Alla redazione di "Liberazione"
Alla cortese attenzione di Alessandro Curzi
Dopo lunga e sofferta riflessione ho maturato l'idea di inviare questa "lettera aperta", composta da molte e pressanti domande, alle quali chiedo cortesemente di dare sincera ma immediata risposta.
Rifondazione Comunista affermerà la sua autonomia di Partito e rispetterà l'autonomia del sindacato?
"Liberazione", giornale comunista, farà informazione corretta e veritiera su ogni questione senza discriminazioni?
Perché il P.R.C. a dieci anni dalla sua fondazione non può rappresentare ancora una forza autonoma dal pensiero unico dei Poli, dei partiti, dei sindacati concertativi e un'energia positiva per la democrazia, la libertà e la giustizia sociale?
Ad un'analisi attenta e sincera della realtà del nostro partito la politica del P.R.C. non supera la frammentazione e non esce dalla logica di subalternità al quadro politico esistente, in quanto la sua strategia è molto spesso puramente di pressione, proclamatoria, propagandista e movimentista con l'inevitabile risultato di non incidere concretamente sulla realtà.
Il P.R.C. non mostra una reale autonomia perché non ha fatto scelte conseguenti dal punto di vista sindacale, politico e culturale ne è riprova il fatto che censura sistematicamente, con silenzio complice su "Liberazione", l'attività dell'organizzazione sindacale Unicobas Scuola, le battaglie che ha portato avanti in questi anni, (ritenute radicali e incisive da tutto il movimento di lotta degli insegnanti, da tutto il personale della scuola, precario ed ATA) per la difesa della scuola pubblica.
Di contro il giornale da' spazio alla CISL, allo SNALS, alla GILDA (notoriamente più a sinistra e all'avanguardia dell'Unicobas) o alla CUB Scuola o all'USI Scuola, che con tutto il rispetto nei loro confronti, rappresentano certamente una realtà più limitata rispetto a quella dell'Unicobas.
Anche le recenti elezioni per le RSU nella scuola hanno dimostrato la forza e la bontà delle proposte dell'Unicobas Scuola che ha raggiunto un lusinghiero risultato, pur senza il diritto elementare di indire assemblee in orario di servizio durante la campagna elettorale, senza i permessi sindacali e questo anche grazie ad una colpevole politica di affossamento delle realtà alternative perseguita in questi anni dalla stessa CGIL
Inoltre su "Liberazione", giornale comunista, l'Unicobas non ha neppure il diritto di pubblicare inserzioni pubblicitarie a pagamento delle proprie iniziative di lotta, iunitarie e culturali, mentre spesso tale spazio è lasciato alle Spa FIAT e TELECOM, anch'esse evidentemente ritenute più di sinistra e rivoluzionarie da parte della redazione del suddetto giornale.
Diversi esponenti del P.R.C. motivano tale ostracismo in quanto si sono sentiti offesi da una striscia satirica apparsa più di un anno fa' sul giornale dell'Unicobas Scuola e nella quale si attaccava la politica del partito: ma allora vuol dire che non ci si può esprimere liberamente e criticamente nei confronti del P.R.C.? vuol dire che anche tra di noi esiste l'offesa di "lesa maestà"? vuol dire che nel P.R.C. devi perdere completamente la propria identità? vuol dire che non puoi far parte della segreteria del tuo circolo di Roma, pur facendo parte della maggioranza e avendo aderito al primo documento congressuale, solo perché hai delle "responsabilità" nell'Unicobas?
Ancora alcune componenti politiche e sindacali del P.R.C. ostacolano l'unità di tutte le forze del sindacalismo di base e alternativo, frantumando, negando e anche indebolendo le energie più critiche, autonome e coerenti, favorendo invece distanze e contrapposizioni attraverso gruppi ad hoc, la formazione di correnti ed esclusioni preconcette, impedendo di fatto la creazione di una nuova e libera confederazione sindacale democratica ed alternativa a quelle già esistenti, qual è stato ad esempio il tentativo portato avanti dall'Unicobas insieme ad altre realtà sindacali quali l'USI, il Sin COBAS, CNL dell'ARCA (Assiociazione per le rappresentanze sindacali autogestite).
Secondo me l'atteggiamento del partito è condizionato dalla politica ideologica, integralista, ultrasettaria, ambigua, denigratoria dei "nuovi dirigenti" COBAS e di forze extraconfederali da una parte e dall'altra della "sinistra" sindacale della CGIL che si muovono nell'ambito della "concertazione" e dello statalismo.
Il P.R.C. si ritrova così, suo malgrado, schizofrenicamente diviso tra una posizione di "sinistra di lotta", avventurista e scissionista ed un'altra trasformista se non addirittura conservatrice e moralista della quale fanno le spese soprattutto i lavoratori, che non hanno il diritto di esprimere la propria autonomia sindacale e diventano, sempre più spesso, nemici tra loro.
Tutto ciò nonostante l'intervista del segretario Fausto Bertinotti apparsa su "Liberazione"del 3 gennaio 2001 in cui auspica la necessità dell'autonomia di Rifondazione Comunista alle prossime elezioni politiche.
Mario Eustachio De Bellis
- membro del direttivo del circolo PRC "Orfeo Mucci" Roma
- membro dell'Esecutivo Nazionale Unicobas Scuola