Al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - Letizia Moratti
Viale Trastevere, 76/A
00153 ROMA

I sottoscritti Insegnanti di Chimica e Tecnologie Chimiche (A013),  ritengono che la bozza di decreto legislativo attuativo della riforma Moratti (2° ciclo) produrrà effetti devastanti sulle possibilità di sviluppo scientifico e tecnologico del Paese, e sulla quantità e qualità dell’insegnamento della Chimica, disciplina che subirà la cancellazione quasi totale.

Viene infatti attuata in primo luogo la eliminazione  di tutte le sperimentazioni che nel corso degli anni hanno permesso il raggiungimento di un’offerta formativa adeguata alle necessità formative degli allievi ed alle richieste tecnologiche e scientifiche del Paese; inoltre, in alcuni licei, come il Liceo Economico ed il Liceo Artistico, la chimica viene completamente eliminata, mentre in altri  risulta talmente ridotta in termini di ore settimanali da non poter comunque garantire una seria offerta formativa. Tale riduzione nel Liceo Tecnologico ad indirizzo chimico, in particolare, comporterà la sostituzione di una figura professionale dotata di capacità operative certe, con altra, caratterizzata soltanto da competenze generiche, non adeguata alle richieste delle aziende. La proposta di inserire qua e là qualche ora “opzionale” di Chimica è sicuramente un palliativo insufficiente in una proposta formativa seria, che in tutti i Licei dovrebbe invece prevedere un congruo numero di ore curricolari di chimica e tecnologie chimiche, comprensive di laboratorio per le prove pratiche effettuate dagli stessi alunni. Tale disciplina dovrebbe senz’altro essere insegnata dai docenti di Chimica e Tecnologie chimiche (A013), non dai docenti di Scienze (A060), avendo i primi nel bagaglio della preparazione universitaria una media di 23 esami di chimica, contro il numero assai ridotto (da uno a sei) dei docenti di Scienze.

I gravissimi errori che si prospettano ridurranno il bagaglio culturale degli studenti, impediranno un pieno sviluppo delle attitudini personali, precluderanno agli allievi la possibilità di acquisire competenze minime spendibili nel mondo del lavoro, priveranno l’Italia di tecnici qualificati ed altamente specializzati in un settore strategico per ogni Paese industrializzato, e priveranno gli studenti delle basi fondamentali necessarie per accedere agli studi di tutte le scienze applicate (dalla Medicina alla Chimica alla Biotecnologia) condannando il nostro Paese, in un futuro non molto lontano, al declino economico, tecnologico e culturale anche nel campo della ricerca e dello sviluppo in tutte le Scienze applicate.

Da notare inoltre che l’eliminazione dell’insegnamento di Chimica e tecnologie chimiche avrà ricadute pesantissime anche sul futuro occupazionale dei docenti precari di questa disciplina che, dopo anche molti anni di competente e appassionato servizio specifico nella Chimica e nelle tecnologie chimiche, si vedranno condannati alla disoccupazione senza ritorno, disperdendone l’alta professionalità in un illogico e dissennato spreco di risorse umane.

Si segnala infine la contraddizione con l’istituzione continua delle SSIS che ormai da anni
continuano a “sfornare” nuovi abilitati i quali, dopo 2 anni di corso ed il pagamento di circa 2500
euro, non avranno alcuno sbocco occupazionale.

                                                                                   Distinti saluti

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