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COMUNICATO STAMPA 15/02/2003

E' solo il primo pomeriggio ma già due milioni di italiani stanno camminando per le vie di Roma sotto un arcobaleno di bandiere della pace. Dall'Australia al Pakistan, dalla Russia al Sudafrica, dagli Stati Uniti al Sud America ,un mondo intero afferma, nella prima manifestazione planetaria della storia, il diritto alla convivenza democratica contro pretestuose guerre permanenti e preventive che hanno come solo obiettivo il controllo militare delle risorse del Sud del mondo a vantaggio dell'occidente. Oggi si afferma,con una mobilitazione senza precedenti, il diritto al rispetto dell'uomo, dei suoi valori, della sua esistenza. Chi trama contro altri esseri umani da oggi perde ancor più la poca credibilità di cui godeva, di fronte ad una umanità che senza esitazioni ha scelto la cultura della pace. Le migliaia di insegnanti , di studenti e lavoratori degli altri settori che in questa momento hanno scelto di sfilare sotto le bandiere dell'Unicobas aggiungono alla mobilitazione l'impegno per un autentico riscatto della cultura e dell'istruzione, nonché del mondo del lavoro, violentemente calpestati dal governo Berlusconi e dai ministri Moratti e Maroni. Lo sfascio della scuola pubblica, sempre più evidente, è infatti funzionale alla logica perversa per cui meno strumenti critici si possidedono più facilmente si potrà essere manipolati. Il nostro sindacato risponde con forza a questo atttacco al mondo della cultura e dell'istruzione rivendicandone con decisione la centralità sociale e l'urgenza d'investimenti. Perchè la cultura di guerra e distruzione inizia dalle nostre aule che senza bisogno di essere bombardate cadono già a pezzi, perchè non esiste paese avanzato in cui ad un insegnante venga corrisposto uno stipendio che gli impedisce di acquistare mensilmente più di un libro, perchè violentando la dignità del mondo della scuola si cerca di far passare una visione mercificatrice e "bombarola" del futuro, a cui si somma l'attacco ai diritti del lavoro e sindacali con l'assedio all'articolo 18 e l'impedimento: (questo voluto dai Confederali) dell'applicazione dell'articolo 20 sul diritto di assemblea.

La crisi della democrazia rappresentativia, che nel caso del parlamento italiano vede una maggioranza essere rappresentante dei soli interessi di sessanta inquisiti, si materializza nello sgretolarsi del consenso verso politiche che mirano a ridurre e ledere i diritti e a condurre le guerre.

Per tutti questi motivi oggi, insieme alle donne e agli uomini di tutto il mondo, siamo per le strade della capitale.