Unicobas Scuola
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Comunicato Stampa 24/3/2003

UNO SCIOPERO GENERALE PIENAMENTE RIUSCITO, IN PARTICOLARE PER L'UNICOBAS. LO DIMOSTRA LA GRANDE MANIFESTAZIONE CHE HA BLOCCATO IL CENTRO DI ROMA (DAL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE A MONTECITORIO).

Le prime notizie danno come imponente l'adesione allo sciopero di oggi. Ma in particolare sono evidenti i motivi di soddisfazione per l'Unicobas che, con i Cobas, ha guidato una grande manifestazione con migliaia di insegnanti e studenti, che ha attraversato il centro di Roma, partendo alle ore 11 dal Ministero dell'istruzione per terminare al Pantheon, nei pressi di Montecitorio. A questo proposito non si capisce la logica di un questore che blocca ripetutamente il corteo e preferisce lasciarlo per un'ora a largo Argentina. una piazza nevralgica del centro di Roma, per cercare di scoraggiare i manifestanti dal raggiungere Montecitorio, nonostante da Venerdì scorso fosse stato autorizzato un sit in di fronte al Parlamento.

Lo sciopero e la manifestazione di oggi, inizialmente proclamati per rivendicare un contratto europeo, contro i 60 euro netti proposti dal Governo ed i 72 chiesti da SNALS e Confederali (questo il motivo di una manifestazione separata), sono diventati anche la prima giornata di lotta contro la vergognosa riforma Moratti, nonché l'occasione per rendere palese lo sdegno del mondo della scuola e della cultura contro la sub-cultura della guerra e del bellicismo, imposta al pianeta contro la volontà della maggioranza del pianeta

Significativa adesione allo sciopero, pari, secondo nostre fonti all'80%.. Contestiamo quindi i dati forniti testé dal Ministero (37% di adesioni su una rilevazione parziale pari al 60% delle scuole), perché, come avverte lo stesso M1UR, molte scuole sono rimaste chiuse completamente e quindi invieranno i dati domani mattina. Ancor più significativa l'adesione alla manifestazione di Roma partita dal Ministero, che ha fatto impallidire i quattro gatti riuniti con i tre sindacati Confederali e con lo SNALS sotto la direzione regionale del Lazio ai vecchi mercati generali. Del resto contratto e riforma non sono certo di competenza di una o più direzioni scolastiche regionali. Questo fa ben capire che, soprattutto nella capitale, la categoria ha scioperato e manifestato con l'Unicobas.

L' Unicobas respinge la scuola della "riforma" Moratti perché propone: i) il ritorno al maestro prevalente (il "tuttologo" o la maestra "mamma"), con il conseguente taglio di decine di migliaia di cattedre; 2) un tempo-scuola di 30 h. settimanali (27 nelle medie) e la conseguente eliminazione del

tempo pieno e tempo prolungato, con grande soddisfazione delle scuole private, che rimarrebbero le uniche a fornire servizi del genere; 3) la trasformazione delle scuole dell'infanzia in succursali degli asili nido (che andrebbero potenziati in proprio, anziché introdurre l'ingresso anticipato a due anni e mezzo); 4) il salto nel buio dell'addestramento professionale. che ci riporta a prima del 1963. ai tempi dell'avviamento, con il diktat della scelta dell'indirizzo a 13 anni; 5) l'istituto dello studente in affitto, con la consegna degli alunni dei professionali agli appetiti del mondo dell'impresa ed una scuola che deroga dal suo compito istituzionale di istruzione e formazione completa a favore di monoprofessionalismi indotti da Confindustria; 6) la riduzione a meri centri di formazione degli istituti professionali statali e di molti istituti tecnici e la regionalizzazione degli indirizzi.

I sindacati che hanno scioperano solo per il contratto, nulla facendo contro la riforma, sono ciechi o conniventi. L'Unicobas dichiara da subito che è determinato ad andare sino in fondo, al fine di costruire una adeguata e più seria risposta ai Governo delle scuole private, invitando la CGIL a sganciarsi dai "supporter" di Berlusconi e Moratti per costruire una grande giornata di mobilitazione nazionale sulla questione scuola, come concordato, il 12 Aprile.