DOCUMENTO DEI DOCENTI DEL DEL LICEO SCIENTIFICO STATALE  “LEONARDO DA VINCI” DI GENOVA.

Noi insegnanti del L.s.s. “Leonardo Da Vinci” di Genova, riuniti nel Collegio dei Docenti in data 05/03/2005, dopo un’ampia e approfondita analisi e discussione della bozza di decreto di riforma della scuola superiore, degli obiettivi specifici di apprendimento (O.S.A.) relativi al sistema dei licei, e in particolare del liceo scientifico, e del Profilo educativo, culturale e professionale dello studente (PECUP), intendiamo esprimere la nostra preoccupazione ed opposizione ad un progetto di riforma che riteniamo sbagliato perchè fondato su principi che non condividiamo e che prefigurano un modello di scuola che ci trova in completo disaccordo.

In particolare, esprimiamo la nostra preoccupazione per:

1)                  il metodo seguito che, ancora una volta, è quello di una riforma calata dall’alto, senza alcuna reale consultazione, coinvolgimento e discussione con chi nella scuola vive e lavora quotidianamente;

2)                  la innegabile scomparsa dell’ unitarietà del sistema scolastico dovuta alla divisione nei due canali dell’istruzione liceale, propedeutica ai percorsi di prosecuzione degli studi a livello post-secondario, e dell’istruzione e formazione professionale, che ha carattere terminale rispetto all’inserimento nel mondo del lavoro, due canali quindi con finalità molto diverse tra i quali un ragazzo si troverà a dover scegliere all’età di 12-13 anni, senza poi una concreta possibilità di passaggio da un sistema all’altro;

3)                  la regionalizzazione dell’istruzione e formazione professionale e la sua equiparazione agli attuali corsi di formazione professionale gestiti da enti privati, cosa che inevitabilmente rischierebbe un’ulteriore frammentazione in 20 diversi modelli regionali;

4)                  la riduzione complessiva del quadro orario delle discipline, l’arbitraria divisione della quota oraria in obbligatoria ed opzionale e il conseguente impoverimento dei percorsi didattico-culturali determinato dall’abbassamento del monte orario annuale e dall’aumento disorganico del numero delle materie; in particolare, non si comprende quale significato didattico abbia la drastica riduzione dell’insegnamento di italiano, latino, storia e filosofia, educazione fisica e, soprattutto, della lingua inglese, riduzione che risulta in palese contraddizione con gli Obiettivi Specifici di Apprendimento (O.S.A.) previsti per il liceo scientifico;

5)                  l’eccesivo carattere propedeutico e vincolante del quinto anno che contraddice la funzione di formazione generale dei licei;

6)                  il concetto, più volte affermato nel testo del decreto, della “personalizzazione” dei percorsi rispetto all’”individualizzazione” dei percorsi (quindi non più strategie individualizzate per raggiungere obiettivi comuni, bensì percorsi personali e certificati );

7)                  la scarsa credibilità dei criteri di valutazione proposti;

8)                  il fatto che la libertà di insegnamento sia messa in discussione nella sua dimensione libera e laica;

9)                  la possibile abolizione del valore legale del titolo di studio, logico ed inevitabileapprodo degli aspetti didattici ed organizzativi di una simile riforma della scuola;

10)              la creazione della figura del tutor e la proposta di legge di riforma dello stato giuridico degli insegnanti, che ci sembrano volere introdurre un’inaccettabile e inutile differenziazione e gerarchizzazione tra gli insegnanti;

11)              la standardizzazione e l’abbassamento dell’insegnamento imposta attraverso il sistema nazionale di valutazione, difficilmente conciliabile (oltre che molto discutibile di per sé) con l’autonomia didattica delle istituzioni scolastiche;

12)              la pesante riduzione degli organici e l’ulteriore precarizzazione dei docenti prevista dall’attuazione della riforma.

La consapevolezza dei pregi e  dei difetti della scuola superiore e della necessità di una   vera riforma, seria e condivisa, ci spingono ad affermare che la proposta avanzata non risponde assolutamente alle esigenze della scuola pubblica e della società italiana.

Riteniamo, per esempio, che punto di partenza di una discussione reale ed efficace sui problemi ed i bisogni della scuola dovrebbe essere il ripristino dell’obbligo scolastico ed il suo innalzamento, come avviene nel resto d’Europa, e non la sua trasformazione in diritto-dovere e la sua riduzione.

Pertanto, nella nostra qualità di insegnanti e cittadini, chiediamo il ritiro della Legge 28 marzo 2003, n. 53 e dei decreti ad essa collegati.

Chiediamo, altresì, a tutte le forze sindacali di adoperarsi a tale fine, mettendo in atto ogni possibile forma di mobilitazione.

I docenti del L.s.s Leonardo Da Vinci di Genova

Documento prodotto e sottoscritto da 64 insegnanti del L.s.s. “Leonardo da Vinci” di Genova.

Genova,aprile 2005

Riteniamo, per esempio, che punto di partenza della discussione di una seria riforma dovrebbe essere l’innalzamento dell’obbligo scolastico, come nel resto d’Europa, e non la sua trasformazione in diritto-dovere e la sua riduzione.

Il Collegio Docenti del L.s.s. “Leonardo Da Vinci” di Genova

Genova, 05/03/2005