L’Aquila, 10 ottobre 2005.

Manifestazione studentesca

cultura LIBERA lavoro LIBERO

Più di un centinaio di persone hanno partecipato alla manifestazione organizzata dai Comitati di Base Studenti Libertari e Collettivo Studentesco Indipendente. Studenti medi ed universitari, ricercatori, insegnanti, lavoratori precari e disoccupati hanno sfilato in corteo, attraversando il centro storico, per arrivare di fronte al palazzo della Regione.

Partecipano: Laboratorio Politico AQ, UniCOBAS Scuola Abruzzo, Collettivo Autonomo Studentesco, compagni della redazione del foglio TIESTI (Avezzano).

Invia adesione: COBAS Scuola.

Con questa manifestazione si è voluto ribadire il forte dissenso contro quel filo conduttore che lega strettamente Legge 30, Riforma Moratti e Legge 53. Un insieme di manovre di natura “privatistica” che vogliono una società di lavoratori precari privati dei diritti fondamentali; un nuovo sistema scolastico e universitario che automaticamente dividerebbe la società in “chi produce” e “chi dirige”; una ricerca del sapere, una cultura omologata ed una didattica sempre meno libera, direttamente consegnate alle esigenze e ai tempi delle aziende e delle imprese e che inevitabilmente andrebbero a creare nuove generazioni di precari.

 Nel mese di giugno, nel più totale silenzio, la neogiunta regionale di centrosinistra, invece di schierarsi in difesa del lavoro e della formazione, approva all’unanimità la delibera che propone la regione Abruzzo come “pilota” di alcuni aspetti di Riforma Moratti e Legge 53, tra cui: gestione e finanziamenti “provincializzati” della formazione tecnica e professionale; alternanza scuola lavoro; parificazione di alcune agenzie formative che, ricevendo legittimità e fondi dalle province, andrebbero di fatto a configurarsi come nuove scuole private e a monopolizzare la formazione tecnica e professionale.

Qualcuno ha recentemente dichiarato che la disoccupazione in Abruzzo è al disotto del 7%: cifra addirittura “invidiabile” a livello europeo! purtroppo ottenuta grazie alla diffusione di contratti CO.CO.CO e simili, grazie a lavori precari e a stipendi da fame. Contemporaneamente si assiste alla chiusura a catena di tutti i poli industriali della provincia: Sulmona, L’Aquila e Avezzano.

La manifestazione di lunedì 10 ottobre dunque, attraverso una delegazione, è entrata direttamente nel palazzo regionale per chiedere il ritiro immediato della suddetta delibera, le dimissioni degli assessori che l’hanno approvata, l’opposizione concreta e di tutti a Legge 30, Riforma Moratti, Legge 53.

No alla soggezione della formazione alle esigenze delle imprese.

No alle scuole e alle università dei preti e degli imprenditori.

No all’autoritarismo degli insegnanti (studenti di ieri).

No al feudalesimo dei docenti universitari (ricercatori di ieri).

No al numero chiuso e alla logica della selezione.

Per una scuola ed una università libere, realmente di massa e democratiche, luoghi di riferimento e di aggregazione per tutta la cittadinanza, sedi di un vivace confronto culturale.

Per un sapere critico e non mercificato.

Per una cultura capace di contrastare i processi di omologazione in atto nella nostra società e di soddisfare i bisogni negati da un vivere sociale in cui l’unica relazione possibile con l’altro è determinata dallo scambio di valori commercializzati.

Gli studenti devono essere i protagonisti della creazione, dell’autogestione e della trasmissione dei saperi. Gli studenti devono essere i liberi costruttori del proprio futuro e non un numero, una cifra su cui i mercanti e i politicanti locali possono speculare.