Abbiamo appreso dalle dichiarazioni della viceministro Bastico a Pisa  che i docenti inidonei all'insegnamento utilizzati nelle biblioteche -ma anche nei laboratori e nei progetti d'istituto- svolgono un lavoro squisitamente amministrativo (contrariamente a quanto in questi anni è stato asserito da disposizioni ministeriali, pareri della magistratura amministrativa, contratti, dove è sempre posto l'accento sul carattere non meramente amministrativo delle mansioni che i docenti inidonei devono svolgere, in quanto la tipologia di mansioni deve essere adeguata al loro "status" di docente - si veda il Parere del Consiglio di stato del 18.4.1985, richiamato
dalla Circ. min. n.29 del 14.2.1990: le funzioni cui adibire gli interessati devono essere prioritariamente quelle connesse alla funzione istituzionale). Svolgendo un lavoro amministrativo,  è pertanto giusto, secondo la viceministro, che i docenti inidonei vengano scorporati dal corpo insegnante.
Ne consegue che la promozione della lettura, l'educazione alla ricerca, la consulenza agli utenti, la catalogazione per abstract ed indicatori, siano attività amministrative.

Abbiamo appreso, altresì, che un venturo programma di sviluppo delle biblioteche scolastiche vedrà impegnati docenti curriculari non meglio identificati. Ci sembra giusto, visto che le stesse Linee Guida Ifla, riconosciute e adottate in tutto il mondo, raccomandano che il bibliotecario scolastico possegga competenze didattiche.

Ma è qui che osserviamo contraddizioni di fondo.

1. Come mai un lavoro prima definito amministrativo viene poi affidato a docenti?

2. I docenti inidonei posseggono competenze didattiche derivanti da decenni di insegnamento e si sono specializzati in biblioteconomia, attraverso corsi indetti dal Ministero dell'Istruzione, da enti di ricerca e da enti locali.

3. al contrario i docenti curriculari
    - non hanno preparazione specifica, se non in rari casi
    - non la potranno acquisire in breve tempo e a meno di ulteriori stanziamenti di spesa
    - non si capisce quale e quanto tempo potranno dedicare alle biblioteche (o ad altri progetti e attività extracurriculari) se non distogliendone all'insegnamento o attraverso ore aggiuntive da remunerare. Nell'uno e nell'altro caso tali attività costituiranno un aggravio di spesa per il pagamento di supplenti o delle ore di lavoro straordinario.

(Queste osservazione sono peraltro ben documentate dagli interventi degli iscritti al corso "Biblioscuole", promosso dal Ministero dell'Istruzione, che hanno evidenziato come i veri contributi validi e di spessore provengano dai docenti inidonei, mentre nei docenti curriculari manchino le basi della biblioteconomia e persino dell'uso delle nuove tecnologie)

Per questi motivi riteniamo che le valutazioni della viceministro Bastico siano pretestuose e strumentali a una logica dei numeri, atta semplicemente ad escludere gli inidonei dal novero dei docenti, per abbassare la media insegnanti/alunni.
E' questa una politica miope, superficiale e incompetente (al pari di quella del precedente governo) che non tiene conto delle indicazioni internazionali e della semplice realtà delle scuole italiane.
Il nostro ordinamento, statico di fronte alle diverse sollecitazioni ed esigenze del mondo educativo, ha bisogno di figure di raccordo e mediazione. La biblioteca scolastica è uno dei luoghi deputati all'ascolto dei bisogni formativi e allo sviluppo dell'apprendimento autonomo.
In questi anni -specialmente negli ultimi dieci- i docenti inidonei hanno dimostrato di poter assolvere a questi compiti. Il loro allontanamento sarà inutile e controproducente perchè dovranno lasciare un lavoro, in cui sono proficuamente utilizzati, per posti "di parcheggio", per i quali non hanno né attitudine né preparazione, in attesa della pensione.

CONBS
Coordinamento Nazionale Bibliotecari Scolastici
http://conbs.altervista.org/