Unicobas scuola
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COMUNICATO STAMPA 20.10.2001

SOLO DOPO IL SUCCESSO DEL NOSTRO SCIOPERO, ARRIVANO LE PRIME MODIFICHE DI RILIEVO AL PACCHETTO SCUOLA DELLA FINANZIARIA. MA NON BASTA.

DATI ALLA MANO, L'UNICOBAS CONTESTA LE CIFRE FORNITE DAL MINISTERO SULLO SCIOPERO DI IERI (MA DOVREBBE ESSERE COMUNQUE EVIDENTE CHE SOLO L'UN PER CENTO DI ADESIONI NON AVREBBE SPOSTATO LA LADY DI FERRO).

La norma sull'innalzamento obbligatorio dell'orario di cattedra viene eliminata. Sulle supplenze, il tetto sul diritto alla sostituzione per malattia scende a 15 giorni e vengono escluse del tutto materne ed elementari. I risparmi verranno reinvestiti sulla scuola. Queste le "concessioni" annunciate dal Ministro Moratti. Si tratta di indubbi passi in avanti.

Restano però gravissimi problemi. L'innalzamento dell'orario settimanale di docenza a 24 ore verrà comunque imposto su 46.600 cattedre, prevalentemente di scuola superiore (tante, se si considera che si tratta di un totale di 213.079 insegnanti), tramite l'imposizione delle stesse con il ricatto istituzionalmente intrinseco al meccanismo dei trasferimenti: quindi, per queste cattedre si avrà comunque un aumento obbligatorio dell'orario. Nell'operazione si taglierebbero comunque 34.000 titolarità e si creerebbero altrettanti soprannumerari senza cattedra fissa destinati a girare la provincia d'appartenenza: salterebbero in ogni caso 10.000 posti oggi dati ad incarico annuale ai docenti precari. Per quanto attiene alla sostituzione per malattia, il tetto scende sensibilmente, dai 31 giorni ai 16, però è sempre maggiore dell'attuale (11), e quindi comporterebbe comunque un aumento dei carichi di lavoro per gli insegnanti di ruolo che dovrebbero sostituire i colleghi malati e riduce sensibilmente le opportunità di lavoro per i precari. A soffrirne, la qualità della scuola, con la sparizione di tutti i progetti mirati a recupero ed approfondimento. Per gli esami di maturità, Moratti si illude poi di far passare il trucco: ripristino della Commissione esterna per le private, ma non per le scuole paritarie. Quale garanzia di trasparenza (CEPU docet!)?

La "mediazione" lascia invariate le altre vergogne della Finanziaria. Resta l'eliminazione di 10.000 assunzioni previste per gli insegnanti di lingua straniera alle elementari. Resta il taglio per il personale non docente, ed in particolare per gli ausiliari s'impone per la prima volta il blocco del turn over. Rimane aperta la questione sostanziale dello stipendio europeo: oggi è chiaro che la Moratti ha costruito il pacchetto come una cortina fumogena per concentrare il confronto sulla necessità di impedire modifiche negative, anziché sulla parificazione retributiva con la media europea (un milione netto di differenza) e CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda non si sono mostrati affatto intransigenti. Giocando in difesa, sono caduti nella trappola.

Per quanto attiene ai dati sullo sciopero di ieri, riteniamo assolutamente inappropriate le cifre fornite dal Ministero. Non è assolutamente sostenibile una rilevazione nazionale del 40%, se proprio dal Provveditorato di Roma non si forniscono dati superiori ad un sesto del personale (97 istituti rilevati su 614). Peraltro proprio Roma smentisce clamorosamente la "media" pubblicata dal Ministero: secondo i già abbondantemente sottostimati dati UFFICIALI forniti da Viale Trastevere, nella capitale ha aderito l' 8.42 % dei lavoratori della scuola, che sul totale equivalgono a 4.000 unità di personale (il numero che secondo alcuni rappresenterebbe addirittura l'adesione totale nel Paese). In realtà la rilevazione nazionale fornita non supera il 20% degli istituti e manca del tutto QUALSIASI dato relativamente alle seguenti province: Napoli, Crotone, Trieste, Varese, Venezia, Sondrio, Chieti, Potenza, Reggio Emilia, Rieti, Treviso, Cuneo, Ferrara, Matera, Rovigo, Savona, Siena, Verbania e Viterbo. Per gli altri provveditorati la situazione non è granché migliore: sono tutte cifre molto parziali ed alcune assolutamente inattendibili. Perché non vengono perseguiti, come impone la L. 146/90 sullo sciopero, i provveditori ed i dirigenti scolastici che non hanno comunicato i dati sullo sciopero entro le ore 14.00 di ieri?

Del resto dovrebbe essere chiaro a tutti che ieri, dopo lo sciopero, PER LA PRIMA VOLTA, si è determinato un "ammorbidimento" di sostanza nella Lady di Ferro, cosa mai registrata negli incontri precedenti con i sindacati. Si pensa davvero che la Moratti si sarebbe spaventata se il nostro sciopero avesse ottenuto solo l'1 % di adesione? In realtà il nostro sciopero è stato puntuale ed ha colpito nel segno, con alti tassi di partecipazione. Ora si tratta di non cedere in mediazioni al ribasso: come sono stati intransigenti per i presidi, CGIL, CISL, UIL e SNALS devono fare la loro parte anche per i docenti e per gli ATA. Non possono accontentarsi di 50.000 lire d'aumento a fronte di 1.800.000 lire mensili in più per i dirigenti (1.300.00 a regime, più un'indennità di 500.000): l'Unicobas avvia da oggi le procedure atte a garantire, qualora si ritenesse necessario, un nuovo sciopero. A Confederali e SNALS diciamo: costruiamo un'altra mobilitazione, ma questa volta unitariamente. Probabilmente basterebbe solo annunciarla per far ritirare del tutto il pacchetto della vergogna (questa è la discriminante sulla quale siamo disposti all'unità), per poi rilanciare sulle retribuzioni, che non possono essere una mancia!

Stefano d'Errico (Segretario Nazionale dell'Unicobas scuola)