UNICOBAS:RIUSCITI SCIOPERO E MANIFESTAZIONE. DELEGAZIONE RICEVUTA

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 - COMUNICATO STAMPA DEL 18 NOVEMBRE 2008 –
RIUSCITO LO SCIOPERO DELL’INTERA GIORNATA DEL PERSONALE SCOLASTICO ATA EX ENTI LOCALI.
UN MIGLIAIO DI MANIFESTANTI DAVANTI A MONTECITORIO IN RAPPRESENTANZA DI TUTTE LE REGIONI ITALIANE. TERMINATO ALLE 18.00 L’INCONTRO CON I SINDACATI CONFEDERALI E L’ARAN

Il 10% di adesioni allo sciopero secondo il dato (sottostimato) del Ministero dell’Istruzione relativamente ai 42.000 amministrativi, tecnici ed ausiliari transitati dagli Enti Locali alla Scuola nel 2000, testimonia di una buona riuscita della protesta. Si trattava del primo sciopero specifico proclamato per questa tipologia di personale. Lo hanno proclamato l’Unicobas ed SdL intercategoriale, insieme al Coordinamento Nazionale Ata e Itp ex enti locali. Alla manifestazione nazionale di Roma hanno partecipato in mattinata almeno 1000 rappresentanti provenienti da tutta la penisola. Dalle h.16.30, una delegazione è stata ricevuta dal Dott. Francesco Melendez dell’ARAN. Prima c’è stato un lungo colloquio con Scrima e Di Menna, segretari nazionali scuola di CISL e UIL. All’ARAN è stata rappresentata la situazione degli ATA provenienti dagli Enti Locali, perché venga considerata nell’ambito della trattativa sul rinnovo del contratto scuola. Di Menna della UIL s’è impegnato ad appoggiare le richieste del Coordinamento, inviando (come l’Unicobas) una nota formale ai presidenti dei due rami del Parlamento ed a tutti i gruppi politici, per chiedere un emendamento per lo stanziamento di risorse economiche adeguate a sanare la situazione. Il Coordinamento e l’Unicobas hanno lamentato alle OOSS ed all’Amministrazione l’assenza sino ad oggi di incontri specifici sulla questione. Le OOSS trattanti avrebbero dovuto porre la sanatoria come elemento pregiudiziale rispetto ad ogni trattativa. L’iniziativa di oggi ha smosso molto le acque e non sarà certamente l’ultima.

A partire da domani si avvierà lo stretto rispetto del mansionario. Si tratta di collaboratori e personale di segreteria diffuso in quasi tutte le scuole. La mancanza di disponibilità agli straordinari si farà sentire: i “fannulloni” lavorano infatti sotto organico e l’assenza di ore aggiuntive può bloccare una scuola. Così sarà chiaro che l’amministrazione è andata avanti sino ad oggi facendo “nozze coi fichi secchi”. Altro che sprechi! La scuola italiana si regge sugli straordinari del personale non docente! Straordinari che – pagati peraltro una vera miseria – “appassionano” sempre meno i lavoratori.

Al personale Amministrativo, Tecnico ed Ausiliario, nonché agli Insegnanti Tecnico-Pratici provenienti dal comparto Enti Locali e transitati nel comparto Scuola, al momento del passaggio venne vergognosamente azzerata l’anzianità di servizio.  In tal modo, dal 2000, vennero trattati come se fossero neo-assunti, con il solo stipendio base (al parametro iniziale) senza il maturato d’anzianità pregressa nell’Ente (Comune o Provincia) di provenienza. Questo ha comportato l’abbassamento dello stipendio ed ha anche costretto i più anziani ad andare in pensione con assegni assolutamente da fame.

Questo personale oggi alza la testa, dopo aver partecipato per tante volte a rivendicazioni che non ne prendevano nemmeno in considerazione i problemi e stanco d’essere preso in giro dalle burocrazie di CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda. Ricordiamo che della situazione venutasi a creare sono responsabili in particolare i Confederali, firmatari il 20 luglio 2000 di un accordo-truffa che ha consentito l’azzeramento dell’anzianità.

Successivamente, sull’onda di centinaia di ricorsi vinti in tutta la penisola, il penultimo Governo Berlusconi pensò bene di varare una norma arbitraria che, infischiandosene della magistratura, imponeva all’amministrazione di non liquidare il maltolto: si tratta del tristemente famoso comma 218 della Finanziaria per il 2006. Berlusconi e Tremonti ottennero poi un sostanziale aiuto dalla Corte Costituzionale, che giudicò “legittima” una norma che invece viola palesemente il principio di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. Quest’anno, la Corte di Cassazione, che aveva più volte dato ragione ai lavoratori, ha di nuovo inviato alla Corte Costituzionale la trovata berlusconiana.

Dopo il blocco delle sentenza – intervenuto per legge – sui lavoratori i cui ricorsi non sono passati in giudicato, pende la spada di Damocle relativa alla restituzione delle somme ricevute per le sentenze favorevoli.

Il tutto è stato aggravato dai vani Ordini del Giorno parlamentari, che fino ad oggi, hanno mantenuto la cosa in una sorta di inaccettabile “limbo giuridico”. Anche il Governo Prodi, responsabile di non aver abrogato la norma del 2006, ha saputo solo introdurre un vago “impegno” nella Finanziaria per il 2008, che il Governo attuale ha bellamente disatteso.

Oggi nuovi scenari s’aprono, soprattutto perché la vertenza è approdata alla Suprema Corte Europea e ci sono buone possibilità che i sacrosanti diritti del personale ATA ex Enti Locali siano riconosciuti.

p. l’Unicobas Scuola Stefano d’Errico (Segretario nazionale)