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COMUNICATO STAMPA 14.3.2005

CONFEDERALI E COBAS NON SI STANNO IMPEGNANDO PER LO SCIOPERO GENERALE DELLA SCUOLA. IL 18 LA SCUOLA MANIFESTERA' SEPARATAMENTE CON L'UNICOBAS SOTTO IL MINISTERO A ROMA

CGIL, CISL e UIL SCUOLA hanno semplicemente aderito allo sciopero ed alle manifestazioni del pubblico impiego, proclamati dalle Confederazioni intercategoriali di appartenenza per Venerdì 18 Marzo. In realtà il sistema dell'adesione rivela un atto solo strumentale venuto a seguito della nostra proclamazione di sciopero che per la scuola li ha anticipati.

Della scuola se ne stavano dimenticando nonostante il nostro contratto sia scaduto da 14 mesi esattamente come quello di ministeriali e dipendenti degli enti locali.

La cosa è paradossale, atteso che per la scuola vi sono molti accidenti in più rispetto a ministeri ed enti locali: in primis il pesantissimo taglio di almeno 140.000 cattedre lucidamente previsto dalla controriforma Moratti, volta a svilire anche i contenuti dell'istruzione pubblica tramite una pesantissima riduzione delle ore di lezione in ogni ordine di scuola, il ritorno all'insegnante prevalente-tutor ed all'avviamento professionale, l'abbattimento della collegialità, la consegna di masse di studenti agli appetiti dell'impresa tramite la cosiddetta "alternanza scuola lavoro" ed il passaggio nei ruoli degli enti locali di insegnanti e ATA degli istituti professionali. Motivi che avrebbero dovuto spingere per un'azione di lotta specifica con una grande manifestazione di tutta la società civile, perché la scuola è un patrimonio comune.

L'Unicobas aveva invitato i Confederali a ripensarci unificando gli sforzi e concentrando sulla questione l'attenzione del Paese in una data comune e speciale per la scuola, onde evitare il possibile soffocamento della battaglia di civiltà per salvare l'istruzione pubblica nel mare magno delle legittime ma differenti, specifiche e solo sindacali rivendicazioni delle altre categorie.

Non solo ciò non è successo, ma la Commissione di Garanzia sul diritto di sciopero ha proditoriamente negato all'Unicobas una giornata specifica di lotta sulla scuola. Abbiamo allora proposto, anche per evitare scomposizioni della categoria, pur nella stessa data del 18 Marzo, una manifestazione specifica contro la riforma Moratti. Ma neanche questo è stato possibile. Anche i Cobas sono corsi in soccorso dei Confederali, allineandosi a mere presenze di piazza a margine dei soliti comizi inconcludenti su di un contratto lasciato languire. Si annunciano "aumenti" inferiori del 90% rispetto a quanto perso in potere d'acquisto a causa del pesantissimo aumento del costo della vita, aggravato in Italia in modo determinante dalle operazioni speculative senza controllo determinatesi a seguito dell'introduzione dell'euro.

A questo punto, abbiamo puntato su di una manifestazione specifica della scuola che partirà del Ministero dell'Istruzione in Viale Trastevere a Roma alle ore 10.30 del 18 Marzo chiamando in piazza anche gli studenti e le associazioni dei genitori, alleati naturali in una battaglia che non è più solo "sindacale". Occorre cassare la controriforma Moratti e finalmente innalzare l'obbligo sino a 18 anni, un legame più stretto fra ordini e gradi di scuola, l'ingresso nell'obbligo dell'ultimo anno di scuola dell'infanzia.

L'Unicobas non tralascia certo il resto dell'annosa vertenza scuola, rivendicando un contratto specifico e unitario per scuola e università con retribuzioni di livello europeo e fuori dai dettami della privatizzazione del rapporto di lavoro previsti dal DL 29/93. Segue la gratuità dell'accesso ai musei come in tutto il continente e la richiesta di bonus per l'acquisto di libri e materiale didattico, perché la scuola è chiamata a promuovere cultura e non può essere ridotta ad un ufficio di baby sitting.

Visto quello che è successo nelle scuole, nel frattempo, abbiamo potuto constatare con tristezza di essere gli unici ad effettuare una campagna di assemblee a tappeto per promuovere lo sciopero: Confederali e Cobas sono assenti! La loro sarà una mera presenza di sigla in coda alle Confederazioni del "pubblico impiego".

Stefano d'Errico (segretario nazionale)