RELAZIONE CONVEGNO MOBBING DI FRANCESCO CASAROLLI
Questo convegno vuole analizzare le modifiche delle situazioni in atto nel mondo del lavoro e le relazioni tra le persone che avvengono prevalentemente negli uffici, in fabbrica ed in qualsiasi posto di lavoro.
Si cercherà di focalizzare l'attenzione sui rapporti che intercorrono con il proprio capo, i colleghi sul posto di lavoro e con i familiari nella famiglia stessa, per verificare come si è evoluto il mobbing.
ANALISI SITUAZIONE POLITICO/SINDACALE NEL NOSTRO PAESE
Le trasformazioni legate al cambiamento delle leggi nel mondo del lavoro (vedi legge Biagi n.30/203), sancite dalla firma da parte dei confederali (cgil cisl uil ), in nome della "flessibilità" e della "liberalizzazione del mercato del lavoro" hanno introdotto forme e metodologie "speculative" a danno dei lavoratori, sconfessando anni di lotte e conquiste sindacali.
Se da un lato sono state concesse agevolazioni liberiste alle aziende attraverso una miriade di forme e metodi di assunzioni, dall'apprendistato al lavoro in affitto, che consentono un potere decisionale sempre più centrale ed unilaterale, dall'altro si è penalizzata ulteriormente la figura del lavoratore in quanto a sicurezza del posto di lavoro e certezza del reddito.
Ne è un tipico esempio l'accordo stipulato nel commercio che consente di introdurre rapporti di lavoro come apprendista , in cui i datori di lavoro possono pagare 20 euro alla settimana per i contributi previdenziali ed assumerne il 70 % dopo due anni , il part-time usato come flessibilità nella grande distribuzione, la possibilita' di trasformare l'assunzione a tempo indeterminato con l'assunzione a tempo e con il lavoro in affitto.
Si concede alla controparte di tutto e di più, anche sui diritti sindacali, dove le decisioni diventano sempre più centrali superando le verifiche democratiche tra i lavoratori.
Assistiamo pertanto ad una precarizzazione dei lavoratori, sempre piu' ricattati dal fatto che non c'è piu' in Italia la sicurezza del posto fisso, ma "varie forme di flessibilita", che stanno determinando un aumento della povertà dei lavoratori, un costante indebolimento dei diritti sindacali, una diminuzione del reddito, con conseguente aumento della pratica "mobbing".
Una volta esisteva un lavoro per la vita, oggi una vita per il lavoro.
In questo nuovo contesto la violenza psicologica è aumentata a dismisura in ragione dei "suoi" valori dominanti: il profitto e l'individualismo invece che la solidarietà.
I segnali a livello istituzionale con il governo Berlusconi sono stati chiari e forti già con il tentativo di togliere l'art.18 dello statuto dei lavoratori, proseguendo per un percorso dove l'equazione "meno diritti più libertà" è diventata una costante.
Gli ammortizzatori sociali sono diminuiti o quasi spariti, se si pensa alla C.I.G., alla mobilità ed alla disoccupazione, strumenti che consentivano di gestire situazioni di chiusura e/o riconversioni di fabbriche, fornendo un salario ridotto ma garantito ai lavoratori.
Ormai ci si orienta sempre di più verso il modello americano, dove il "privato" diventa prioritario rispetto al "pubblico" per una scelta di opportunità prettamente economica e di profitto.
Ci si avvia verso una precarizzazione programmata dei lavoratori, invece di ragionare per un salario garantito per i disoccupati e pensioni che consentano agli anziani dopo una vita di lavoro poter vivere decentemente e dignitosamente.
In questa situazione l'aumento della povertà delle famiglie a reddito fisso, la diminuzione dei diritti a vantaggio della cosiddetta "flessibilità e mobilità della manodopera", la perdita di rappresentatività dei sindacati confederali, dovuta alla cultura della sconfitta in ragione di un modello sindacale non piu basato sul conflitto ma sulla concertazione, la conseguenza che il salario dei lavoratori è uno dei più bassi di tutta Europa, hanno determinato un aumento del mobbing in Italia, dove il dato fornito da una valutazione degli esperti supera abbondantemente il milione.
Le stesse proposte di legge sul mobbing sono ferme, anche se la maggior parte di esse tentano solo di salvaguardare le aziende e non le persone.
IL MOBBING
Le sentenze che si sono pronunciate in materia sostanzialmente individuano il mobbing in atti e comportamenti ostili, vessatori e di persecuzione psicologica posti in essere dai colleghi (mobbing orizzontale) e/o dal datore di lavoro o dai superiori gerarchici (mobbing verticale) nei confronti di un dipendente individuato come vittima; atti e comportamenti intenzionalmente volti ad isolare ed emarginare la vittima nell'ambiente di lavoro e spesso finalizzati al ottenere la sua estromissione mediante licenziamento o inducendolo a dare le dimissioni (mobbing strategico o bossing )
L 'effetto di tali pratiche di sopruso è quello di comportare nel lavoratore mobbizzato uno stato di disagio psicologico e l'insorgere di malattie psicosomatiche classificate in disturbi dell'adattamento o nei casi piu' gravi , disturbi post-traumatici da stress.
