Unicobas scuola

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COMUNICATO STAMPA 7.8.2000

FINANZIARIA. RETRIBUZIONI SCUOLA: NULLA DI FATTO!

STATO DI AGITAZIONE DAL PRIMO GIORNO DI SCUOLA.

Alla luce dei magri stanziamenti contenuti nel Documento di Programmazione Economica, risulta evidente che il Governo Amato ed il Ministro De Mauro, in linea con i loro predecessori, sono capaci solo di promesse da marinai.

Di fronte ai fatti le chiacchiere sfumano: 1) La parte economica del contratto scuola è scaduta da Dicembre ‘99, ma la contrattazione con CGIL, CISL, UIL e SNALS è ancora chiusa in un tunnel senza sbocchi. Intanto gli insegnanti italiani rimangono salarialmente all’ultimo posto in Europa. 2) L’Amministrazione preferisce trattenere i 1.260 miliardi stanziati per un 20% di “eletti” che dovevano venire selezionati con l’indegno concorsone cancellato dalle lotte, piuttosto che distribuirli per attivare una prima indennità docente, nonostante gli insegnanti siano pressoché gli unici nella scuola a non veder riconosciuta alcuna indennità di funzione. 3) Il “Disordino” dei Cicli non è stato minimamente rivisto, nonostante sia ormai universalmente riconosciuta la sua inadeguatezza ed estemporaneità. Il taglio di 80.000 cattedre grava come una scure sul corpo docente, mentre la sicura riduzione del valore degli insegnamenti grava sulla qualità della scuola. 4) Il personale amministrativo ed ausiliario non ha trovato alcuna soluzione ai problemi aperti da un aumento generalizzato non retribuito dei carichi di lavoro. A quanti provengono dagli Enti Locali è stata anche negata la fruizione dei diritti acquisiti. 5) Il piano cosiddetto di “dimensionamento” sta riducendo la capillarità dell’offerta formativa a danno dell’utenza, mentre crea uno stato di caos per il personale addetto alle 3.000 scuole soppresse o accorpate.

L’Unicobas non starà certo a guardare. Sin dal primo giorno di scuola il personale tutto entrerà in agitazione, per contrastare la logica di “un’autonomia” imposta come “autogestione della miseria”, aziendalizzazione e strapotere dei presidi. SIN DAL MESE DI OTTOBRE L’ESECUTIVO DOVRA’ FRONTEGGIARE UNA RIVOLTA GENERALIZZATA ED UN FORTE SCIOPERO UNITARIO DELLA SCUOLA.

La protesta andrà fatalmente a gravare su di un apparato politico e sindacale che si mostra, giorno dopo giorno, sempre più incapace di governare la situazione. Ne sono aperta dimostrazione il mancato rispetto dei tempi relativamente alle graduatorie dei supplenti e dei concorsi, nonché i recenti fatti di corruzione, elementi che faranno slittare l’assegnazione dei docenti alle classi e favoriranno un indecente valzer delle cattedre che realisticamente si protrarrà almeno sino al mese di Gennaio.

Non si vede la fine dello stato di crisi profonda nel quale è stata gettata la scuola. Le ricette di De Mauro non risolveranno alcunché neanche rispetto alla ventilata riforma dei concorsi. De Mauro rimane succube della logica concorsopatica sostenuta dai Confederali e dallo SNALS. I futuri “valutatori imparziali” che dovrebbe sfornare il Ministero non darebbero certo più garanzie dei commissari attuali. Sarebbero sempre reclutati con il placet delle varie lobby provveditoriali e sindacali. Nè si risolve il problema affermando una triennalizzazione dei concorsi, peraltro già prevista per legge (e disattesa) da anni. Infine, le prove rimarrebbero estemporanee e la valutazione non potrebbe venire consolidata con corsi ed effettuata in itinere. La soluzione è sì l’istituzione di lauree adeguate, valide e non riduttive sotto il profilo disciplinare (ed in questo sono negative quelle in procinto di venire varate) ma con esami obbligatori di metodologia, didattica e psicologia dell’età evolutiva, comprendenti almeno un anno di tirocinio pratico full time, ma a patto che siano tutte direttamente abilitanti all’insegnamento, e che poi si formino graduatorie uniche di ambito provinciale per assumere direttamente i più meritevoli, senza alcun concorso o “abilitazione” successiva. Occorre eliminare i concorsi e, nel frattempo, assumere solo i precari, con un selettivo tutoraggio sul campo (piuttosto che con farsesche abilitazioni riservate attuate ancora secondo la logica del corso-concorso). Occorre creare un ordine, elaborare un rigido codice deontologico della funzione docente e finalmente retribuire gli insegnanti come professionisti.

Stefano d’Errico (Segretario Nazionale dell'Unicobas scuola)