da "L'Espresso" del 30.08.2001: Ma questi faranno le barricate

Stefano d’Errico, segretario nazionale dell’Unicobas scuola: «L’articolo 33 della Costituzione parla chiaro: i soldi pubblici, in materia di istruzione, sono interdetti agli istituti privati. Buoni scuola e quant’altro sono palesemente incostituzionali. E il “decalogo di regole” che il ministro si accinge ad imporre agli insegnanti risulta altrettanto offensivo del “concorsone” dell’ex ministro Berlinguer».

Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas scuola: «Moratti? È il ministro del 6 per cento delle scuole, quelle private. E con le sue dichiarazioni sta pagando la cambiale ai cattolici e alla Confindustria, che vuole una scuola di bassa qualità in grado di sfornare manovalanza a basso costo e di poche pretese. A tutto vantaggio dei suoi amici industriali».

Claudia Pratelli, segreteria nazionale dell’Unione degli Studenti (Uds): «Investire sulla scuola privata? Siamo radicalmente contrari. Perché significa togliere fondi alla scuola pubblica. E creare una scuola di élite con maggiori disponibilità economiche, provenienti dalle rette e dalle sovvenzioni statali, e dunque migliori strumenti didattici. Per difendere i valori della scuola pubblica siamo pronti a scendere in piazza».

Fedele Ricciato, segretario generale Snals: «Siamo preoccupati dalle dichiarazioni del ministro: la scuola deve essere statale, laica e libera. Lo Stato non può abdicare alle sue funzioni di educazione e formazione dei cittadini. E la scuola è un’impresa cognitiva, non un’azienda come vorrebbe la Moratti».

Alessandro Ameli, coordinatore nazionale Gilda degli insegnanti: «Il cosiddetto monopolio del sistema statale è un valore che va difeso, non smantellato dai ministri della Repubblica. Il codice deontologico proposto dalla Moratti? Ha tutta l’aria di essere un codice disciplinare per rimettere in riga gli insegnanti non omologati».

Benedetto Vertecchi, presidente dell’Istituto nazionale per la valutazione del sistema d’istruzione: «Quelle della Moratti sono sortite puramente ideologiche. La scuola privata è in crisi da anni. È assurdo magnificare un’istituzione che in Italia non ha alcuna tradizione, e che non ha mai rappresentato una valida alternativa al sistema pubblico».

Alba Sasso, parlamentare Democratici di sinistra. «È assurdo rivalutare il liceo classico, che accoglie solo il 7 per cento degli studenti, e relegare il restante 93 per cento alla formazione professionale. È un clamoroso ritorno al passato: già agli inizi del Novecento Gramsci si scagliava contro l’idea di una “scuola dei fabbri” e una “scuola dei dottori”».

Daniela Colturani, segretario nazionale Cisl scuola. «Siamo contrari al buono scuola. Per ora quelle della Moratti sono solo dichiarazioni di principio, ma siamo vigili. Il codice deontologico? Potrebbe essere un fatto di civiltà. Il rischio, però, è che vada a intaccare il diritto alla libertà d’insegnamento».
 

da "L'Espresso" del 30.08.2001