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COMUNICATO STAMPA 11.06.2002

UN CONTRATTO CON VALUTAZIONI A PUNTI E SENZA ANZIANITA' (ATTO DI INDIRIZZO SUL CONTRATTO).

RIPRESENTAZIONE DELLA CONTRORIFORMA BERTAGNA (LO SVELA L'INTESA RELATIVA AL TRENTINO).

QUESTA LA POLITICA DEL CENTRO DESTRA SULLA SCUOLA.

Un contratto incentrato sul ricatto. O una settimana di euro per tutti (neanche il recupero dell'erosione inflattiva) oppure l'eliminazione degli automatismi d'anzianità e qualche soldo in più solo ad una esigua minoranza di "docenti senior" selezionati facendoli tornare all'università (un nuovo concorsone a punti), incaricati a loro volta di "valutare" gli altri (insieme ai presidi). Questo il senso del documento di indirizzo che il Ministro sta per fornire all'ARAN per il rinnovo del contratto (scaduto a dicembre).

Il tutto "corroborato" dalla riproposizione della controriforma Moratti nella sua forma peggiore: il primo testo di Bertagna, apparentemente accantonato dopo il naufragio degli stati generali. Come giustamente fa notare "Tuttoscuola", la proposta Bertagna, uscita dalla finestra, rientra dalla porta. Lo evidenzia il protocollo d'intesa relativo alla provincia autonoma di Trento. E' in tale intesa, battistrada per l'assetto nazionale, che si ripropone un orario ridotto a 24/26 ore settimanali obbligatorie di lezione, che i genitori degli alunni possono a discrezione integrare con attività aggiuntive. E qui la cosa diviene addirittura più grave di quanto previsto dal primo documento Bertagna: in luogo di 300 ore annue, l'orario aggiuntivo scende a 150/200 ore nei licei e nei professionali; 300 restano le ore per elementari e medie. Con un monte ore così risibile, è del tutto evidente che si torna alla marginalizzazione di materie fondamentali, quali la matematica nel classico o il latino nello scientifico. Del tutto opzionale (ed a pagamento?) l'educazione motoria. Eliminati di fatto tempo pieno e prolungato (la qual cosa va a tutto vantaggio delle scuole private). Altra vergogna, il doppio percorso formativo, con il ritorno al mero addestramento. Questo in ordine agli istituti professionali ridotti a scuola di serie b (4 anni) e senza un diploma "vero", riconosciuto solo a livello regionale. Ed incombe una riforma degli organi collegiali della scuola tutta tarata su di una logica aziendale che nulla ha a che vedere con una comunità educante.

Fra pochi giorni vedremo esami farsa di "maturità": un solo membro esterno (il presidente) rappresenta una riduzione del valore del titolo di studio ed un bel regalo alle scuole paritarie (un tempo parificate o pareggiate).

La Moratti, tagliando classi ed insegnamenti, taglia le opportunità di lavoro per i precari, trasformando i docenti di ruolo in tappabuchi per le supplenze, destina al rinnovo contrattuale risibili "aumenti" a fronte di un milione di divario con il resto d'Europa. Né l'accordo truffa siglato dai Confederali a febbraio per il pubblico impiego, può venire accettato. Si tratta dell'elemosina di 120.000 lire nette, delle quali solo 50.000 pensionabili, che arriveranno presumibilmente a fine 2003. Da subito, anche per protestare contro le mance destinate ai commissari della maturità, l'Unicobas indica forme di protesta: un fazzoletto rosso nel taschino, come segnale di allarme per lo stato della scuola pubblica. Da settembre la partita si farà durissima.

Stefano d'Errico (Segretario Nazionale dell'Unicobas scuola)