Adesioni oltre il 20% nei grandi centri urbani (10 per cento e' il dato nazionale, mentre si e' superato il 30 a Roma). E' il bilancio dell'Unicobas sullo sciopero indetto per oggi, con "centinaia di scuole completamente chiuse" e "almeno 5000 persone sotto il ministero dell'Istruzione". "Non male - si legge nella nota del sindacato di base - per uno sciopero che e' stato vittima di un inaudito blackout da parte di molti media. I numeri sono alti, se si considera che gli scioperi nella scuola non hanno mai superato il 35% nazionale".
'Gelmini nemica dei bambini', manifestazione sotto il ministero
ROMA - Sono centinaia gli studenti e i docenti che partecipano al sit-in organizzato dal sindacato Unicobas sotto al ministero della Pubblica istruzione, a Roma. Oltre 20 le scuole superiori capitoline presenti, tra queste il Righi, il Mamiani, il Virgilio, il Ripetta. Ma ci sono anche tanti insegnanti delle elementari scesi in piazza "per contestare il ritorno al maestro unico- spiega Graziella Poretti, maestra nella scuola primaria di Tolfa- siamo contrari alle riforme che toccano una delle scuole migliori del Paese, l'elementare, non per migliorarla, ma solo per questioni di risparmio".
La manifestazione al ministero è cominciata attorno alle 9,30 con slogan, cori (e vaffa) contro il ministro della Pubblica istruzione, Mariastella Gelmini. "Non rubateci il futuro", "Gelmini ministro della Pubblica distruzione", "Contro la Gelmini nemica dei bambini". Questi alcuni degli striscioni srotolati da insegnanti e studenti.
Anche l'Italia dei Valori ha aderito alla manifestazione. Sotto il ministero,
attorno alle 10, è arrivato il leader Antonio Di Pietro con i parlamentari
Stefano Pedica, Giulia Carlino e Felice Zazzera. Ma per Di Pietro l'accoglienza
non è stata calda: gli studenti gli hanno urlato "Buffone, buffone".
"Gli studenti hanno il ripulso della politica- così Stefano D'Errico,
leader dell'Unicobas, giustifica i ragazzi- ma noi crediamo che tutti coloro
che si oppongono alla riforma Gelmini vadano rispettati".
CorriereDellaSera.it
CONTRO il DL del ministro dell'istruzione
Studenti: «Gelmini noi ti bocciamo»
I ragazzi contro «una scuola sempre più simile ad una azienda».
Anche gli insegnanti davanti al ministero
MILANO - Giornata di mobilitazione in varie città contro il
dl Gelmini sulla scuola. A Milano, al grido di «Gelmini noi ti bocciamo»,
i ragazzi delle scuole superiori, organizzati dal Coordinamento dei comitati
studenteschi, hanno sfilato in corteo da piazza Cairoli a piazza Fontana.
La protesta degli oltre mille studenti, secondo gli organizzatori, si concentra
su alcune innovazioni della riforma proposta dal ministro dell'Istruzione:
tagli per 8 miliardi di euro in tre anni, riduzione del personale docente
e non, voto in condotta, conferma degli esami di riparazione, buoni scuola
per le private e «una scuola sempre più simile a una azienda».
SIT-IN PROTESTA DAVANTI MINISTERO - A Roma, invece, una folla di ragazzi e di insegnanti (cinquemila, secondo gli organizzatori) si è radunata davanti al ministero dell'Istruzione, in Viale Trastevere. Hanno sventolato striscioni, in mezzo a bandiere dell' Unicobas e dell'Italia dei Valori (promotori dell'iniziativa), e protestato contro il decreto legge 137 del ministro Gelmini. Si sono sentiti cori come «ministro Gelmini affacciati alla finestra», «Buffoni» e si muovono al ritmo della musica che fa da sottofondo alla manifestazione.
