La riforma della scuola penalizzerebbe gli insegnanti tecnico pratici degli Ipssar

SCUOLA ALBERGHIERA: SCOMPARE LA FIGURA DEL DOCENTE ITP

di Antonio De Angelis

Quando si affrontano i problemi inerenti la scuola, si prendono in esame le basi sulle quali si fonda una società civile e democratica. L'istituzione e la conoscenza sono la linfa vitale di un percorso che accompagna i ragazzi nella crescita sociale, li modella, li aiuta a comprendere e gestire la realtà circostante, li pone di fronte alla necessità di acquisire una professionalità lavorativa qualificata e obiettiva. Ecco perché l'intervento politico attuato nell'ambito della scuola diviene di grande rilievo e di decisiva importanza. Inevitabile, inoltre, che esso assuma forme pratiche soggette ad aspre critiche da parte dell'opinione pubblica e di chi questi interventi è costretto, suo malgrado, a viverli sulla propria pelle. Che le riforme Berlinguer e De Mauro abbiano deluso un po' tutti è un dato di fatto. I due ministri della Pubblica Istruzione, che tra l'altro con la scuola hanno avuto un rapporto diretto, si sono imposti per la loro volontà di rinnovamento dell'istituzione scolastica, finendo invece per generare confusione e scontento. La riforma dei cicli modificherà abitudini, carriere, interessi, istruzione. Il problema riguarda l'intero mondo scolastico. In questa sede focalizziamo l'attenzione su una realtà forse poco conosciuta, quella dell'insegnante tecnico pratico (I.T.P.), una figura professionale in servizio presso gli attuali Istituti Alberghieri (IPSSAR).

In contrasto con la risoluzione parlamentare del 12 e 21 Dicembre scorso, gli ITP vedrebbero annullata o fortemente limitata la loro posizione in seno all'attività scolastico. Nello specifico, la proposta di quadro orario per il nuovo indirizzo "Gestione e Servizi relativi al Turismo" (di cui gli IPSSAR faranno parte), realizzata un mese fa da un Gruppo di Lavoro del Ministero della Pubblica Istruzione, riduce lo spazio di presenza degli insegnanti tecnico pratici al solo triennio finale, in una non meglio precisata "Quota delle Istituzioni Scolastice". E ciò li escluderebbe dal quadro orario nazionale, senza garanzie quindi per il loro utilizzo. In sostanza, gli ITP (ricevimento, cucina e sala-bar) potrebbero essere scavalcati da enti esterni, aziende, esperti dei vari settori e, inoltre, verrebbe meno lo strumento dello sdoppiamento della classe e della compresenza (che solo il qudro orario nazionale, con l'avallo della Corte dei Conti, può prevedere). Insomma, emergerebbe una situazione di precarietà ed incertezza. Particolarmente gravi appaiono le prospettive degli ITP di Sala-Bar e Cucina, che dovrebbero così confluire in un unico indirizzo di "Turismo e Ristorazione", dividendosi lo spazio già esiguo destinato. Il fatto è che per formare specifiche professionalità spendibili nel mercato del lavoro è fondamentale valorizzare l'area d'indirizzo del saper fare (che con la riforma dei cicli sarebbe accantonata), con delle ore di insegnamento curricolari di laboratorio, da affidare ai docenti tecnico pratici. A risorse, quindi, già esistenti presso gli attuali istituti alberghieri, nell'ambito dei quali gli ITP hanno potuto sviluppare una didattica professionale con i Progetti 92 (nuovo ordinamento) e 2002 (Sperimentazione), il tutoraggio della terza area e delle esperienze scuola-lavoro, la realizzazione di corsi di aggiornamento. Tutti elementi, questi, che fino ad oggi hanno soddisfatto appieno studenti e famiglie, che sono poi i diretti fruitori del lavoro scolastico. Senza dimenticare, poi, che gli stessi studenti degli istituti aberghieri e i rispettivi insegnanti tecnico pratici sono stati spesso utilizzati per l'organizzazione di manifestazioni, meeting (servizio assistenza ed accoglienza), banchetti, coffee break, rinfreschi, riconoscendo in tal modo la professionalità degli ITP e la preparazione dei ragazzi. La riforma pone fine a questa crescita, penalizzando soprattutto i docenti ITP, che in tal modo risulterebbero assenti dal piano orario. E si avrebbero destini diversi, per titolari di cattedra e precari. I primi avrebbero la possibilità di essere "riciclati" nel corso dell'anno scolastico, usufruendo di un certo monte ore: 400 per il biennio, ma valido per il totale degli insegnanti, quando la singola cattedra prevede 18 ore settimanali e 600 per gli ultimi tre anni, ovvero "Turismo e Ristorazione". I precari, invece, verrebbero definitivamente estromessi da ogni attività scolastica, perdento inoltre il titolo professionale acquisito in passato grazie a tanti anni di sacrificio e di lavoro regolarmente svolto.

Insomma, regnano il dubbio e lo sconforto, e sulla scia di una riforma che non piace si innesta la proposta di un quadro orario anomalo, incoerente. Un quandro orario che "oltre a disattendere quanto indicato dal Parlamento - si legge in un comunicato - sarebbe contraddittorio con quanto sostenuto dal Ministero della Pubblica Istruzione e del tutto inadeguato alle esigenze espresse dall'Industria dell'Ospitalità".

Ad usufruire della nuova realtà scolastica sarebbero le Regioni con i loro corsi di Istruzione e formazione tecnica (IFTS), istituiti con Legge del 20 Gennaio 1999, n.° 9, art. 69, con l'obiettivo di "riqualificare ed ampliare l'offerta formativa destinata ai giovani ed agli adulti, occupati e non occupati".

Ai docenti tecnico pratici degli Istituti Alberghieri resterebbe la gratifica, tutta personale, di aver svolto un buon lavoro. Il futuro? Meglio cambiare mestiere.