Unicobas scuola
Ufficio Stampa della Segreteria Nazionale
V. Conegliano, 13 00182 Roma
Tel., segr., fax: 06 7027683 7026630
________________________________________________________________________________

- COMUNICATO STAMPA 14.10.2000 -
 

IL “SUPER-DOCENTE” PER LEGGE

ONDE TRARRE D’IMPACCIO CONFEDERALI E SNALS.

LA SCUOLA SCONFIGGERA’ LA MANOVRA, CON LO SCIOPERO E LE MANIFESTAZIONI DI LUNEDI’ 16 OTTOBRE (Roma, p.zza Esedra, h. 9.00)
 

Governo, Confederali e SNALS vogliono comunque imporre un’utilizzazione discrezionale dei 1.260 miliardi accantonati per il defunto “concorsone”. Vogliono ancora che quei soldi vengano dati solo ad un 20% di clienti, ma i sindacati, scottati dalla protesta di Febbraio, fanno come Ponzio Pilato, delegando all’Esecutivo la definizione del metodo di differenziazione. Così la differenziazione verrebbe sottratta al momento contrattuale e Confederali e SNALS potrebbero continuare il gioco delle parti, lavandosene le mani ed all’occorrenza accusando altri, come hanno fatto con Berlinguer, dopo aver concordato con lui la vergogna del concorsaccio. Il docile strumento per l’operazione è la Commissione sul “Disordino” dei Cicli, di stretta osservanza sindacale, che ha inventato la “figura che si sistema”: il super-docente. Un soggetto deputato a trovare il modo per sottrarsi all’unica cosa che valorizza la scuola, cioè l’insegnamento, per fare altro e controllare come insegnano gli altri... E la chiamano “qualità”!

L’incontro del 18 fra Governo e Confederali, prelude comunque ad un accordo al ribasso.

Il gioco sulle cifre della legge Finanziaria è ridicolo. Che siano 700 o 1.000 i miliardi “contesi”, questi non sono altro che ciò che avrebbero già dovuto aver corrisposto da Aprile al personale della scuola come indennità di vacanza contrattuale, vista la scadenza del CCNL, chiuso con il Dicembre 1999. Un’indennità neanche sufficente a coprire l’erosione inflattiva del potere d’acquisto del “salario da fame” (cfr. De Mauro) dei docenti italiani.

Nulla a che vedere con un salario europeo: se 400 corrispondevano a 30.000 di “aumento”, 1.000 miliardi equivarrebbero a 75.000 lire pro-capite. Quando il Governo parla di 150.000 nette, mente: vengono infatti inseriti nel computo anche i 1.260 miliardi stanziati per effetto della Finanziaria dello scorso anno per una ridicola operazione “premiale a quiz”, che De Mauro ed i sindacati firmatari del contratto del “concorsone” intendono ancora portare avanti, destinandola, coerentemente con il contestatissimo art. 29 del CCNL, solo al 20% del corpo docente. Non si tratta quindi di “aumenti” per tutti, come invece vorrebbe l’Unicobas, tramite l’istituzione di un’indennità base per la funzione docente.

Dove sarebbe quindi la “svolta” del salario europeo, visto che il differenziale con gli altri Paesi è di almeno un milione e mezzo netto? Dove sono finite le richieste precedenti allo sciopero del 9 Ottobre? Altro che gran rifiuto: CGIL, CISL, UIL e SNALS, dopo aver rigettato la “pizza”, stanno svendendo la vertenza per un piatto di lenticchie! Dopo tanti contratti al ribasso, occorre, dal primo Gennaio, almeno un terzo del differenziale relativo alla media retributiva della UE: 500.000 lire nette. Le lotte non si fermeranno, se non con il soddisfacimento di questa richiesta, unitamente ad un solido piano triennale di investimenti complessivi, per raggiungere e stabilizzare uno stipendio degno dei professionisti dell’educazione, nonché per rivedere e rifinanziare il “Disordino” dei Cicli, altrimenti destinato a tagliare 80.000 cattedre.

Stefano d’Errico (Segretario nazionale dell'Unicobas scuola)