Unicobas l'AltrascuolA
Ufficio Stampa della Segreteria Nazionale
COMUNICATO STAMPA 14.12.2005
CARO CIAMPI, HAI RAGIONE, MA PER LA CULTURA OCCORRONO ANCHE INVESTIMENTI
E MENO IMPROVVISAZIONE
Il Presidente Ciampi ha ragione, senza cultura non solo non c'è
memoria, infatti spariscono anche l'identità individuale e della
nazione.
Ma il nostro Paese è quello che, tradizionalmente, spende
meno in Europa, in rapporto al proprio PIL, per Scuola, Università
e Ricerca. E questo da decenni.
I nuovi tragici tassi di analfabetismo, non più solo di ritorno
ma strutturali; la fuga dei cervelli e lo stato indecente delle Università,
sono lì a dimostrarlo.
In più, il mondo politico ha il vezzo di colpire ciò
che funziona: così, prima Berlinguer e poi la Moratti, hanno tentato
di distruggere la scuola Elementare, prima nel mondo secondo l'OCSE sino
al 1990 e già fatta scendere al (comunque ancora onorevole) attuale
quinto posto.
Ma i docenti italiani hanno un differenziale retributivo che li
separa di 500 euro netti al mese dai portoghesi, ed i lusitani sono, insieme
ai greci, quelli che in Europa pagano meno.
Per carità di Patria, non parleremo di quanto ci separa dagli
altri, perché si va dai 1000 euro in meno rispetto agli spagnol,
sino ai 2000 / 3000 / 4000 euro netti mensili che ci dividono da tedeschi,
francesi e svizzeri.
L'approssimazione delle "riforme" che si sono succedute, nonché
le controriforme striscianti come la direttiva Brocca, hanno distrutto
il sistema, visto che, sempre secondo la medesima fonte, prima "sfornavamo"
i migliori diplomati d'Europa.
L'eliminazione degli esami di riparazione, voluta da D'Onofrio e
l'introduzione al loro posto di corsi di "recupero" di 10 ore annue, ha
fatto il paio con i "cinque" rossi di Berlinguer, recuperabili sulle materie
classiche con crediti aggiunti dalle palestre private.
Il 90% delle scuole italiane non è a norma neppure rispetto
ad igiene e sicurezza, eppure la legge relativa (da noi la "626") è
in tutta Europa cogente dal 1994: in Italia invece è stata corretta
da continue proroghe, quasi solo per la scuola.
In tal modo, di finanziaria in finanziaria, non vengono stanziati
neppure i soldi per mettere in sicurezza le scuole secondo sistemi antisismici
(nonostante le ricorrenti tragedie).
Da noi, gli insegnanti devono comprarsi persino i gessi e le famiglie
fornire la carta igienica per i gabinetti. Il tutto nel silenzio generale.
L'unica cosa di cui si fa sport nazionale è la denigrazione
dei docenti, trattati da impiegati ed ancor peggio retribuiti, ma ai quali
si chiede di sostituirsi in tutto allo stato latitante, di sostituirsi
alle famiglie, di trasformarsi in psicologhi e quant'altro.
Ma per i sindacati "maggiormente rappresentativi assai", ai quali
è stato regalato il monopolio persino delle assemblee sindacali,
dei distacchi e dei permessi, dei rimborsi statali per i centri di assistenza,
negando agli altri ogni livello di agibilità, tutto questo non conta,
esattamente come per il mondo politico del quale sono espressione.
Mentre la Confindustria esprime il solo interesse a poter gestire
in proprio gli istituti tecnici e professionali, tramite la cosiddetta
"autonomia" e la "devolution", al solo fine di formare apprendisti, forza
lavoro priva di sapere critico.
Si, caro Presidente, questa è la triste situazione. In realtà,
servirebbe una nuova stagione per e della cultura, per rilanciare il Paese.
Ma noi non possiamo parlare, perché il tuo predecessore Scalfaro
ha ratificato una legge vergognosa per uno stato di diritto, che ha introdotto
elezioni sindacali truccate e senza possibilità di propaganda per
chi denuncia da anni queste cose. Cose che contano davvero più dei
"giusti proclami".
Stefano d'Errico
(Segretario nazionale di Unicobas l'AltrascuolA)