COMUNICATO DEL COORDINAMENTO DOCENTI DI DISCIPLINE SCIENTIFICHE E TECNOLOGICHE
SULLE BOZZE DI REGOLAMENTI E DI QUADRI ORARIO DI ISTITUTI TECNICI, PROFESSIONALI E LICEI

che secondo quanto risulta dalle pagine web http://www.retescuole.net/contenuto?id=20090508074019 , http://www.flcgil.it/notizie/news/2009/maggio/istruzione_tecnica_e_istruzione_professionale_al_cnpi_si_discute_su_nuove_bozze e http://www.flcgil.it/notizie/news/2009/febbraio/licei_e_istituti_tecnici_secondo_gli_schemi_di_regolamento_presentati_al_cnpi sarebbero

AL VAGLIO DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI E DEL CNPI (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione)

IL COORDINAMENTO DOCENTI DI DISCIPLINE SCIENTIFICHE E TECNOLOGICHE
MANIFESTA LA PROPRIA MOTIVATA CONTRARIETÀ:

- alla riduzione di oltre il 20% del numero di ore di discipline scientifiche e tecnologiche di indirizzo, nel triennio finale dei nuovi istituti tecnici tecnologici, che va in direzione opposta rispetto alle indicazioni dell’OCSE secondo le quali “(…)è giusto che il governo agisca su questi fattori per migliorare la resa dei suoi investimenti, purché non si diminuisca il peso del core curriculum ed in particolare di quello scientifico, in cui l’Italia è già scadente”, taglio a cui peraltro corrisponde un inspiegabile aumento del numero di ore di altre discipline, tra cui Italiano (+15%) e matematica (+10%); inoltre nel biennio iniziale futuro tecnico economico si avrebbe un taglio del 60% delle ore delle discipline scientifiche (chimica, fisica, scienze della terra)…

- alla eliminazione dai quadri orario degli attuali istituti tecnici industriali dei corsi di Liceo Scientifico Tecnologico (positiva e ventennale sperimentazione), nonostante gli attuali ITIS siano dotati di attrezzati laboratori scientifici e tecnologici, nonostante l’elevato numero di ore destinate ad attività didattica di laboratorio (complessivamente, dalla I alla V, oltre il 25% delle attuali 34 ore settimanali di lezione), nonostante il rispetto in questi Licei (a differenza dei tradizionali Licei, non a caso valutati negativamente) della specificità delle competenze disciplinari (i matematici insegnano Matematica, i fisici insegnano Fisica, i chimici Chimica, i biologi Biologia, ecc.) e nonostante oltre 5000 firme e molte testimonianze dirette attestino da parte di famiglie, studenti, insegnanti, dirigenti scolastici, ma anche docenti universitari, che il Liceo Scientifico Tecnologico dia una buona preparazione per affrontare in maniera adeguata gli studi universitari scientifici e tecnologici (a fronte di un attuale numero di iscritti in corsi di laurea scientifici di appena il 3% e di un tasso di abbandoni del 26-29%);

- allo scarso rispetto, che emerge in tali quadri orario, delle competenze disciplinari specifiche degli insegnanti e del numero di ore necessario per l’insegnamento delle discipline scientifiche e tecnologiche, che devono comprendere anche le necessarie attività laboratoriali;
a tale proposito diciamo a chiare lettere che:
agli alunni degli Istituti Tecnici, Professionali e dei Licei va offerto un insegnamento delle discipline Scientifiche e Tecnologiche che rispetti: 1) la necessità di un congruo numero di ore ad esse dedicate, anche per le necessarie esperienze laboratoriali, 2) la specificità delle diverse discipline scientifiche Chimica, Fisica e Scienze della Terra… che hanno piena dignità di insegnamento a sé stante, 3) le specifiche competenze dei docenti [ad es. il Laureato in Chimica o CTF (classe A013) insegni la Chimica, il fisico (A038) la Fisica, i laureati in Scienze (A060) le Scienze della Terra];
si tratterebbe semplicemente prendere atto del fatto che in Italia gli attuali docenti non hanno una formazione universitaria “pluridisciplinare”, ma rigorosamente disciplinare: ad esempio un laureato in fisica ha appena un esame universitario di chimica sostenuto, un laureato in scienze in genere un paio, a fronte degli oltre 20 esami di discipline chimiche sostenuti dal docente laureato in chimica. Questo non è un problema, ma se adeguatamente valorizzato, costituirebbe una potente risorsa, una fortuna che molti Paesi non hanno. Che senso avrebbe ad esempio velleitariamente di cercare di fare del “fisico” un “chimico” con costosissimi corsi di riconversione?
Pertanto insegnamenti-calderone come le “scienze naturali” nei Licei (Chimica+scienze della terra e biologia) e le “scienze integrate” degli istituti tecnici e professionali (chimica, fisica, scienze della terra), vanno chiaramente scorporati in “insegnamenti” distinti ed autonomi, affidati rispettivamente la Chimica al laureato in Chimica o ctf della A013, la fisica al fisico della A038, la biologia e le scienze della terra al docente laureato in scienze della A060.

- al fatto che, in particolare negli istituti professionali, si intenda affidare insegnamenti di discipline scientifiche e tecnologiche al solo docente tecnico pratico diplomato.
Pur riconoscendo infatti il ruolo degli insegnanti tecnico pratici diplomati, che, anche per motivi di sicurezza (vista la crescente numerosità delle classi e considerando il fatto che i rischi di infortunio in un laboratorio scientifico e tecnologico sono molto maggiori di quelli che gli alunni corrono in una normale aula scolastica), lavorano in compresenza con il docente Laureato, riteniamo comunque che l’insegnamento di tali discipline, anche in laboratorio, non possa non essere che tenuto dal docente laureato nella specifica disciplina (ad esempio il Laureato in Chimica o CTF la chimica la deve insegnare ovunque, anche in laboratorio, eventualmente coadiuvato dal docente diplomato insegnante tecnico pratico). Diverso ovviamente è il caso di discipline che “nascono” completamente pratiche, come il laboratorio di cucina negli istituti professionali alberghieri…

15/05/2009
Prof. Rosario Saccà - Coordinamento docenti di discipline scientifiche e tecnologiche