ROMA Dopo i «famigerati tagli», dal prossimo anno
arriveranno i soldi per investire sulla qualità della scuola
italiana che, comunque, impegna risorse per 43 mld di euro. È
l'annuncio del ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini che ha
anche precisato che per quanto riguarda i precari bisogna
distinguere tra quelli «con e senza abilitazione. Per i primi, i
veri precari, è prevista una graduale immissione in ruolo. Per
questi 120 mila ci vorranno 7-8 anni».
Dura la replica dell'Unione degli studenti: «Altro
che recupero di risorse per la scuola, i tagli servono a tamponare i
danni di banche e speculatori». Confermata la mobilitazione
studentesca dell'8 ottobre, con il sindacato Unicobas che ha
proclamato per la stessa data uno sciopero generale.
Parlando prima a «Mattino 5» e poi al centro studi di
Confindustria con la presidente Emma Marcegaglia, la Gelmini ha
spiegato: «Abbiamo, con i famigerati tagli, cominciato a
riequilibrare la situazione e quindi a ridurre la pianta organica
per liberare risorse per la qualità».
Per puntare sulla qualità, a cui oggi va soltanto il
3% del bilancio, «dal 2011 la scuola avrà a disposizione un miliardo
di euro ogni anno da investire», che conti alla mano rappresenta
qualcosa di più del 2% delle risorse, per un totale che supera il
5%.
Il ministro ha poi parlato dei simboli leghisti
utilizzati nella scuola di Adro, nel Bresciano: «Rimango perplessa
in riferimento a questa iniziativa così come tutte le volte in cui
nella scuola entrano simboli politici».
Proprio ieri nella scuola di Adro si è registrato il
ritiro di due sorelle: «Ho preso la decisione – spiega la madre –
per protesta contro i simboli di partito».