Circolare ministeriale n. 330 del 3 dicembre 1983 prot. n. 19430

Applicazione dei programmi d'insegnamento approvati con D.M. 9/2/79 nella scuola media

La circolare n. 70 del 21 marzo 1979, nel dare notizia della avvenuta pubblicazione dei nuovi orari e programmi di insegnamento nella scuola media statale, così concludeva: «Nell'esercizio della libertà d'insegnamento, e valorizzando e perfezionando le risorse della propria professionalità, tutti i docenti, e personalmente ciascuno di essi, sono chiamati a continuare a dare il proprio contributo, avvalendosi anche di un attento studio e di un'approfondita valutazione dei nuovi programmi, perché la scuola media - nella varietà delle situazioni sociali, culturali ed ambientali in cui operano le singole istituzioni - possa sempre più adeguatamente corrispondere alle attese degli alunni, delle famiglie, dell'intera società ».
Al termine del primo quadriennio di applicazione, si ritiene opportuno rinnovare l'invito ad una riflessione approfondita su tali programmi, sia per gli aspetti metodologici che per quelli contenutistici, affinché, mediante la loro corretta applicazione, la scuola possa sempre meglio corrispondere alle attese della società in cui opera. In tale prospettiva, particolare considerazione va rivolta a quelle discipline che presentano maggiori caratteristiche di innovazione rispetto al precedente piano di studi, quali l'educazione tecnica e l'educazione artistica.
L'educazione tecnica è esplicitamente diretta - come precisato dalla legge 16 giugno 1977, n. 348 - a « valorizzare il lavoro come esercizio di operatività unitamente all'acquisizione di conoscenze tecniche e tecnologiche ».
Occorre constatare, al riguardo, che gli obiettivi didattici e le indicazioni metodologiche che emergono dal relativo programma di insegnamento non sono sempre pienamente realizzati nella pratica scolastica. Si segnalano in particolare i seguenti punti:

a) la necessità di mettere al centro della disciplina esperienze operative: queste dovranno essere scelte rispettando una certa varietà nel corso del triennio, nell'opportuno raccordo con i concetti di base delle aree tecnologiche fondamentali. Inoltre, si può intendere per operatività l'applicazione esclusiva a problemi o situazioni analitiche che richiedano solo l'uso della scrittura, della grafica o di altri strumenti di comunicazione, pure necessari, ma anche a problemi che implichino esperienze concrete e che richiedano l'uso di oggetti, inclusi i materiali ed i componenti di uso più comune, e della strumentazione;
b) la necessità di creare un raccordo fra le esperienze fatte e la conoscenza, anche diretta, dei processi produttivi reali. A questo proposito si raccomanda di fare riferimento costante e prioritario alle concrete realtà produttive del Paese e della provincia ai quali la scuola appartiene.

Per quanto riguarda l'educazione artistica, si richiama, in particolare, l'attenzione su quanto previsto nel programma di insegnamento circa lo studio dell'ambiente e del patrimonio culturale presente nella zona in cui la scuola è ubicata.
Sarà a cura dei docenti incentivare, attraverso l'educazione artistica, le esperienze di carattere fruitivo-critiche dei beni culturali o di alcuni di essi e far recepire i messaggi che provengono dall'approccio diretto con l'opera d'arte, e con l'opera in genere, per rendere l'alunno cosciente degli aspetti e dei problemi dell'ambiente in cui vive e per educarlo al rispetto, alla tutela e alla valorizzazione del territorio.
S'invitano, inoltre, i docenti dei Consigli di classe a tener presenti, nell'intero corso del triennio, le indicazioni espresse per tutte le discipline, ed, in particolare, per l'educazione tecnica e l'educazione artistica, nella parte del D.M. 26-8-1981 riguardante le « modalità del colloquio » in modo da stabilire l'indispensabile coerenza tra l'itinerario didattico percorso ed il suo sbocco finale nell'esame di licenza.


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