Gli apprendisti sono lavoratori a basso costo e hanno diritto di sciopero!

Negli scorsi giorni il Consiglio di Stato ha risposto all’interpellanza inoltrata su nostra richiesta dal deputato Sergio Savoia lo scorso 13 dicembre 2004 in merito allo sciopero studentesco del 25 novembre 2004.

Non nascondiamo che siamo insoddisfatti della risposta in generale, e questo perché possiamo aspettarci nuovi tagli alla scuola e perché si mette in dubbio la possibilità degli studenti di assentarsi dalle lezioni per far vale un diritto civile, come quello di manifestare e di scioperare per un principio fondamentale come il diritto allo studio e la qualità della scuola pubblica.

Teniamo però a precisare alcune affermazioni particolarmente gravi e al limite dell’intimidazione che ci hanno letteralmente scandalizzato:

Lo sciopero, fa notare il governo, può esistere unicamente in presenza di un contratto di lavoro. A nostro parere lo sciopero inteso come diritto costituzionale riguarda le condizioni di lavoro, ma ciò non toglie la legittimità dello sciopero inteso in senso lato, e cioè come diritto morale.

Il Consiglio di Stato, che pullula di avvocati, osa sostenere poi quanto segue: “Tale non è evidentemente il caso degli apprendisti, che sottostanno a un contratto di formazione”! Insomma ci manca poco che il governo ritenga lo sciopero da noi dichiarato come illegale!

Abbiamo interpellato un nostro collega, dottore in legge e attivo nell’Associazione Svizzera dei Giuristi Democratici. Egli sostiene che gli apprendisti hanno invece pieno diritto di sciopero in quanto il contratto di tirocinio è di fatto a tutti gli effetti un contratto individuale di lavoro (di carattere speciale in quanto prevede anche un lato formativo). D’altronde questa è pure l’opinione espressa nel manuale di diritto del lavoro applicato (Parli/Rossi/Schumacher/Basile, 2004). Facciamo altresì notare che un apprendista che opera in un settore coperto da un contratto collettivo di lavoro è sottoposto pienamente ad esso, che non è un contratto di formazione, ma di lavoro!

Come si fa a mettere in dubbio che gli apprendisti non siano sottoposti a contratti di lavoro, quando essi sono spesso e volentieri utilizzati come lavoratori a basso costo, e quando capita che lavorando perdono la vita (vedi l’ultimo caso presso la Posta)? Se non condivisione, chiediamo almeno rispetto!

L’affermazione del governo crea volutamente confusione e insicurezza fra gli apprendisti in merito ai loro sacrosanti diritti, e ciò non lo possiamo tollerare!

Bellinzona, 14.02.2005 Il Gruppo Giuridico del SISA