Unicobas scuola
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- COMUNICATO STAMPA 13.10.2000 -

SI ANNUNCIA LA SVENDITA DI CGIL, CISL, UIL E SNALS:

L’UNICOBAS CONFERMA SCIOPERO E MANIFESTAZIONI PER LUNEDI’ 16 OTTOBRE (la più importante a Roma, p.zza Esedra, h. 9.00)

L’incontro annunciato per il 18 fra Governo e Confederali, viste le cifre dichiarate, non può che preludere ad un accordo al ribasso ove lo SNALS non farà neanche da comparsa.

Il gioco delle cifre della legge Finanziaria è ridicolo. Che siano 700 o 1.000 i miliardi “contesi”, questi non sono altro che ciò che avrebbero già dovuto aver corrisposto da Aprile al personale della scuola come indennità di vacanza contrattuale, vista la scadenza del CCNL, chiuso con il Dicembre 1999. Un’indennità neanche sufficente a coprire l’erosione inflattiva del potere d’acquisto del “salario da fame” (cfr. De Mauro) dei docenti italiani.

Nulla a che vedere con un salario europeo: se 400 corrispondevano a 30.000 di “aumento”, 1.000 miliardi equivarrebbero a 75.000 lire pro-capite. Quando il Governo parla di 150.000 nette, mente: vengono infatti inseriti nel computo anche i 1.260 miliardi stanziati per effetto della Finanziaria dello scorso anno per una ridicola operazione “premiale a quiz”, che De Mauro ed i sindacati firmatari del contratto del “concorsone” intendono ancora portare avanti, destinandola, coerentemente con il contestatissimo art. 29 del CCNL, solo al 20% del corpo docente. Non si tratta quindi di “aumenti” per tutti, come invece vorrebbe l’Unicobas, tramite l’istituzione di una base per l’indennità di funzione docente.

Dove sarebbe quindi la “svolta” del salario europeo, visto che il differenziale è di almeno un milione e mezzo netto? Dove sono finite le richieste precedenti allo sciopero del 9 Ottobre? CGIL, CISL, UIL e SNALS, stanno per svendere la vertenza per un piatto di lenticchie! Per una vera inversione di rotta, dopo tanti contratti al ribasso, occorre, dal primo Gennaio, almeno un terzo del differenziale relativo alla media retributiva della UE: 500.000 lire nette. Le lotte non si fermeranno, se non con il soddisfacimento di questa richiesta, unitamente ad un solido piano triennale di investimenti complessivi, per raggiungere e stabilizzare uno stipendio degno dei professionisti dell’educazione, nonché per rivedere e rifinanziare il “Disordino” dei Cicli, altrimenti destinato a tagliare 80.000 cattedre.

Lunedì 16 Ottobre incrocerà le braccia almeno il 50% dei docenti e fra questi almeno un quarto di quanti hanno scioperato lunedì scorso. La categoria ha capito che la posta in gioco è alta e che la serrata delle organizzazioni che hanno portato alla lotta nel Febbraio scorso il 35% dei docenti è il miglior antidoto contro il tentativo di una svendita imminente.

Stefano d’Errico (Segretario nazionale dell'Unicobas scuola)