsto dal D.M. del 1983 (almeno 36 ore), è possibile distribuire le risorse d'insegnamento disponibili fra tutti i frequentanti la scuola, prevedendo forme di organizzazione volte a sostituire, attraverso una rigorosa programmazione, all'insegnamento per classi quello per gruppi di alunni provenienti anche da classi diverse.
Tale organizzazione consente un articolato prolungamento del tempo scuola e la realizzazione di interventi didattici - con finalità orientative, di recupero, di potenziamento - commisurati alle caratteristiche specifiche di gruppi omogenei.
All'interno di un prolungamento "articolato" del tempo-scuola sono da ricondurre alcune iniziative sperimentali quali l'insegnamento dell'informatica e del latino e l'insegnamento della seconda lingua straniera.
In particolare, quest'ultima può trovare una collocazione meno rigida di quella individuata agli inizi della sua diffusione e può essere organizzata anche per gruppi interclasse.
Le ore di docenza assegnate alla seconda lingua straniera si collocano tra le risorse dell'organico funzionale e possono quindi essere utilizzate anche per gli alunni non iscritti alle classi sperimentali. In questa ipotesi la sperimentazione dell'organico funzionale comporta necessariamente il superamento dei limiti organizzativi posti dai decreti autorizzativi della sperimentazione della seconda lingua straniera.
Nel quadro delineato, gli istituti comprensivi della scuola materna, elementare e media possono, nell'ambito delle disponibilità di organico assegnate, sperimentare forme di gestione del tempo di docenza e di organizzazione didattica che, proprio nell'ottica della continuità educativa e in attuazione di un progetto educativo unitario, postulano l'impiego di docenti - per una quota dell'orario di lavoro - in classi di grado di scuola diverso da quello di appartenenza.
La flessibilità nell'uso delle risorse e nell'articolazione del curricolo, dell'unità oraria, di lezione, del gruppo classe possono concorrere a consolidare nuovi modelli organizzativo-didattici delle istituzioni scolastiche.
Le linee di orientamento descritte possono essere utilizzate per favorire, anche all'interno delle scuole medie che non sperimenteranno l'organico funzionale, momenti di riflessione e di confronto per coloro che sono utili e necessari per favorire il consolidamento di uno spirito solidaristico e cooperativo tra tutti coloro che a vario titolo sono impegnati a costruire le condizioni per la realizzazione dell'autonomia organizzativa e didattica il cui regolamento è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Per facilitare la circolazione delle informazioni e l'acquisizione di conoscenze sull'esperienza in corso, si allega l'elenco delle scuole medie  coinvolte nella sperimentazione dell'organico funzionale con l'indicazione dei recapiti telefonici e di posta elettronica.
Si pregano le SS.LL. di curare la diffusione della presente circolare a tutte le scuole medie del territorio.
Si ringrazia per l'apprezzata collaborazione.


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