Grande è la confusione sotto il cielo,
la situazione…dei precari è indecente.
 
Da qualche anno a questa parte, sulla pelle dei precari della scuola si sta portando avanti un vero e proprio “gioco al massacro”, basato su impegni mai mantenuti, rinvii, poca chiarezza politica e legislativa.

Così anche la circolare del 28 maggio 2001 del MPI, sospendendo le procedure di nomina a tempo indeterminato, da effettuare sul contingente di assunzioni riservate alle graduatorie permanenti, in attesa della decisione da parte del Consiglio di Stato, fissata per il 13 luglio, sulla sentenza del Tar Lazio,  CALPESTA le esigenze e l’aspirazione ad un lavoro sicuro di decine di migliaia d'insegnanti non garantiti e AGGIUNGE ulteriore caos organizzativo alla scuola pubblica italiana, già tanto provata in questi anni dall’insieme dei provvedimenti relativi alla parità scolastica, all’autonomia, al riordino dei cicli.

Siamo di fronte ad un altro provvedimento che rientra in quel processo di razionalizzazione aziendalista della scuola pubblica che oltre a precarizzare la condizione degli ex docenti di ruolo (denominati ora incaricati a tempo indeterminato), tende a utilizzare i lavoratori precari quale dato strutturale della propria organizzazione perché, come è stato affermato più volte,“costano meno e consentono in futuro di ridurre gli organici”, prefigurando, in un certo qual modo, i rapporti di lavoro a venire.

 

Il PUMA (Mov. Autogestito Precari Unicobas) RIFIUTANDO tale processo che passa anche attraverso:

La legge sulla Parità Scolastica, che deviando il denaro pubblico verso le scuole private toglie investimenti a quella statale necessari al miglioramento delle strutture e all’assunzione di nuovo personale

La legge sull’autonomia scolastica che sarebbe più giusto chiamare l”autogestione della miseria”

( quest’anno 70% in meno dei fondi assegnati per istituto) ;

La Riforma dei cicli scolastici che si vorrebbe autofinanziare con il taglio di 80.000 cattedre, con chiare ripercussioni negative sui precari.

Un contratto nel quale Ministro e sindacati non hanno dato alcun seguito alle richieste di perequazione normativa, disciplinare e salariale fra il personale di ruolo e non.

La regionalizzazione dell’istruzione e la diffusione della pratica del “buono scuola”, obiettivi non segreti del prossimo governo di centro-destra.

CHIEDE:

- l’assunzione stabile dei precari su tutti i posti vacanti e comunque  la regolarizzazione e il superamento della condizione precaria attraverso procedure di reclutamento basate sul riconoscimento della professionalità docente, considerando sia il servizio nelle scuole statali che i concorsi pregressi superati

- il blocco della riconversione "selvaggia" dei docenti di ruolo soprannumerari

-  il blocco del “riordino dei cicli” che porterebbe all’esubero di 80.000 insegnanti

- l’abilitazione per il titolo biennale di specializzazione (d.P.R.970 del 1975 e successive modificazioni) e istituzione per ogni ordine di scuola di specifica classe di concorso per il sostegno

- la totale perequazione normativa, disciplinare e salariale fra il personale di ruolo e quello precario, il riconoscimento degli scatti d’anzianità; il computo pieno del servizio preruolo per la ricostruzione della carriera

- la riduzione del numero degli alunni per classe

- l'innalzamento dell'obbligo scolastico sino a 18 anni

- la soppressione del DM 334/9 e del conseguente accorpamento delle classi di concorso

-  un significativo aumento del finanziamento per l'istruzione pubblica e il blocco dei finanziamenti alle scuole private

 

 

PUMA (Mov. Autogestito Precari Unicobas)