Unicobas scuola
Ufficio Stampa della Segreteria Nazionale
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COMUNICATO STAMPA 6.11.2001
CI RISIAMO. UN'ALTRA INACCETTABILE PROPOSTA DI "RIFORMA":
DAI 30 AI 40.000 POSTI A RISCHIO
A ROMA IL 12 NOVEMBRE MANIFESTAZIONE UNITARIA SOTTO IL MINISTERO DELL'ISTRUZIONE
Purtroppo, in questo Paese, in materia scolastica, la fucina della "riforma" è un po' come la mamma dei cretini: sempre gravida ma sempre improvvida. Il piatto precotto che - scorrettamente rispetto alle promesse di un ampio confronto negli stati generali della scuola vaticinati dalla Moratti - la Commissione incaricata vuole scodellare agli italiani è assolutamente indigesto per la qualità della scuola della Repubblica, così come (al solito) offensivo e deflagratorio sotto il profilo sindacale. Il taglio sic et simpliciter di un anno alla scuola superiore di secondo grado produrrebbe infatti una riduzione dei programmi sui "saperi forti" e l'eliminazione di decine di migliaia di cattedre. Neanche la segmentazione in due rami basterebbe a contenere i tagli d'organico, mentre introdurrebbe un principio inaccettabile: solo il Liceo Classico (che forse rimarrebbe di 5 anni) sarebbe la vera scuola, mentre lo Scientifico, gli Artistici, i Professionali ed i Tecnici diventerebbero scuole ancellari e residuali, per soggetti deboli ed "atipici" o nuovi "servi della gleba". E' una riedizione della scuola del Minculpop, con l'aggravante di una gestione direttamente funzionale alla Confindustria, per tranches di istruzione proletarizzate e deprivate atte a sfornare "materiale umano" docile per un mercato del lavoro con sempre meno garanzie o direttamente per settori sociali a "disoccupazione organica". Siamo di fronte al ritorno di quell'avviamento professionale battuto in Italia dal '63 con la creazione della Media unica: infatti all'inizio dell'ultimo anno della futura media l'alunno dovrebbe scegliere "l'indirizzo", affinché la "scrematura", il grosso dei giovani, venga dato in pasto ad una scuola-parcheggio o a percorsi monoprofessionalistici e di serie B (a durata ridotta, alcuni addirittura triennali). Un'aggravante: al momento la Commissione non lascia trapelare che la gestione di tali corsi dovrebbe essere "mista", tramite la creazione di agenzie formative a capitale pubblico-privato. Infine è assolutamente improponibile, soprattutto sotto il profilo didattico, la creazione di una sorta di "scuola di base a punti". Invece di far entrare a pieno titolo nell'obbligo scolastico l'ultimo anno della scuola dell'Infanzia (un elemento corretto della riforma Berlinguer poi fatto decadere dalla componente catto-integralista), si fornirebbe un "bonus" annuale "spendibile" nel corso delle Elementari: oltre ad un altro taglio degli organici, siamo di fronte alla follia! Si pensa forse che i pre-requisiti assunti alle materne possano surrogare le prime, fondamentali, competenze di base strutturate? Se la "riforma" passasse così, verrebbero eliminate, fra superiori ed elementari, 30 / 40.000 cattedre. L'Unicobas si batterà per riformare la controriforma: ingresso dell'ultimo anno della scuola dell'Infanzia in un obbligo scolastico vero (non il semplice ed inutile "obbligo formativo") da portare per legge a 18 anni per tutti e creazione di un baccellierato di tipo europeo post-secondaria riconosciuto in sede universitaria come anno di orientamento e affidato ai docenti del Superiore nel caso di una riduzione dello stesso a 4 anni. Potenziamento dei saperi classici in tutti i percorsi formativi e nessun ritorno indietro a logiche avvilenti e discriminanti per la popolazione studentesca. Nessuna trasformazione della scuola in un servizio per gli appetiti del capitale speculativo o privatizzazioni dell'istruzione, nessun vantaggio per agenzie e scuole private!
Sempre più motivi, quindi, per lo sciopero del 12 novembre, che si preannuncia come una grande occasione per riaffermare l'importanza della scuola pubblica. A Roma, manifestazione unitaria sotto il Ministero dell'Istruzione (h. 10.00): una grande mobilitazione che vede Unicobas, CGIL e Gilda insieme per una nuova centralità sociale della funzione docente, maggiori stanziamenti percentuali rispetto al PIL, investimenti adeguati ad una retribuzione di livello europeo nel nuovo contratto (l'attuale scade a Dicembre), l'eliminazione totale del pacchetto scuola previsto nella Legge Finanziaria, incrementi di organico per il personale amministrativo, tecnico ed ausiliario.
Stefano d'Errico (Segretario Nazionale dell'Unicobas scuola)