FISCHIATO DI PIETRO - Brevi momenti di tensione all'arrivo in piazza
del leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: alcuni gruppi di
manifestanti, specie i più giovani, lo hanno accolto con fischi
e al grido di «Buffone, buffone». Di Pietro si è intrattenuto
brevemente con i manifestanti ed i giornalisti, senza parlare al megafono,
ed ha poi lasciato la piazza. Minimizza l'episodio Stefano D'Errico, segretario
nazionale Unicobas: «Di Pietro su questi temi fa seriamente l'opposizione
e come sindacato abbiamo gradito la sua presenza. Purtroppo tra i giovani
e gli studenti prevale un indistinto antipolitismo. Hanno visto un parlamentare
e lo hanno contestato non in quanto Di Pietro, ma in quanto politico. Tuttavia
- ha sottolineato - trovo masochistico prendersela con Di Pietro e non
con la Gelmini». Anche perché, ha ricordato D'Errico ribadendo
i motivi della protesta, «alle 87.500 cattedre e 40.000 posti Ata
tagliati subito si aggiungono gli 80.000 docenti ed i 20.000 posti Ata
che saranno tagliati in cinque anni, per via della riduzione delle ore
per materia, della creazione di licei quadriennali, e del taglio dell'eliminazione
del tempo prolungato nelle scuole medie».
IlGiornale.it
n. 237 del 2008-10-03 pagina 0
La scuola del "no" in piazza contro la riforma
di Redazione
L'Unicobas protesta davanti al ministero della Pubblica istruzione
contro la nuova riforma Gelmini. Contestati i tagli a docenti e assistenti
scolastici. Di Pietro arriva in piazza, ma viene fischiato dai manifestanti
e annulla l'intervento. Corteo anche a Milano
Roma - Sono alcune migliaia (5mila, secondo gli organizzatori) i militanti di Unicobas che manifestano davanti al ministero della Pubblica istruzione contro la riforma Gelmini. È il ministro il principale bersaglio di slogan e striscioni, a partire da quello srotolato sulla scalinata del Ministero: "Contro la Gelmini nemica dei bambini". Brevi momenti di tensione all’arrivo in piazza del leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: alcuni gruppi di manifestanti, specie i più giovani, lo hanno accolto con fischi e al grido di "Buffone, buffone". Di Pietro si è intrattenuto brevemente con i manifestanti e i giornalisti, senza parlare al megafono, ed ha poi lasciato la piazza. Minimizza l’episodio Stefano D’Errico, segretario nazionale Unicobas: "Di Pietro su questi temi fa seriamente l’opposizione e come sindacato abbiamo gradito la sua presenza. Purtroppo tra i giovani e gli studenti prevale un indistinto antipolitismo. Hanno visto un parlamentare e lo hanno contestato non in quanto Di Pietro, ma in quanto politico. Tuttavia - ha sottolineato - trovo masochistico prendersela con Di Pietro e non con la Gelmini".
I motivi della protesta Anche perché, ha ricordato D’Errico ribadendo i motivi della protesta, "alle 87.500 cattedre e 40mila posti Ata tagliati subito si aggiungono gli 80mila docenti ed i 20mila posti Ata che saranno tagliati in cinque anni, per via della riduzione delle ore per materia, della creazione di licei quadriennali, e del taglio dell’eliminazione del tempo prolungato nelle scuole medie". Su questi temi Unicobas denuncia "il silenzio dell’opposizione", contro una riforma che "riduce i docenti a impiegati".
Contro Di Pietro "Questa manifestazione è auto-organizzata e non ci devono essere bandiere di partito, soprattutto di un partito che ha partecipato a quel percorso di precarizzazione della scuola, iniziato con il ministro Berlinguer e arrivato fino a oggi con la riforma Gelmini. Un processo che noi vogliamo fermare". Sirio, studente del liceo classico Mamiani, spiega così le motivazioni per cui gli studenti hanno bloccato l’intervento di Antonio Di Pietro e chiesto di togliere le bandiere del suo partito che all’inizio della protesta venivano sventolate insieme a quelle Unicobas.
Corteo a Milano Nell’ambito della mobilitazione della scuola in varie
città contro il dl Gelmini, al grido di "Gelmini noi ti bocciamo",
anche i ragazzi delle scuole superiori di Milano e provincia, organizzati
dal coordinamento dei comitati studenteschi, stanno sfilando in corteo
da piazza Cairoli a piazza Fontana. La protesta degli oltre mille studenti,
secondo gli organizzatori, si concentra su alcune innovazioni della riforma
proposta dal ministro dell’Istruzione: tagli per 8 miliardi di euro in
tre anni, riduzione del personale docente e non, voto in condotta, conferma
degli esami di riparazione, buoni scuola per le private e "una scuola sempre
più simile a una azienda".
