Al Ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca - Letizia Moratti
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00153 ROMA

Lo scorso 14 gennaio il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha diffuso uno Schema di decreto legislativo concernente la definizione delle norme generali e dei livelli essenziali di prestazione relativi al secondo ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione, a norma dell'articolo 1 della legge 28 marzo 2003, n. 53 con il quale sono definite le caratteristiche del sistema liceale riformato e sono indicate le discipline obbligatorie per ogni tipo di liceo e il monte-ore di ciascuna di esse.

Per tutti coloro che, a qualsiasi titolo e livello, si occupano di musica e ne hanno a cuore le sorti, tale schema è fonte di totale sconcerto e di enormi preoccupazioni.

Se è vero, infatti, che nel sistema liceale proposto è incluso un apposito Liceo Musicale/Coreutico (né avrebbe potuto essere diversamente, stante la ridefinizione degli studi musicali previsto dalla legge 508/99), è tuttavia altrettanto vero – e sintomatico – che, nonostante il dibattito culturale di questi anni e le ripetute assicurazioni dei vertici del MIUR, l’insegnamento della musica, comunque declinato, non è previsto in nessun altro tipo di liceo, ed è anzi soppresso (o confinato tra le scelte opzionali delle singole sedi, con effetti che di fatto non saranno molto diversi dalla soppressione) anche in quei licei – come il Liceo delle Scienze Umane – che risultano dall’evoluzione di percorsi formativi nei quali l’insegnamento della musica è sempre stato presente.

Se a ciò s’aggiunge il fatto che in tutti i Licei è invece – giustamente – prescritto l’insegnamento di "Arte" (o di "Tecniche della rappresentazione grafica e della comunicazione visiva"), è evidente che la mancata inclusione della musica nell’«asse culturale» di qualsivoglia liceo non discende da considerazioni legate alla caratterizzazione di ciascuno di essi e/o dalla volontà di contenere il monte-ore complessivo, ma è una precisa scelta ideologica del ministro, della commissione di esperti e del ‘gruppo di saggi’ che ha lavorato allo schema di decreto.

Tutti costoro, evidentemente, non riconoscono alla musica la dignità di disciplina formativa e negano a essa la valenza culturale che le compete: nel migliore dei casi relegandola alle attività collaterali non essenziali alla maturazione dell’uomo e del cittadino, e nel peggiore sospingendola irrimediabilmente nel limbo dei ‘piacevoli’ passatempi ludico-espressivi. Negano, ancora una volta, alla musica quella dignità culturale e formativa che riconoscono invece alla storia dell’arte (oltre che alla letteratura italiana, alla filosofia, alle discipline scientifiche).

Così facendo – privando gli studenti della possibilità di comprendere nei loro percorsi di studio classici, scientifici, umanistici, artistici, il mondo della musica –, tutti costoro dimostrano, in definitiva, di non avere alcuna considerazione della musica; di ignorare totalmente quale impatto essa abbia avuto nel dispiegarsi della civiltà; di misconoscerne la forza impressiva ai più diversi livelli della comunicazione artistica e mediatica, e di tenere in nessun conto la parte che essa può – e deve – ancora avere nella formazione culturale di ogni persona e non solamente di coloro che a essa sceglieranno di dedicarsi professionalmente attraverso la frequenza del liceo musicale e dei seguenti studi superiori.

Per questo i sottoindicati firmatari di questo manifesto chiedono che tale omissione sia sanata e che l’insegnamento della musica sia inserito entro l’orario obbligatorio di tutti i tipi di liceo per lo meno al pari delle altre discipline artistiche.

Chiedono inoltre che nei Licei delle Scienze Umane possa continuare a impartirsi l’insegnamento dello strumento musicale almeno in quelle sedi nelle quali esso è attualmente impartito.
                                                                                   Distinti saluti

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