- COMUNICATO STAMPA 13.6.2000-

RIDUZIONE  D'AUTORITA'  DEL BLOCCO DEGLI SCRUTINI.

LA LIMITAZIONE IMPOSTA DALLA COMMISSIONE DI GARANZIA PRODUCE UN EFFETTO BOOMERANG: 70% di ADESIONE ALLO SCIOPERO.

QUESTA MATTINA MIGLIAIA IN PIAZZA CON L'UNICOBAS A ROMA NELLA MANIFESTAZIONE INIZIATA ALLE h. 10.00 DAVANTI AL MINISTERO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE.

Se con il diktat taglia-blocco i novelli Beria della Commissione di Garanzia sul diritto di sciopero intendevano fare un regalo al Governo, hanno sbagliato completamente strada. Dimostrano i primi dati in nostro possesso che il blocco ha avuto (ed avrà anche nel pomeriggio di oggi) un'adesione altissima: è stato annullato il 70% dei Consigli di Classe delle 1.300 scuole monitorate in tutto il Paese dall'Unicobas. Queste vergogne ottengono quindi l'effetto contrario. Il mondo della scuola non si è fatto piegare dai ladri di democrazia!

Significativa anche la partecipazione di massa alla manifestazione improvvisata in pochissimi giorni, che ha registrato la presenza di almeno duemila docenti.

Il Governo, ad Ottobre, ha consegnato ai soli sindacati di stato, CGIL, CISL, UIL e SNALS, il diritto di convocare assemblee sindacali in orario di servizio. Sperava così, non facendoci incontrare la categoria nelle scuole, di averci eliminato. Ma amaro è stato il risveglio a Febbraio, quando venne ritirato in extremis il 'concorsone'. Era troppo tardi: un fiume umano ha sommerso la capitale e Berlinguer ha perso il posto. A Giugno, infine, De Mauro sollecita un intervento liberticida della Commissione di Garanzia: il blocco degli scrutini finali, già contrattualmente ridotto ad un massimo di 5 giorni, viene limitato a due e la trattenuta da oraria diventa giornaliera. Questa nuova manovra di staliniana memoria non ottiene però il risultato sperato: nella stragrande maggioranza delle scuole gli scrutini si bloccano ugualmente. In migliala di casi i docenti hanno perso la giornata pur avendo lavorato sugli scrutini delle ultime classi, escluse dallo sciopero. L'hanno persa perché poi hanno ugualmente e consapevolmente scioperato sullo scrutinio delle classi intermedie. Vedremo cosa dirà la magistratura del lavoro di un'ingiustizia cosi palese!

Adesso aspettiamo di sapere cosa riusciranno ad inventare ancora per cercare di mettere fuori gioco il sindacalismo di base o di negarne l'esistenza.

Sicuramente De Mauro ha chiuso da solo ogni spiraglio di trattativa con noi e non riuscirà a risolvere la situazione di stallo tramite gli incontri con CGIL, CISL, UIL o con il sindacato-coccodrillo SNALS. Questi, firmatario un anno fa del contratto-concorsaccio, ieri ha visto scemare definitivamente il suo seguito in categoria. La "azione virtuale" dello SNALS risulta infatti clamorosamente fallimentare: le dichiarazioni di sciopero questa volta sono state tutte a nostro favore. E' il Ministro a disporre dei 1.260 miliardi stanziati per  "prove'' decadute e non più proponibili: se vuole sbloccare la situazione non ha altra possibilità che istituire una prima indennità di funzione docente, senza la quale gli insegnanti sono confinati sull'ultimo scalino retributivo d'Europa. Grava inoltre su circa 80.000 cattedre l'incognita del "Disordino dei Cicli". Che fine faranno gli insegnanti di scuola elementare e media? Cosa resta della scuola superiore? Chi deve fornire queste risposte se non il Ministro? L'Unicobas intende anche ottenere il blocco del piano di "dimensionamento" che eliminerebbe 4.000 istituti su 13.000. Un'operazione dannata ed inutile, visto che con la riforma dovrà venire completamente riformulata. Per questo era già indetta la manifestazione sotto il Ministero PI, iniziativa che oggi si è arricchita di ulteriori motivazioni.

De Mauro, se non vuole seguire le indicazioni della scuola, sia coerente e si dimetta. Le mummie confederali a colloquio oggi col Governo sui fondi per l'istruzione, ne tengano conto. Non millantino crediti ormai inesigibili da una categoria che non crede più in loro.

Stefano d'Errico (Segretario Nazionale dell'Unicobas scuola)