REUTERS
Scuola, in migliaia a Roma a corteo contro riforma
venerdì 3 ottobre 2008 15:13
ROMA (Reuters) - Diverse migliaia tra insegnanti e studenti hanno manifestato oggi contro la riforma della scuola -- che prevede tra l'altro il ritorno al "docente unico" per le elementari -- radunandosi davanti alla sede del Ministero dell'Istruzione a Roma con slogan e striscioni contro il ministro Maria Stella Gelmini.
Lo ha riferito oggi Unicobas Scuola, il sindacato della scuola, che ha organizzato la manifestazione odierna.
Secondo Unicobas alla manifestazione -- che si è svolta stamani dalle 9 alle 13 -- hanno preso parte circa 5.000 tra studenti e insegnanti.
Nel mese di ottobre -- il 16 e il 17 -- sono previste altre due manifestazioni di protesta organizzate da diverse sigle sindacali del mondo della scuola.
AGI
DI PIETRO, IL GOVERNO SI E' FREGATO 8 MLD DI EURO
"Contestiamo il governo e questa maggioranza che butta fumo negli occhi
ai cittadini con il voto in condotta e poi sottrae l'arrosto vero, fregandosi
8 miliardi dalla scuola". Cosi' il leader dell'Idv Antonio Di Pietro,
che e' rimasto alcuni minuti in piazza assieme ai manifestanti di Unicobas
che protestano davanti al ministero dell'Istruzione contro la riforma Gelmini.
"Contestiamo - ha sottolineato Di Pietro, che e' stato fischiato da un
gruppo di manifestanti - chi pensa che l'insegnante unico possa insegnare
anche materie che non conosce come l'informatica e l'inglese. Contestiamo
- ha aggiunto - che il governo abbia cominciato dalle elementari, l'unica
scuola che funziona. Siamo convinti che se bastasse una riforma deve essere
fatta dove le cose non funzionano. La riduzione delle risorse comporta
un grave danno per la scuola - ha concluso - e per questo e' nostro diritto
e dovere protestare".(AGI) - Roma, 3 ott. - (AGI)
LA STAMPA
3/10/2008 (11:38) - LA MANIFESTAZIONE
Scuola, cinquemila in piazza contro la riforma Gelmini
Slogan e striscioni contro il ministro dell'Istruzione
Proteste e slogan davanti al
Ministero della Pubblica istruzione
ROMA
Sono alcune migliaia (cinquemila, secondo gli organizzatori) i militanti
di Unicobas che manifestano davanti al Ministero della Pubblica istruzione
contro la riforma Gelmini. È il ministro il principale bersaglio
di slogan e striscioni, a partire da quello srotolato sulla scalinata del
Ministero: «Contro la Gelmini nemica dei bambini». Grande entusiasmo
per la goliardica iniziativa «Tagliamo la Gelmini», con una
bambola gonfiabile che richiamava il ministro dell’Istruzione, vestita
con abiti che i manifestanti hanno pubblicamente strappato, ad indicare
simbolicamente che non è il personale della scuola a dover subire
i tagli.
Brevi momenti di tensione all’arrivo in piazza del leader dell’Italia dei Valori, Antonio Di Pietro: alcuni gruppi di manifestanti, specie i più giovani, lo hanno accolto con fischi e al grido di «Buffone, buffone». Di Pietro si è intrattenuto brevemente con i manifestanti ed i giornalisti, senza parlare al megafono, ed ha poi lasciato la piazza. Minimizza l’episodio Stefano D’Errico, segretario nazionale Unicobas: «Di Pietro su questi temi fa seriamente l’opposizione e come sindacato abbiamo gradito la sua presenza. Purtroppo tra i giovani e gli studenti prevale un indistinto antipolitismo. Hanno visto un parlamentare e lo hanno contestato non in quanto Di Pietro, ma in quanto politico. Tuttavia - ha sottolineato - trovo masochistico prendersela con Di Pietro e non con la Gelmini».
