RINVIO RIFORMA UNIVERSITARIA - COMUNICATO UNICOBAS 2.11.08


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La decisione del Governo di rallentare l'iter dell'annunciata riforma Gelmini dell'Università, che avrebbe dovuto essere presentata entro sabato è la dimostrazione che la mobilitazione dal basso (non certo determinata dalla “balbuzie” politica dell'opposizione parlamentare ed extra-parlamentare), mobilitazione diretta di quei "pochi" studenti facinorosi e insegnanti/docenti/precari/personale ATA/genitori/etc., fannulloni (dimostrata dalla straordinaria partecipazione unitaria alla giornata di sciopero del 30 u.s.), ha messo in crisi sia la popolarità che la pratica di governo di Berlusconi.

Il "blocco momentaneo" della riforma dell'Università, che si preannunciava peggio degli stessi tagli finanziari, è un primo risultato utile, ma per l’Unicobas è solo l’inizio. Andremo avanti fino al ritiro delle leggi 133 e 137, fino al blocco delle loro ricadute nella legge finanziaria 2009; fino alle dimissioni di Gelmini, Brunetta e Tremonti. Il movimento non si fermerà. Rappresenta la lotta della società civile contro il tentativo di imporre una vera e propria restaurazione sociale. Stanno cercando di "vendicarsi" e spazzare via l'ultimo baluardo – e le lotte lo dimostrano – del pensiero critico ed antiautoritario: scuola ed università.

L’Unicobas ringrazia i lavoratori dell'università e della scuola che hanno aderito allo sciopero del 30/10. La grande lezione di questi giorni sta nel comune sentimento di una battaglia unitaria per la difesa dell'istruzione pubblica tutta. L’Unicobas invita le organizzazioni sindacali di base a rompere gli indugi ed affiancarsi alla lotta di scuola ed università, per realizzare quella saldatura sociale con tutto il mondo del lavoro che teme Berlusconi.

Il "blocco momentaneo" della riforma dell'Università lascia con un pugno di mosche la CRUI, che aveva “temporeggiato” accettando di fatto i tagli di Tremonti in cambio di una riforma che darebbe ai Rettori il pieno controllo delle Università (CRUI, come unico rappresentante del mondo accademico). Quegli stessi rettori eletti dalle grandi lobbies accademiche e dalle loro truppe cammellate, referenti dei partiti e dei poteri forti come Opus Dei e massoneria, che sono corresponsabili del dissesto finanziario del sistema universitario nazionale. Come i furbetti delle banche e del capitalismo (straccione) nostrano, i rettori non pagherebbero niente ma si ritroverebbero con maggiore potere.

Altrettanto spiazzate si ritrovano CGIL-CISL-UIL, che nell'Università sono stati finora a guardare, mobilitandosi sporadicamente contro i tagli della 133, mandando avanti le organizzazioni studentesche, e che solo dopo la proclamazione dello sciopero nell'Università da parte dell'Unicobas per il 30/10 (che ha avuto un indubbio successo) hanno comunicato lo sciopero del 14/10.

CGIL-CISL-UIL e le altre organizzazioni della docenza e del mondo universitario sono doppiamente spiazzate. Hanno infatti preparato una proposta di riforma dell'Università (in molte parti condivisibile ma certamente da approfondire), che si apprestano a presentare in conferenza stampa domani 3 Novembre alla Sapienza presso il Dipartimento di Matematica con l’obiettivo di sedersi al tavolo di discussione sulla riforma Gelmini. Cosa non condivisibile, permanendo invece la pregiudiziale irrinunciabile espressa dal movimento delle Università e delle scuole, che è quella di un previo, totale e definitivo ritiro delle leggi 133 e 137.

Stefano d’Errico (Segretario generale CIB Unicobas)

Giuseppe Carbonara (Esecutivo Nazionale Unicobas Università)