Caro segretario generale,
la maggioranza degli insegnanti sta perdendo fiducia ogni giorno di più nelle istituzioni e non si fida più nemmeno tanto dei sindacati. Li vede lontani dai suoi problemi reali che sono, da una parte, quelli relativi alla professione (considerazione sociale zero, sviluppo di carriera nullo, formazione in servizio approssimativo, condizioni di lavoro sempre più complesse e burocratizzate, con orari e spostamenti a volte assurdi) e, da un’altra, riguardano l’impoverimento, sì proprio così “l’impoverimento” reale, che da qualche anno a questa parte li ha colpiti insieme a tutta la classe dei dipendenti pubblici e privati.
Questo distacco è preoccupante. Non era mai successo prima d’ora. È un’involuzione, un chiudersi in se stessi, che impedisce di guardare lontano al futuro della scuola. Le nostre due riviste, “La Vita Scolastica” rivolta alla scuola primaria e “Scuola dell’infanzia” rivolta alla scuola dell’infanzia, ogni qualvolta si presentano situazioni del genere, prima di passare ad analisi e commenti specifici, dà la parola ai sindacati, i referenti diretti degli insegnanti.
Sono sicuro che i sindacati della scuola, proprio per la loro diversità,
hanno colto questa situazione e abbiano in mente una strategia di intervento
per ridare una speranza alla categoria. Per questo ti sottopongo
quattro questioni. Sono divise per comodità espositiva ma, come
puoi ben vedere, sono strettamente intrecciate tra loro.
1. La formazione iniziale degli insegnanti (con la riforma dell’università
in atto, si assiste a un carosello di proposte e controproposte che
lasciano più dubbi che certezze).
2. Il reclutamento degli insegnanti (concorsi, corsi concorso, chiamata
diretta dalle scuole ecc.).
3. La carriera degli insegnanti (dopo la proposta del “concorsone”
che costò il posto di ministro a Luigi Berlinguer, non si sono fatti
passi avanti).
4. La retribuzione degli insegnanti, connessa ovviamente allo sviluppo
della carriera, alla mobilità, alla specializzazione ecc. si avvicinerà
o meno alle retribuzioni dei colleghi europei?
E vorrei che mi dessi risposte brevi, rapide, sapide, propositive. In pratica vorrei che tu dicessi con parole chiare e semplici qual è la posizione, la strategia, del tuo sindacato sulle quattro questioni.
Non voglio sapere quel che ha fatto finora il tuo sindacato, ma quello che intende fare per il futuro, da subito. Metto a tua disposizione 1800 caratteri (spazi compresi), che corrispondono a circa 450 caratteri (spazi compresi) per ciascuna questione.
Il tutto dovrebbe pervenirmi via e-mail alla segreteria delle due riviste (vitascol@giunti.it) (scuolainfanzia@giunti.it) oppure a uno dei miei indirizzi di posta elettronica m.dirienzo@giunti.it oppure mario.dirienzo@tin.it nel giro di quattro/cinque giorni, in pratica entro questa settimana in modo che lunedì mattina si possa impaginare e subito dopo andare in stampa.
So di chiederti uno sforzo (trovare uno spazio di tempo nelle giornate già piene non è facile), ma confido nella tua professionalità e nella tua passione per il lavoro che fai e sono certo che posso contare sulla tua collaborazione, sul rispetto delle lunghezze e dei tempi.
Approfitto dell’occasione per augurarti buon lavoro e per inviarti i miei più cordiali saluti.
Mario Di Rienzo
Direttore della “Vita Scolastica” e di “Scuola dell’Infanzia”
Firenze, 8 marzo 2005