Successo degli scioperi della prima ora di lezione
CGIL, CISL e UIL, da sole, hanno sottoscritto un contratto che di europeo
ha ben poco :
£. 120.000 nette medie, "recupero" inflattivo compreso, contro
una differenza retributiva di almeno £. 1.500.000. Un'autentica bidonata.
Anche la parte normativa è stata abbondantemente rivisitata senza
consultazione dei lavoratori: hanno colpito alle spalle la notte del 15
febbraio.
PARTE SALARIALE
Dal 1/7/2000 percepiremo in media 36.000 lire lorde (per la media si è preso come riferimento il docente di scuola elementare posto nel gradone da 15 a 20 anni), a cui si aggiungeranno dal 1/1/2001 altre 61.000 lire lorde: in totale 97.000 lire lorde, cioè circa 55.000 lire nette: questo è l’unico aumento che compare nel tabellare. Il resto è tutto salario accessorio non pensionabile, non percepibile durante la malattia e che non contribuisce alla tredicesima mensilità ed all’indennità di buonuscita, insomma una mancia che sta in busta paga solo per essere tassata. Per i docenti £. 120.000 LORDE da 0 a 14 anni, 173.000 LORDE da 15 a 27 anni e 205.000 LORDE oltre i 28 anni. Per il personale ATA neanche questo (gli unici soldi stanziati, oltre il misero aumento tabellare, servono per finanziare le funzioni aggiuntive). Per i docenti inoltre vengono riversati 300 miliardi (derivanti dai 1260 miliardi del defunto concorsone) nel fondo d’Istituto per “riconoscere l’impegno professionale, realizzabile come disponibilità ad un ulteriore impegno didattico rispetto a quello normalmente dovuto”: una logica cottimista legata ad ore ed attività aggiuntive o altre attività deliberate nell’ambito del P.O.F.. Altri 116 miliardi, reperiti tra le risorse non spese sinora dalle scuole, serviranno per retribuire solo la voce “flessibilità organizzativa e didattica”.Da notare poi che circa i due terzi di aumento tabellare saranno corrisposti solo a partire dal 1/1/2001, in un contratto valido anche per il 2000. Quindi si perde sostanzialmente un anno su due (il 50% di "aumento").
PARTE NORMATIVA
Risulta evidente che la strada intrapresa è quella di far crescere
il salario accessorio rispetto ad uno stipendio tabellare ridotto all’osso,
che non recupera neanche il tasso ufficiale dell'inflazione, al 3% (coperto
solo a metà, un anno su due).
Nell’art.13 (da noi impugnato in sede legale) viene tolto il diritto
di indire assemblee sindacali al singolo componente RSU: vorrebbero imporre
un'indizione a “maggioranza” ed impedire assemblee di più scuole.
Così, con una buona dose di stalinismo, si toglie il diritto di
parola alle minoranze, unica eccezione nel mondo del lavoro (nelle industrie
e nel pubblico impiego i rappresentanti RSU esercitano da anni il diritto
di indizione singola).
Viene ampliato il mansionario dei collaboratori scolastici per far
fronte alle esigenze derivate dal passaggio di parte di esso dagli enti
locali allo stato per cui si impone l’obbligo di “garantire" le attività
più varie (gratis et amore Dei).
I dati dello sciopero iniziato ieri sono molto incoraggianti: il 28 % del personale scolastico ha scioperato. Una prima risposta al contratto-bidone è stata data. Così come sempre più forte è l'opposizione al "disordino dei cicli", con tutto il suo corollario di ridicolaggini e vergogne. Il salto della quaglia non è altro che l'ultima trovata di un ministero agonizzante che cerca con la demagogia di promozioni garantite (e divieti di bocciatura), con promozioni plurime (addirittura di 2 anni in un colpo solo), cerca di ottenere concenso sociale mentre smantella di fatto la scuola italiana.