Brunetta ma lei lo sa che che il lavoro vuol dire dignità e libertà?

Lo stile Berlusconi continua ad infastidire il popolo italiano. Dopo la batosta delle amministrative e la mazzata dei referendum (qualcuno mi spieghi perchè non deve essere considerato un voto politico se le leggi abrogate sono quelle approvate da questo governo), ecco che il Ministro Brunetta offende la categoria dei lavoratori precari e successivamente smentisce con: "[...]le mie parole sono state fraintese...", lo stile appunto è quello di Berlusconi, seguito a ruota dal Ministro Gelmini e da tutto il premierato PDL + LEGA NORD (ancora per poco...).

Il popolo italiano è stufo di essere ingiuriato, offeso, deriso, preso per il c...lo, non ce la fa più! Siamo l'unico Paese dove i ministri si permettono di offendere i propri cittadini, in Europa, in America basta pochissimo perché un ministro si dimetta.

I precari, caro Ministro Brunetta, non sono la parte peggiore dell'Italia come afferma lei! Sono persone che vivono con pochi euro in tasca, precari nella scuola, nell'università, nella sanità pubblica, nell'Inps, nelle amministrazioni pubbliche, nelle amministrazioni provinciali e comunali, nelle aziende, nei call center, sono tutti parte del motore di questa bellissima Italia che dopo vent'anni ha democraticamente con i referendum corretto le forzature legali proposte da questo governo. Proprio per questo lei Ministro ce l'ha con loro, li ha attaccati in modo arrogante, ignobile e pericoloso.

Nella scuola pubblica, non bastano più le promesse del Ministro Gelmini che dai 65.000 precari da assumere in un anno adesso si è passati alla "razionalizzazione" in tre anni e solo se si dovesse avere la copertura economica. Lei ministro, è riuscita persino a fare peggio della Moratti...

Alcuni giorni fa sono stato invitato al dibattito sulla scuola pubblica su radio vaticana e ho ribadito che la categoria dei precari deve essere rispettata, si perchè ormai, per colpa di questo governo sempre più arrogante e sordo, gli “invisibili” (i precari) sono diventati una categoria da eliminare... antipatica. Il "metodo" Berlusconi e dei suoi ministri è proprio quello di attaccare chi si trova in difficoltà, chi protesta, chi non riesce ad arrivare a fine mese, insomma gente che rompe le balle...

Vi ricordate le parole di Berlusconi nella trasmissione "Porta a Porta"? Consigliava ad una giovane precaria che per uscire dalla crisi... avrebbe dovuto sposare un giovane ricco, l'unica soluzione per "sistemarsi"...

Ecco... questi sono i consigli da non prendere mai... i problemi economici secondo il Premier si risolvono offendendo l'intelligenza femminile... con le solite battute da osteria.

La nostra generazione deve fare tutto il possibile per togliere dalla precarietà i giovani lavoratori, abbiamo il dovere di rendere visibili "gli invisibili".

Dobbiamo gridare in tutte le piazze d'Italia che ad un lavoro stabile deve necessariamente corrispondere un contratto stabile; siano garantiti a tutti, anche ai lavoratori strutturalmente discontinui, gli stessi diritti, compresa la certezza della retribuzione; sia garantita la continuità di reddito per chi ha perso il lavoro, chi lo cerca, chi non lo trova; sia garantita alle nuove generazioni piena autonomia, accesso alla casa, alla cultura, al sapere.

Dobbiamo dar voce al popolo degli invisibili, i nuovi ghostwriter, coloro che non hanno volto e diritti nel dibattito pubblico.

L'Italia ha capito che solo attraverso l'azione collettiva è possibile riconquistare i diritti negati com’è successo recentemente con i referendum!

La nostra forza deve essere la solidarietà verso i giovani precari, l'unico strumento per combattere la ricattabilità e migliorare concretamente la condizione di ognuno.

Lavoro vuol dire dignità e libertà! Questo è lo slogan che deve passare per cambiare i rapporti di forza in questo Paese.

Non siamo la repubblica delle banane né tantomeno lo stato degli gnomi e delle fate turchine... Brunetta, Berlusconi, Gelmini, Bossi & C., l'elisir di lunga vita... è terminato!


Paolo Latella
Unicobas Scuola Lombardia