Anche perchè, ha ricordato D’Errico ribadendo i motivi della protesta, «alle 87.500 cattedre e 40.000 posti Ata tagliati subito si aggiungono gli 80.000 docenti ed i 20.000 posti Ata che saranno tagliati in cinque anni, per via della riduzione delle ore per materia, della creazione di licei quadriennali, e del taglio dell’eliminazione del tempo prolungato nelle scuole medie». Su questi temi Unicobas denuncia «il silenzio dell’opposizione», contro una riforma che «riduce i docenti a impiegati».
CronacaQui :: CRONACA
Proteste contro il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini
Scuola: Roma e Milano scendono in piazza, le foto dei due cortei
ROMA - Non si fermano le proteste del mondo della scuola e delle opposizioni
contro il piano del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, difesa
a spada tratta dalla maggioranza, anche se non mancano i distinguo, soprattutto
nel centrodestra a livello locale. In una giornata che ha visto gli studenti
scendere in piazza a Milano e a Roma, dove davanti a Viale Trastevere hanno
manifestato anche gli Unicobas e l'Italia dei
Valori, c'é da registrare il forte malumore della Cisl che si è
detta pronta allo sciopero, dopo l'altolà posto dal leader della
Cgil, Guglielmo Epifani, sabato scorso. Davanti alla sede
del ministero si sono concentrati gli insegnanti degli Unicobas, che hanno
protestato contro "questo ministro che vuole reintrodurre insieme al maestro
unico il pensiero unico, con un meccanismo autoritario che porta a una
scuola di regime". Parole condivise da Antonio Di Pietro, leader dell'Idv
che ha organizzato il sit in con gli Unicobas: "La destra è convinta
che può decidere senza ascoltare nessuno come succedeva nel ventennio
e che il popolo obbedisce di conseguenza. Questo sta facendo la Gelmini".
Qualche momento di tensione si è avuto quando un gruppo di studenti
ha criticato proprio Di Pietro: "Questa manifestazione è auto-organizzata
e non ci devono essere bandiere di partito". A Milano, al grido di "Gelmini
noi ti bocciamo", hanno protestato un migliaio di ragazzi delle scuole
superiori organizzati dal Coordinamento dei comitati studenteschi: sotto
accusa "tagli per 8 miliardi di euro in tre anni, riduzione del personale
docente e non, voto in condotta, conferma degli esami di riparazione, buoni
scuola per le private e "una scuola sempre più simile a una azienda".
In attesa della mobilitazione in 40 città organizzata dall'Unione
degli Studenti per il 10 ottobre e della manifestazione nazionale dei Cobas
di una settimana dopo, resta alta la tensione anche a livello dei sindacati
confederali. Dopo l'annuncio della disponibilità della Cgil per
uno sciopero generale, anche la Cisl si è detta pronta allo sciopero
se il Governo non si siederà ad un tavolo di discussione con le
forze sociali, le Regioni ed i Comuni sulla riforma della Scuola. Lo ha
annunciato il segretario nazionale della Cisl, Raffaele Bonanni: "Siamo
d'accordo con quello che ha detto il Presidente della Repubblica: le riforme
- ha detto Bonanni - vanno fatte ma devono sempre rafforzare il diritto
allo studio e ogni cittadino deve esser messo in grado di essere pari ad
un altro. La fretta del Governo testimonia che non si vuole discutere per
tagliare e non render conto di un servizio che và riformato ma anche
meglio garantito". Mentre la Camera ha concluso il dibattito generale sugli
emendamenti al decreto Gelmini (il testo tornerà all'esame dell'aula
lunedì con le votazioni sugli emendamenti e sugli articoli e la
possibile fiducia) la politica si divide nettamente pro e contro la riforma.
