l'AltrascuolA Unicobas
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SCIOPERARE CON CHI VUOLE L'APPROVAZIONE DEL DECRETO SULLO SCIPPO DEL TFR ?

25 ? NO, GRAZIE !

L'AltrascuolA Unicobas, fautore, insieme ad RDB e CUB; CNL; SULT; SINCOBAS; USI (praticamente tutto il sindacalismo di base italiano con l'unica eccezione dei COBAS, i quali invece scioperano il 25 Novembre con i Confederali) dello sciopero generale del 21 Ottobre scorso contro il fondo "Espero", non ha proclamato lo sciopero del 25 Novembre p.v., né vi aderisce. Lo sciopero del 21 Ottobre, nonostante l'oscuramento mediatico, ha dato una chiara indicazione politica di rifiuto dello scippo del TFR. Abbiamo portato in piazza 50.000 lavoratori a Roma e costretto il ministro dei trasporti a precettare i lavoratori dell'Alitalia, delle ferrovie e dei trasporti urbani. Il 25 Novembre si rischia di dare un segnale opposto. La data del 25 Novembre è schiacciata sulla piattaforma di CGIL, CISL e UIL.

I Confederali, con SNALS e Gilda cogestori del consiglio di amministrazione di Espero, già in carica dall'Aprile 2004, chiedono a gran voce a Maroni l'approvazione del decreto attuativo sui fondi pensione: un business che, fra previdenza integrativa pubblica e privata, si aggira sui 26.000 miliardi di vecchie lire l'anno. In tale decreto c'è per tutti il rischio del meccanismo del silenzio-assenso, nonché quello di un inserimento forzoso dei neo-assunti dal 2001.

Il fondo Espero, specifico per la scuola, non garantisce alcuna rendita minima ed espone a possibili perdite secche del capitale investito dai lavoratori (la quota annuale di TFR, pari a circa 2 milioni e mezzo di vecchie lire annue, attualmente rivalutate dall'INPS per l' 1,5% annuo, oggi restituite sotto forma di liquidazione). Perdita verificatasi, ad esempio, per i fondi chiusi pensione dei forestali canadesi, finiti nelle azioni Parmalat.

La liquidazione non è un regalo di Babbo Natale, ma salario differito già maturato.

Il consiglio di amministrazione di Espero non viene eletto, ma nominato discrezionalmente dai sindacati "maggiormente rappresentativi assai" e dal ministro Moratti.

Ad Aprile 2005, dopo un anno di vita, gli aderenti al fondo erano solo mille su un milione di lavoratori della scuola, docenti ed ATA. Non avevano aderito neanche i promoter di Espero: i 2.500 distaccati a vario titolo in forza a CGIL, CISL, UIL, SNALS e Gilda nel comparto scuola. Chi ha dato loro retta ha congelato completamente i propri soldi, perché il fondo non può operare se non raggiunge le 30.000 adesioni. Ecco che sono spinti ad inventare meccanismi contorti per aumentare le iscrizioni: il fondo sta fallendo (come titolava allarmato "Il Sole 24 Ore" del 22.10.2005, giornale di Confindustria, creatrice di "Assofondi" e compartecipe dell'operazione fondi-chiusi).

Per quanto riguarda la Legge Finanziaria 2006, i Confederali sono i meno titolati a contrastarla, avendo chiuso il contratto con un ritardo di 21 mesi ed avendo pattuito che i 50 euro medi netti di aumento (non i 160 sbandierati) arrivassero il prossimo anno separatamente dagli arretrati, mentre dovevano rientare, come quelli, nel capitolato di spesa della vecchia Finanziaria relativa al 2005, ed arrivare a Dicembre. Ora, anche grazie a loro, avremo gli arretrati dal prossimo anno e gli aumenti in una tranches successiva, probabilmente a Marzo. La loro latitanza cronica ha favorito la manovra elettoralistica del Governo, nonché l'idea dello stesso di disinteressarsi del nuovo contratto, che sarebbe da discutere da Gennaio. E' un giuoco delle parti che vede soccombenti solo i lavoratori, gli unici a rimetterci. Non ci cadiamo.