All’attenzione di Docenti, Genitori, Studenti, Società civile, Enti locali

            Siamo un gruppo di docenti di discipline giuridiche ed economiche della Provincia di Cremona che,  analizzato lo Schema di Decreto Legislativo concernente la Riforma del secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione, ritengono opportuno formulare alcune osservazioni da sottoporre all’attenzione della pubblica opinione.

1)      La Riforma, sia nel percorso professionale che nel sistema liceale, prevede la soppressione della disciplina da noi insegnata. Più precisamente, nel sistema liceale solo il Liceo Economico conserva l’insegnamento di Diritto ed Economia, mentre in tutti gli altri Licei tale insegnamento non è più previsto. Ciò comporta una drastica diminuzione delle cattedre di insegnamento di questa classe di concorso, tanto più grave se si pensa che attualmente la nostra disciplina è insegnata in ogni indirizzo secondario superiore, tranne nei licei classico e scientifico. Per quanto concerne l’istruzione e formazione professionale, è facilmente ipotizzabile la scomparsa della disciplina stante l’esiguo numero di ore curricolari previste. Esprimiamo, quindi, una viva preoccupazione per la conservazione del nostro posto di lavoro, non essendo chiaro il nostro futuro utilizzo nella scuola. Secondo noi è presente il rischio di uno svilimento della nostra professionalità, raggiunta con il superamento di specifici concorsi e con decine di anni di insegnamento.

2)      La suddetta contrazione di cattedre appare oltremodo ingiustificata nella società attuale laddove all’istituzione scolastica viene sempre più affidato il compito di educare le persone al concetto di legalità, di tolleranza, di convivenza pacifica. Gli alunni, dallo studio della nostra disciplina e in particolare della Costituzione, ricavano i principi fondamentali del vivere civile, indispensabile per la formazione di un cittadino responsabile e consapevole.

3)      La nostra materia di insegnamento risulta anche strumento imprescindibile per una sempre maggiore integrazione dei cittadini italiani nell’ambito dell’Unione Europea, nonché per l’accoglienza del crescente numero di studenti stranieri che frequentano le scuole italiane e che apprendono i valori fondanti della nostra società e le regole di comportamento proprio grazie al nostro insegnamento.

4)      Le nostre competenze giuridiche ed economiche sono state spesso fin qui utilizzate, anche grazie alla nostra disponibilità, per attività di progetto ministeriali e di Enti locali e territoriali (Educazione stradale, Educazione alla legalità, Educazione alla cittadinanza….).

E’ davvero singolare e suscita amarezza che nella Bozza di attuazione di Riforma, nell’esplicare la filosofia delle scelte, il Ministero indichi prioritariamente  l’obiettivo di assicurare “conoscenze, abilità, capacità e competenze decisive per essere cittadini attivi, in grado di concorrere al progresso materiale e spirituale del Paese (Art.4 Costituzione) e dell’Unione Europea”, citando proprio quella Costituzione che non potremo più insegnare ai nostri studenti.

 Chiediamo, alla luce delle esposte riflessioni, che l’insegnamento del Diritto e dell’Economia venga mantenuto, nell’ambito del ripensamento della Riforma scolastica.

Proff. Elisabetta Cabrini, Paolo Villa, Ivana Gruppi, M.Grazia Vezzoni,   M.Concetta DeFazio, Florisa Piazzi, Gianpietro Marconi, Paola Gaudenzi, Massimiliano Capellini, Lucia Fervari, Pierluigi Rotelli, Giorgio Pennacchi, Riccardo Trioni, Annalisa Ventura, Simona Ghilardi, Manuela Reboani

Cremona, 25 gennaio 2005