Anche se non mancano i distinguo nel centrodestra a livello locale "Se
toccano una sola scuola della Valsesia mi farò incatenare ai cancelli
del ministero a Roma" ha detto il presidente del Consiglio provinciale
di Vercelli, Piero Bondetti, della Lega Nord Piemonte. 03/10/2008
LA STAMPA.IT 4.10.08
Probabile uno sciopero il 31 ottobre
Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni, all'assemblea nazionale
svoltasi questa mattina al palazzetto dello sport di Roma
Dopo le parole di Bonanni si va verso la mobilitazione unitaria
Gelmini: «Avanti ugualmente»
ROMA
Dopo un inizio d’anno scolastico all’insegna delle iniziative autonome,
i sindacati della scuola cambiano strategia e si orientano verso lo sciopero
generale unitario: sciopero che con buone probabilità potrebbe svolgersi
il 31 ottobre. Alle dichiarazioni della Cgil di una settimana fa e di oggi
del leader Cisl, Raffaele Bonanni, secondo cui la piazza è ormai
l’unica soluzione per dire no ai tagli imposti dal governo, si sono subito
unite quelle della Uil che ha detto di far voler partire subito con la
mobilitazione e di mettere ormai seriamente in conto la possibilità
di andare allo sciopero.
«Parte un percorso di mobilitazione nazionale con obiettivi chiari e concreti - ha dichiarato Massimo Di Menna, segretario della Uil Scuola - mobilitazione che si concluderà, in assenza di risposte, con lo sciopero generale della scuola, per la cui proclamazione sono state già attivate le procedure di conciliazione previste dalla legge». La Uil nei giorni scorsi è stato tra i confederali il sinda cato meno orientato a scendere in piazza, se non dopo un’attenta analisi della situazione. Anche a livello locale: basti pensare che in settimana in Lombardia Flc-Cgil, Cisl Scuola e Cisl Università hanno proclamato lo stato di agitazione e hanno fissato la data dello sciopero per il 5 novembre. Senza nessuna adesione, almeno sinora, da parte degli altri sindacati.
Ora però, complice anche il fatto che il governo sembra voler porre la fiducia sul dl Gelmini già a partire dalla prossima settimana, i tempi per un’azione di protesta più incisiva ci sono tutti. Anche perché sino ad oggi «il confronto sul piano programmatico, che interviene sull’intero sistema scolastico, si è limitato ad una informativa - sostiene Di Menna - invece sono molti gli aspetti che hanno bisogno di essere rivisti: riguardano direttamente la qualità della scuola e le ricadute sul lavoro del personale». Oltre ai tagli, la Uil insiste «sulle basse retribuzioni» dei lavoratori del settore istruzione, «che non fanno la qualità della scuola e sono alla base - sempre secondo il segretario Uil di comparto - del disagio che vivono i lavoratori della scuola e della mobilitazione proclamata oggi».
A questo punto, alla luce dell’appello fatto nei giorni scorsi dalla Gilda ad unire le forze, tra le organizzazioni sindacali firmatarie del contratto rimane solo lo Snals a non essersi espressa ancora con chiarezza a favore dello sciopero: qualora anche il sindacato autonomo dovesse aderire il 90 per cento dei dipendenti della scuola sarebbe chiamato a scendere in piazza. Ed anche i sindacati con meno iscritti, pur con non poche remore, non dovrebbero farsi scappare l’occasione: ieri il leader Unicobas ha infatti dichiarato che «saremmo disposti ad aderire ad uno sciopero unitario contro l’opera demolitrice del governo sulla scuola, anche se non si può non tenere conto che questo atteggiamento attendista non porta da nessuna parte visto che la prossima settimana potrebbe già essere votato il dl 137».
Da Marco Paolo Nigi, leader dello Snals-Confsal, non arrivano conferme, ma nemmeno smentite: qualora le richieste sindacali - con in testa lo spostamento dei tagli su altre `vocì scolastiche non essenziali ed il mantenimento del pluri-maestro alle elementari - non fossero «sostanzialmente recepite - ha affermato Nigi - la mobilitazione sarà decisa e forte». I tempi per unirsi alla ormai inevitabile mobilitazione unitaria del resto ci sono: considerando che questo mese è già sceso in piazza l’Unicobas (ieri) e il 17 sarà la volta dei Cobas, un’eventuale sciopero non potrebbe infatti essere indetto prima della fine del mese di ottobre. Una data probabile potrebbe essere quella dell’ultimo giorno del mese: per venerdì 31 ottobre, infatti, Flc-Cgil, Cisl e Snals hanno già indetto uno sciopero per i dirigenti scolastici.
