L'ASSEMBLEA NAZIONALE DEI COMITATI PER UNA BUONA SCUOLA PER LA REPUBBLICA,

riunita a Roma il 10 settembre 2006,

esprime grande soddisfazione per il raggiungimento del suo primo obiettivo: la presentazione alla Camera dei Deputati della Legge di Iniziativa Popolare "Per una Buona Scuola per la Repubblica" (LIP), forte delle sue oltre 100 mila firme.

Auspica pertanto che il Parlamento possa mettere al più presto in discussione il testo della LIP, frutto di un vasto lavoro di discussione ed approfondimento dentro ai movimenti anti-Moratti, nelle scuole e nelle città, ma che rimanda ad una ancora più vasta e necessaria consultazione e coinvolgimento di tutto il mondo della scuola.

Riconferma, al fine di poter progettare e costruire una Buona Scuola della Repubblica, la necessità che venga completamente abrogata la legge 53/03 e i decreti attuativi fin qui emanati, a partire dal decreto 59/04 e i seguenti, compresi quelli già sottoposti a proroga su iniziativa del ministro Fioroni.

Valuta pertanto l'azione dell'attuale Ministero della Pubblica Istruzione ancora insufficiente, spesso solo annunciata e ancora priva degli strumenti normativi necessari a tradurre tali annunci in cambiamento reale e opportunità per la Scuola della Repubblica.

Obietta più in generale che il metodo del cacciavite scelto per smontare  la controriforma Moratti possa condurre al vero superamento di questa, rimanendo immutati le norme ed il quadro valoriale di riferimento della legge 53 e dei suoi decreti attuativi.
Nonostante ciò l'Assemblea rivendica al movimento il merito di aver fortemente influenzato il fronte politico, specie in riferimento al metodo partecipativo con cui è stata scritta la legge Buona Scuola, di averlo indotto a metter mano ai problemi della scuola e di aver quindi contribuito al raggiungimento di parziali obiettivi.

Pensiamo

· al superamento del Tutor, pur rimanendo l'insidia che questo sopravviva nella versione del "maestro prevalente" che rappresenta comunque un'inversione di tendenza, per nulla contrastata dal ministero, rispetto alla gestione didattica corresponsabile e paritaria del team docente

· all'esclusione del Portfolio dalla sfera della valutazione, pur rimanendo la facoltatività delle scuole ad adottarlo con altre finalità. 

· al ripristino di una scheda di valutazione riguardante esclusivamente le materie curricolari obbligatorie, con esclusione quindi della religione cattolica, ma per cui poniamo l'esigenza che sia unica sul territorio nazionale, anche per le implicazioni che questo può avere sui titoli di studio 

· alla riduzione delle prove INValSI da generali a prove a campione, pur rimanendo integra la nostra critica alle metodologie basate sui test e aperta una palese contraddizione: scuole che adottano programmi di riferimento differenti - in virtù dell'Autonomia Scolastica, improvvidamente incoraggiata in questo senso, e della perdurante confusione  sulla coesistenza dei Programmi del '79, dell'85 e del '91 e delle Indicazioni Nazionali - non possono essere valutate col medesimo metro sulla base di test nozionistici.

· alla sospensione dell' "anticipo" nella scuola dell'infanzia, mentre non viene toccato quello alla scuola elementare

· all'annuncio, nella Direttiva Ministeriale del 25 luglio, dello sviluppo del Tempo Pieno e Tempo Prolungato, che però rimangono abrogati dal decreto 59

· all'elevamento dell'Obbligo Scolastico a 16 anni con l'istituzione di un biennio riformato, del quale tuttavia non è ad ora affatto scontata l'unitarietà, che dovrebbe essere invece conseguenza inevitabile dell'elevamento dell'obbligo stesso. Deve essere ribadita la netta distinzione tra scuola e formazione professionale, tra percorsi scolastici e percorsi professionalizzanti postobbligo e postdiploma.

