LA GELMINI? UNA RIFORMA CONTRO IL MEZZOGIORNO

di Arturo Iannaccone*

Il Movimento per l'Autonomia è un partito a forte vocazione territoriale, attento alle problematiche del Mezzogiorno e alle istanze che provengono dai cittadini del Sud del Paese. La riforma del mondo della scuola e dell'Università, approvata con decreto dal Consiglio dei ministri, rischia di tradursi in una nuova Alitalia, oltre ventimila docenti del sud rischiano di ritrovarsi, da un momento all'altro, in mezzo alla strada. Ovviamente, un partito come l'Mpa, fortemente radicato proprio nel meridione del Paese, non può assolutamente consentire che una riforma varata dal Governo che sostiene, sia così penalizzante per il Sud del Paese.

La scuola vive problemi annosi che la riforma Gelmini non affronta. Il sistema formativo del nostro Paese vive un momento di crisi emerso in modo inequivocabile dalle indagini internazionali i cui dati sono stati resi noti dall'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). 

Nel 2003 gli studenti italiani erano al 26° posto nel problem solving  e nelle competenze di lettura, al 27° posto nelle competenze scientifiche e al 25° posto nella matematica. Nel 2006, a distanza di tre anni, il nostro Paese ha fatto passi indietro: 33° posto per competenze di lettura, 36° posto per cultura scientifica e 38° posto per la matematica.  Non v'è dubbio che i voti dei nostri studenti sono pessimi e che sia evidente un trend piuttosto negativo. Se a questi dati aggiungiamo i fenomeni, purtroppo sempre più diffusi, di bullismo possiamo facilmente renderci conto di quanto sia necessario approvare una riforma che inverta radicalmente una rotta indubbiamente sbagliata. La Gelmini si muove in questo senso?

Alla luce dei fenomeni di violenza che la cronaca registra quotidianamente, la riforma presenta, forse, un unico aspetto che possiamo valutare positivamente, come la reintroduzione del voto in condotta. Lo stesso predecessore della Gelmini, l'onorevole Fioroni, ebbe a dichiarare che "da qualche decennio l'Italia vive una terribile emergenza educativa" e che "serve qualche cosa di diverso che un'ulteriore riforma escatologica della scuola italiana.. Questi dati richiedono da parte della scuola un adeguamento ad essere seria". La reintroduzione del voto in condotta e una maggiore severità nella conduzione della scuola, sono aspetti senz'altro necessari per ridare dignità alla funzione educativa di una scuola pubblica afflitta dalla mancanza di disciplina, dal bullismo e dal disordine.

La riforma Gelmini, invece, non si fa carico del divario tra scuola del Nord e scuola del Sud. Non si tratta di un divario da attribuire né alle capacità di apprendimento dei nostri ragazzi, né tantomeno alla professionalità dei nostri insegnanti. Si tratta, invece, di ridurre il deficit infrastrutturale che grava sulla scuola del Mezzogiorno, rendendo più grande la distanza con quella del Nord. Quindi maggiori investimenti, più strutture, più laboratori, più palestre, più strutture sportive, e sopratutto un modo nuovo di gestire questi beni. Noi del Movimento per l'Autonomia, se non ci dovessero essere sostanziali cambiamenti durante la fase di approvazione del decreto legge, saremo costretti ad esprimere il nostro voto contrario ad una riforma fortemente penalizzante per la scuola e per i docenti del sud che non riduce un divario ormai insopportabile che mortifica i nostri studenti.

* Deputato del Movimento per l'Autonomia