La riforma dell’istruzione proseguirà nonostante le contestazioni
a cui è sottoposta. È ferma nella sua posizione il ministro
Mariastella Gelmini, questo pomeriggio a Milano alla Festa della libertà.
«Mi auguro che sia confronto e serenità - ha detto - nonostante
le contestazioni io andrò avanti nel rispetto di chi la pensa diversamente
da me». Il ministro ha, tuttavia, auspicato che alcune riforme come
quella della scuola passino dal Parlamento in modo che possano essere condivise
da tutte le forze politiche. «Alcune riforme devono prendere la via
parlamentare perchè nel caso della scuola si ha bisogno di stabilità
e non si può esporre la scuola alle decisioni di un Governo pro
tempore».
Roma. Non si fermano le proteste del mondo della scuola e delle opposizioni
contro il piano del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, difesa
a spada tratta dalla maggioranza, anche se non mancano i distinguo, soprattutto
nel centrodestra a livello locale. Ieri studenti in piazza in tutta Italia.
A Roma la protesta è confluita davanti alla sede
del ministero. Hanno manifestato anche gli Unicobas e l’Italia dei Valori.
Forte la tensione anche nel mondo sindacale: dopo l’altolà della
Cgil anche la Cisl si è detta pronta allo sciopero. A Milano, al
grido di «Gelmini noi ti bocciamo», hanno protestato un migliaio
di ragazzi delle scuole superiori organizzati dal Coordinamento dei comitati
studenteschi. A Roma, in viale Trastevere, gli insegnanti
dell’Unicobas hanno manifestato insieme al partito di Di Pietro.
Ma il fronte della protesta si allarga: il 10 ottobre mobilitazione in
40 città organizzata dall’Unione degli Studenti, per la settimana
successiva manifestazione nazionale dei Cobas, mentre anche la Cisl minaccia
lo sciopero. Intanto, mentre la Camera ha concluso il dibattito generale
sugli emendamenti al decreto Gelmini la politica si divide pro e contro
la riforma. Contrari al piano della Gelmini anche alcuni esponenti locali
del centrodestra.
Studenti e professori manifestano contro la Gelmini, la riforma incide
negativamente sulla qualità della scuola
Una folla di ragazzi e di insegnanti è radunata
davanti al ministero dell’Istruzione, in Viale Trastevere, a Roma, sventolando
striscioni, in mezzo a bandiere dell’ Unicobas e dell’Italia dei Valori
(promotori dell’iniziativa), per protestare contro il decreto legge 137
del ministro Gelmini. Gridano in coro “ministro Gelmini affacciati
alla finestra’’, “Buffoni’’ e si muovono al ritmo della musica che fa da
sottofondo alla manifestazione. Gli studenti presenti arrivano da ogni
quartiere di Roma, da Prati a Monteverde, da Salario a Piramide. “Vogliono
farci capire - spiega Federico, del liceo classico Mamiani - che dobbiamo
essere ubbidienti e disciplinati già da scuola per poi inserirci
direttamente in fabbrica e farci vivere di precariato’’. “Siamo qui - aggiunge
poi - indipendentemente dal colore politico, perchè la scuola è
una questione seria che va al di la’ dell’appartenenza ad un partito’’.
L’insegnante Fringuelli, della scuola primaria G.B.Grassi, lamenta invece
che “questa non e’ una riforma della scuola: nel testo non c’e’ una parola
di pedagogia, si parla solo di tagli economici’’. In particolare insegnanti
e studenti sono qui per difendere a spada tratta la scuola pubblica: ‘’il
maestro unico, l’innalzamento del numero di bambini per classe peggiorano
la qualita’ dell’istruzione - dicono le insegnanti Ferretti e Graziano
della scuola primaria Fanelli e Marini di Ostia Antica - in tal modo si
accosta la affossa la scuola pubblica e si favorisce la privata’’.
AUDIO NEWS 3.10.08
Riforma Gelmini, partono le proteste
17.52: Ancora proteste contro la riforma scolastica del ministro Gelmini. Contro i tagli alle cattedre, il maestro unico e il voto in condotta, oggi in circa 4mila -tra docenti e studenti- sono scesi in piazza a Roma, aderendo allo sciopero indetto da Unicobas. Ma è solo l'inizio.