LA GAZZETTA DEL SUD
25.2.2011
Smeco, un lavoratore minaccia di darsi fuoco La ditta incaricata di gestire la depurazione a Coda di Volpe non paga da ben tre mesi i suoi 37 operai

Fabio Melia
L'esasperazione dei lavoratori divampa. Letteralmente. Perché ieri mattina, in contrada Coda di Volpe, uno dei 37 operai della Smeco – la ditta che gestisce l'impianto di depurazione consortile realizzato nella località rendese – ha tentato di darsi fuoco.
Pino, questo il nome dell'operaio protagonista del gesto, non riceve lo stipendio da tre mesi, così come i suoi colleghi. Anche l'affitto, durante questo periodo di "dieta forzata", è diventato un problema di difficile soluzione. Talmente complicato da lasciare Pino sulla strada. Mercoledì, infatti, il suo padrone di casa l'ha sfrattato, costringendolo a trascorrere una notte all'addiaccio. Il lavoratore ha scelto di dormire proprio di fronte ai cancelli di quell'azienda che, almeno in un primo momento, aveva rappresentato la speranza di un futuro occupazionale più solido rispetto al passato.
I 37 dipendenti della Smeco, del resto, provengono dalla difficile esperienza della Vallecrati spa, la società naufragata in un oceano di debiti. Dopo la scorsa estate, il consorzio Valle Crati – presieduto dal sindaco Salvatore Perugini, dimissionario da questo incarico – ha bandito una gara per la gestione dell'impianto di Coda di Volpe, appalto vinto proprio dalla Smeco. I dipendenti, ad ottobre, vennero "assorbiti" dalla nuova azienda, confidando di aver risolto una volta per tutte i propri problemi. Questa speranza, tuttavia, ben presto s'è tramutata in illusione, visto che fin dall'inizio il pagamento degli stipendi s'è rivelato un calvario. Una serie di ritardi che s'è protratta fino ad oggi, provocando la reazione degli inferociti lavoratori.
Una reazione che ieri mattina ha rischiato di trasformarsi in tragedia. Pino ha infatti atteso l'arrivo dei suoi colleghi (i dipendenti Smeco si presentano regolarmente sul posto di lavoro) e ha improvvisamente estratto una bottiglia di plastica colma di benzina. A quel punto gli altri operai hanno avvertito le forze dell'ordine e sul posto s'è immediatamente fiondata una pattuglia dei carabinieri. I militari, compreso che l'uomo stava facendo sul serio, hanno chiesto il supporto dei vigili del fuoco. Pino, infatti, s'era appena versato addosso il contenuto della bottiglia, minacciando di farla finita se qualcuno non gli avesse fornito delle risposte concrete. Solo l'intervento del consorzio ha fatto desistere l'operaio che, dopo qualche ora, s'è visto recapitare una sorta d'anticipo in contanti, una sommetta utile a coprire alcuni dei "buchi" accumulati in questi mesi.
La situazione dei lavoratori Smeco, però, rimane sostanzialmente bloccata. La proprietà della ditta, attraverso l'ingegner Scambia, avrebbe promesso che entro il martedì appena trascorso sarebbero partiti i mandati di pagamento. Ma i bonifici, secondo Domenico Metallo, sindacalista della Uil che sta seguendo tutta la delicata vertenza con i colleghi di Cgil e Unicobas, non sarebbero ancora stati effettuati. «I sindacati – dice Metallo – torneranno a confrontarsi con l'azienda solo quando quest'ultima avrà onorato gli impegni presi in precedenza».