DOCUMENTO DEI DOCENTI dell’Istituto Tecnico Commerciale Statale “P.VERRI” di Milano

I docenti dell’Istituto Tecnico Commerciale Statale “P.VERRI” di Milano, riunitisi in Collegio il giorno 12 aprile 2005 per esaminare i provvedimenti dell'attuale governo in materia di politica scolastica,

RITENUTO CHE

-         La scuola non è un'azienda né per l'azienda, ma è istituzione pubblica di cittadini e per i cittadini, comunità educante che costruisce la persona sul fondamento dei valori di libertà, democrazia, uguaglianza, solidarietà. Di conseguenza nella scuola esistono le persone e non gli utenti, esistono i docenti e non asettici operatori della scuola, esistono i presidi che coordinano e guidano l'attività didattica. -
-         La scuola non può né deve abdicare da quella funzione di formazione di cittadini consapevoli che le è propria e che le viene data e garantita dalla Costituzione della Repubblica Italiana.

Esprimono un giudizio negativo sulla bozza di decreto del ministro Moratti in quanto:
 

 1. separa nettamente l'istruzione-formazione professionale dalla scuola liceale, costringendo i
ragazzi tredicenni e le loro famiglie a scelte sostanzialmente irreversibili tra chi sarà inserito
precocemente nel mondo del lavoro e chi invece potrà accedere all'istruzione universitaria;

2. non considera l'importanza di garantire e migliorare il diritto all'istruzione, superando in
modo concreto il fenomeno della dispersione scolastica, che invece di essere contrastato con
l'innalzamento dell'obbligo scolastico, viene mascherato nei progetti di inserimenti lavorativi con
valenza formativa (contratti di apprendistato);

3. prevede per l'istruzione tecnica e professionale percorsi di studio brevi e a bassissima valenza
formativa di base, per cui risulta del tutto utopistica la "pari dignità" tra questo sistema e
quello dei "licei" e sostanzialmente impraticabile la possibilità di passare da uno
all'altro;

4. prevede materie di studio obbligatorie, opzionali obbligatorie e opzionali facoltative con gravi rischi di gerarchizzazione e marginalizzazione tra vari tipi di conoscenze;

5. riduce in modo drastico le ore d'insegnamento sia nei licei sia nei tecnici e professionali, provocando automaticamente una perdita di posti di lavoro di docenti (a tempo indeterminato e precari) e personale ATA;

6. non fornisce indicazioni sulla destinazione del personale della scuola all'interno dei sistemi
scolastici previsti con una totale incertezza sulle regole contrattuali, per cui diventa impossibile
prevedere il destino professionale con forti rischi di disaffezione e dequalificazione della funzione
docente;

7. non chiarisce i limiti delle competenze regionali riguardo il sistema della istruzione tecnica e
formazione professionale, con il rischio d'introdurre un'eccessiva frammentarietà del sistema scolastico nazionale.

Per tutto questo il collegio
                                                                            RICHIEDE
· un confronto reale sulle bozze di decreto, con una vera consultazione delle scuole basata su modalità trasparenti di partecipazione e di espressione;

s'impegna a promuovere e sostenere un'alternativa chiara alla riforma basata:
· sulla dimensione pubblica e laica della scuola, servizio indispensabile per garantire le pari
opportunità a tutti i cittadini;

· sulla valorizzazione delle esperienze degli operatori culturali e professionali dell'istruzione
tecnica;

· sull'innalzamento del livello culturale del paese ed il diritto alla formazione continua;

· su un cospicuo sostegno economico che garantisca l'efficacia reale degli interventi contro la
dispersione scolastica.

Approvata a larga maggioranza con 1 voti contrario e 5 astenuti.

La mozione sarà presentata anche in Consiglio d'Istituto e inviata al MIUR, all'Ufficio Scolastico
Regionale, alle organizzazioni sindacali e a Retescuole e diffusa tra gli studenti dell’Istituto.