Gli esperti che hanno studiato approfonditamente l'argomento hanno poi rilevato che spesso il soggetto mobbizzato ha un carattere particolarmente debole , oppure ha una personalità eccentrica o è zelante o ancora ha una anzianità troppo onerosa o è impegnata sindacalmente dove ci sono processi di ristrutturazione o di chiusura.
Gli elementi essenziali del fenomeno sono stati individuati in quattro punti ;
1. L'aggressione e la persecuzione psicologica della vittima;
2. La durata nel tempo dei comportamenti vessatore;
3. La ripetizione e/o reiterazione delle azioni ostili che le rende sistematiche;
4. L 'andamento progressivo della persecuzione psicologica che si sviluppa a seconda degli autori in quattro o sei fasi .
Ora le vessazioni psicologiche possono essere compiute o attraverso aspetti di gestione del rapporto di lavoro, come, per esempio, il demansionamento o l'inattivita' forzosa, il trasferimento, la discriminazione economica o di carriera, i controlli esasperati, i licenziamenti illegittimi, ovvero attraverso atti atipici, quali le aggressioni verbali consumate davanti ai colleghi e terzi, o ancora attraverso il graduale allontanamento della vittima dal gruppo, col suo conseguente allontanamento.
Su queste tematiche non esite una legge che regola i rapporti di lavoro legati al mobbing; quindi diventa necessario coinvolgere le forze politiche più sensibili per ottenere una legge giusta che salvaguardi la parte più debole cioè le lavoratrici e i lavoratori, visto che quando interviene il Giudice ormai il male è stato fatto.
I DATI DEL FENOMENO MOBBING
Per quanto riguarda i numeri del fenomeno, nell'arco dell'anno 2004 come Unicobas abbiamo ricevuto richieste di intervento in almeno 100 casi in Lombardia e nell'ultimo periodo anche di casi di mobbing in famiglia.
Il nostro osservatorio ha notato che le vittime di mobbing sono per la maggior parte donne (65% donne – 35% uomini). La posizione lavorativa è in prevalenza quella di impiegato, quadro aziendale e dirigenza.
Si valuta che circa il 60% dei casi si verifica nella pubblica amministrazione ed il 40% nel settore industria e privato
La maggior dei casi avviene negli enti locali dove il cambio dell'amministrazione genera "il dovere" di cambiare il dirigente o la segretaria.
Il fenomeno si è manifestato in fase acuta nel conferimento di personale dagli enti locali alla scuola pubblica.
La percentuale di mobbing orizzontale, cioè dei colleghi nei confronti del lavoratore, è intorno al 25 % dei casi.
Il dato piu' rilevante è il mobbing verticale, cioè del capo nei confronti dei propri subalterni con una percentale del 70 % dei casi.
Un altro 5 % riguarda il mobbing strategico, cioè quello studiato apposta per licenziare il lavoratore.
I dati sono di un nostro studio dal 1995 al 2004 su ben 289 casi di mobbing analizzati dal nostro sindacato in Lombardia e in Piemonte.
Altra situazione disastrosa è nelle piccole aziende, sotto i 15 dipendenti, dove i casi di mobbing non vengono quasi mai denunciati per paura di essere licenziati.
ALCUNI CASI DI MOBBING
In questo contesto voglio citare alcuni dei casi di mobbing, quelli più significativi, che hanno visto coinvolto il nostro Sindacato.
CONCLUSIONI
I dati rilevati meritano particolare attenzione ed impongono un segnale di interesse sociale che deve coinvolgere tutti i soggetti istituzionali e non attraverso inziative a sostegno dei lavoratori.
Il nostro progetto insieme con i Verdi e con gli Amici della Terra si propone di dare vita ad uno SPORTELLO per la difesa delle lavoratrici e dei lavoratori contro il mobbing, in cui si metta a disposizione tutta la competenza di avvocati, sindacalisti, medici della Clinica del Lavoro di Milano, che da anni collaborano con noi sull'argomento.
E' necessario in tal senso che le iniziative assumano carattere di continuità e di riferimento, anche attraverso una rete di collegamento.
Noi vogliamo lavorare per fornire strumenti e assistenza per difendersi dal Mobbing di fronte al nuovo CAPITALISMO SELVAGGIO, in cui si mette al primo posto il profitto, dove le persone diventano numeri, dove non esiste la sensibilità ed il rispetto delle persone.
Questo è un primo momento di studio insieme ai Verdi ed agli Amici della Terra per proseguire assieme in questa battaglia sul Mobbing visto che ci uniscono sensibilità ambientaliste e per la difesa della persona. Iniziative analoghe a breve saranno prese e non solo in Lombardia.
In tal senso abbiamo già programmato una iniziativa con un progetto comune insieme con i Verdi e con gli Amici della Terra a Cologno Monzese.
Certamente l'esperienza vissuta attraverso tanti casi di mobbing hanno
lasciato un segno indelebile nella nostra coscienza. Della mia storia ho
scritto un libro "Romanzo dannato". Ma il mio romanzo è il romanzo
di tanti, uomini e donne che, sui posti di lavoro ed addirittura tra le
stesse mura domestiche, soffrono in silenzio, hanno paura di denunciare,
hanno paura di perdere il posto di lavoro, hanno paura di restare "isolati"
di "sentirsi in un attimo imbecille". Possiamo dire a questi che non sono
soli. Oggi si aggiunge una voce in più, un altro mattone in difesa
dei diritti di chi lavora.