Formazione professionale
PRIGIONIERI DI UN CONTRATTO PRIVATO

Gli operatori della FP vivono da anni una condizione di precarietà
strutturale che nasce dal meccanismo stesso che regola l'assegnazione dei
corsi, ovvero il superamento di bandi annuali attraverso i quali si
ottengono i finanziamenti regionali, quindi, si spera, anche la copertura
economica degli stipendi dei lavoratori: insegnanti, amministrativi,
ausiliari e tutta la miriade di figure di sistema sconsideratamente
previste dall'attuale Contratto di categoria.
E sono proprio, il rischio perenne di mobilità generato da tale meccanismo
ed i privilegi legati alla proliferazione di figure professionali di
livello superiore a quello dei docenti, a rappresentare il bastone e la
carota con i quali CGIL,CISL,UIL hanno negli anni consolidato lo strapotere
su tutta la categoria.  Tutto ciò, da una particolare posizione di palese
conflitto di interessi che li vede, da una parte nel ruolo di sindacati e
dall'altra in quello di gestori degli Enti di Formazione, generando una
eclatante anomalia che, però, non ha mai fatto gridare allo scandalo nessuno.
Anche nella FP gestita dai comuni, nata dalla dismissione di Enti perlopiù
a "gestione sindacale", è rimasto vivo questo predominio "confederale" che
ha, tra l'altro, impedito a centinaia di lavoratori della FP di detti
EE.LL., il riconoscimento dello status di pubblici dipendenti.
Nel Lazio, infatti, il tentativo di CGIL,CISL,UIL di interdire la nascita
di una FP integralmente pubblica e di mantenere i lavoratori prigionieri di
un contratto di natura privatistica, persiste non solo di fronte
all'attuazione della LR 14/'99 che prevede la delega della FP alle province
(compresa quella gestita dai comuni), ma persino alla Legge 53/'03 che
tende ad integrare la formazione nella scuola (unico aspetto di tale legge
degno di qualche riflessione).
Pertanto, nonostante l'accordo (e la firma delle relative Convenzioni) tra
l'Assessore alla FP della Provincia di Roma, Rosa Rinaldi e gli omologhi
dei comuni romani gestori di Formazione, compreso l'Assessore Capitolino
Luigi Nieri, per la costituzione di un "Polo Pubblico della Formazione
Professionale", il CCNL privato continua a monopolizzare la scena di questo
tormentato settore dell'istruzione.
S.p.A., Aziende speciali, Aziende consortili, persino la Società "Capitale
Lavoro" istituita dalla ex giunta provinciale romana di destra di Silvano
Moffa, nonché l'attuale assurda situazione di lavoratori con contratto
privato alle dirette dipendenze di Enti Pubblici (i Comuni) rimangono le
uniche prospettive possibili purché non si esca dal famigerato CCNL della
Formazione.
Eppure stiamo parlando di un settore dell'istruzione rivolto
prevalentemente a giovani minorenni, spesso provenienti dalle aree del
disagio sociale, che di tutto hanno bisogno fuorché divenire oggetto di
lucro e del profitto altrui.
Siamo certi che una netta inversione di tendenza della FP, rispetto alla
linea privatistica tanto cara ai "confederali", porterebbe beneficio anche
al mondo della scuola, che rischia di seguirne il percorso, a partire dagli
elementi di aziendalizzazione introdotti dal precedente governo, al
concetto di "parità" e alla trovata dei "buoni scuola" escogitati
dall'attuale maggioranza per aprire una breccia nella Costituzione Italiana
(vedi art.33) a favore degli istituti  privati.

Franco Casale
RSU della FP del Comune di Roma