· all'annunciata revisione delle Indicazioni Nazionali, che tuttavia nel frattempo non sono state "disattivate" e continuano a incombere veicolate dai libri di testo


Tutte queste iniziative e promesse stanno sicuramente contribuendo a creare un clima di maggior serenità nelle scuole, pesantemente adombrato peraltro dalle insistenti indicazioni di "necessità" di tagli, nella prossima legge finanziaria, per il comparto della scuola.
Ma si sta per contro anche ingenerando in molti un'eccessiva ed infondata fiducia nell'azione di governo.
Lo stesso linguaggio dei documenti ministeriali, in particolare quello usato nella Nota di Indirizzo del 31 agosto, che appare vicino in alcuni punti al linguaggio della Buona Scuola, non deve indurre nessuno a ridurre l'attenzione critica e l'approfondimento dei contenuti, né a rinunciare alla battaglia per realizzare non solo ciò che per ora è solamente stato annunciato, ma più in generale per costruire una scuola dell'inclusione e della cittadinanza, secondo il dettato costituzionale.

L'Assemblea, nel ribadire la sua preoccupazione per il dibattito in corso nel Governo circa i tagli annunciati alla scuola e alla ricerca, auspica che si realizzi fin da subito quell'inversione di tendenza tanto attesa dal mondo della scuola: valori, maggiore attenzione, investimenti, risoluzione del problema del precariato.

L'Assemblea ha poi approvato un calendario di iniziative ed impegni tendenti a promuovere la Legge di Iniziativa Popolare a livello istituzionale e a livello mediatico, a raccordare i punti contenuti al suo interno con le emergenze e la reale agenda politica e sindacale del paese e a coinvolgere tutto l'arco di realtà di cui è composto il movimento in una discussione che riguardi tutti i punti di maggior urgenza e criticità, per agire insieme e per approfondire il dibattito sui temi più di fondo e di prospettiva.

Sono stati incaricati i comitati di Roma di organizzare, indicativamente per sabato 14 ottobre, un evento-festa di presentazione ufficiale della LIP ai Presidenti di Camera e Senato, con la presenza qualificata di tutte le forze politiche e associative e dei parlamentari eletti che l'hanno sottoscritta. A seguire, nella stessa giornata, si organizzerà un incontro sulle tematiche più urgenti fra quelle affrontate dalla LIP:

· riflessione critica sull'autonomia scolastica;

· ripristino normativo del Tempo Pieno come descritto nella nostra legge; 

· programmi e indicazioni nazionali, metodologie didattiche; 

· obbligo scolastico da assolvere esclusivamente all'interno del canale dell'istruzione (biennio unitario) e formazione professionale postobbligo e postdiploma;

· risorse (personale, finanziamenti, edilizia scolastica).

Questo incontro ci permetterà di definire una piattaforma di obiettivi da raggiungere  entro dicembre, se si vogliono realizzare i primi cambiamenti concreti nella scuola già dall'anno scolastico 2007/08. A questa pubblica occasione di confronto sulla legge popolare e sulle soluzioni che essa propone per risolvere i nodi suddetti, inviteremo il ministro ed i suoi collaboratori, tutti i partiti, i sindacati, le associazioni e i movimenti.

Al più presto si provvederà ad aprire uno spazio di dibattito sul sito leggepopolare.it in raccordo (web ring) con tutti i siti che saranno disponibili.

Intorno alla metà di novembre, nell'ambito della settimana europea di mobilitazione per l'Educazione promossa dal Forum Sociale Europeo, si intende organizzare un convegno con ospiti europei sui temi più di fondo e di prospettiva della scuola: dal tema dell'Autonomia e dell'Autogoverno a quello degli standard formativi, da quello dell'Obbligo Scolastico a quello del Biennio, dalle tendenze tecnocratiche delle scuola delle competenze a quello delle finalità dell'educazione in una società che vuole andare oltre l'appiattimento generato dalla  competitività e dal profitto.

Auspichiamo che ogni realtà organizzi incontri su questi temi al fine di rafforzare un pensiero comune e procedere con la pratica della condivisione alla costruzione di una Buona Scuola per la Repubblica