COMUNICATO STAMPA 19.9.2000

MA QUESTO SCIOPERO LO VOGLIONO FARE O NO? L'UNICOBAS CONFERMA LO SCIOPERO DEL 6 OTTOBRE ED E' CONVOCATO GIOVEDI' 21 (h.10.30) PER UN TENTATIVO DI CONCILIAZIONE

La fumata nera delle h. 24.00 di ieri, registrata al termine del "conclave" fra Confederali e SNALS, esprime concretamente un nulla di fatto che rida fiato al Governo. Al di la dell' indicazione aleatoria relativa ad un non meglio precisato "sciopero" entro la metà di Ottobre (che nonostante i pochi giorni a disposizione non viene preparato), pare passare la linea della CGIL, che punta a dilazionare il più possibile ogni iniziativa per poi azzerarla. Per questo la stessa sigla tende a "smarcarsi" da noi (rifiutando ogni iniziativa in comune): per avere le mani libere onde far rientrare le indicazioni di sciopero non appena il Governo sarà in grado di promettere qualcosa di simile ad un raddoppio della mancia di De Mauro (800 miliardi, o poco più, anziché 400), per eufemistici "aumenti" di 60.000/70.000 lire pro-capite (due pizze al mese, anziché una). Un vero e proprio gioco delle parti, condotto dal sindacato più filo-governativo, che non esita, con una politica settaria, ad indebolire il fronte della vertenza ed il potere di lotta della categoria.

Di fronte a questa farsa, l'Unicobas conferma lo sciopero generale annunciato per il 6 Ottobre, pur rimanendo in attesa degli sviluppi per un'eventuale convergenza unitaria, se ve ne saranno le condizioni ed a patto che il teatrino abbia termine. Per tentare di evitare lo sciopero del 6 Ottobre, il Governo ha convocato l' Unicobas - primo ed unico sindacato ad aver comunicato ufficialmente la volontà di scioperare - per un tentativo di conciliazione che si svolgerà alle h. 10.30 di Giovedì 21 p.v. presso il Ministero del Lavoro (V. Flavia, 6 - Roma):

l'esito dell'incontro verrà reso noto con uno specifico comunicato stampa.

La lotta per un salario europeo verrà portata avanti, senza reticenze, sino in fondo: il Governo è avvertito. Nella Legge Finanziaria non basterà una nuova mancia una tantum per fermare la protesta. Occorre una svolta vera per l'emergenza scuola, con stanziamenti adeguati ed un serio piano triennale di investimenti!

E' ugualmente evidente che sul piatto deve essere messa 1'eliminazione della logica del " dare qualcosa a qualcuno per non dare il giusto a tutti" e quindi va eliminato definitivamente l'ari. 29 del CCNL. (quello del concorsone ). La prima iniziativa politica che si richiede (e che il Governo può adottare immediatamente) è relativa ai 1.260 miliardi del defunto concorsone, che vanno scongelati ed utilizzati (insieme ad altri fondi adeguati) per istituire quell'indennità di funzione docente che stiamo chiedendo da anni, senza la quale non può esservi riqualificazione stipendiale. Parimenti è  necessario rivedere il "Disordino dei Cicli" ed evitare il taglio di 80.000 cattedre ivi previsto.

Stefano d'Errico (Segretario nazionaìe dell'Unicobas scuola)