18/06/2008
Sulla scuola Giavazzi non sa cosa dice. E la Gelmini pure
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di Pierluigi Magnaschi - Italia Oggi
 

Italia Oggi – mercoledì 18 giugno 2008 – pag. 2

Sulla scuola Giavazzi non sa cosa dice. E la Gelmini pure

Un dibattito fuorviante e a ruota libera

di Pierluigi Magnaschi – pmagnaschi@class.it

Tutto è cominciato con un fondo del Corriere della Sera scritto dal pur bravo Francesco Giavazzi, su un tema, il reclutamento dei professori delle scuole, di cui però Giavazzi non conosce i fondamentali. Egli infatti individua, primo, nel meccanismo di reclutamento basato su concorsi nazionali, la base dell’inadeguata selezione dei docenti. E, secondo, per ovviare a questo inconveniente, Giavazzi propone che, al posto dei concorsi nazionali, siano i presidi a scegliere i docenti che loro ritengono siano più adatti «salvo poi subirne le conseguenze». Ci si chiede però che conseguenze possano subire dei presidi che oggi ci sono e domani se ne sono andati.

Su questa tesi è intervenuta, il giorno dopo, il ministro della pubblica istruzione, la pur promettente Mariastella Gelmini, dimostrando però di non sapere anch’essa come stiano le cose: essa infatti si affretta a dire: «Il professor Giavazzi individua con chiarezza uno dei fattori critici del nostro sistema: il meccanismo di reclutamento». Entrambi, quindi, il professore e il ministro, ritengono che oggi si acceda «per concorso nazionale» per titoli ed esami all’insegnamento medio. E’ vero che quest’obbligo lo imporrebbe la Costituzione, che, all’articolo 97, recita: «Agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso». Ma da molti decenni sono stati accantonati gli esami di concorso per le scuole.

All’insegnamento si accede mettendosi in coda. E se oggi si laureasse un giovane Einstein, egli non potrebbe insegnare subito, nemmeno in una scuola media, perché dovrebbe mettersi in coda dietro gli innumerevoli «precari» che, prima di lui, sono stati fatti accomodare in cattedra senza nessun esame. Più che la preparazione, in Italia, conta il punteggio, cioè l’anzianità. Circostanza, questa, indirettamente confermata dallo stesso ministro Gelmini quando ricorda che c’è «l’impegno ad assumere subito 50 mila (50 mila!, ndr) docenti precari», docenti cioè che non hanno mai passato nessun concorso e che adesso (è solo la prima tranche)saranno messi in ruolo solo «per anzianità».

Quanto all’affidamento ai presidi del compito di scegliere i professori adatti, c’è da trasecolare. Giavazzi, proponendo questa soluzione, forse ha in mente gli Usa, dove il quotidiano viene venduto all’angolo delle strade. Sicuri che, chi lo prende, lascia la moneta su un piattino. Da noi, non ruberebbero solo i giornali ma anche il piattino. Un tempo a Giavazzi gli si sarebbe potuto chiedere: ma ha presente che cosa succederebbe al Sud? Adesso, dopo l’ecumenica infornata di portaborse anche nella Regione Veneto, non regge nemmeno questa riserva. La domanda sarebbe: ha presente cosa succederebbe?