Unicobas, il 3 ottobre in piazza contro la politica del governo
 

ROMA (6 settembre) - Sindacati sul piede di guerra contro i provvedimenti adottati in materia scolastica. Ad annunciare battaglia gli Unicobas della Scuola che hanno indetto per il prossimo 3 ottobre uno sciopero generale con manifestazione a Roma. Sotto accusa, in primo luogo, i tagli annunciati dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. «A decorrere dall'anno scolastico 2009/2010, ed entro tre anni - ricorda il segretario nazionale dell'Unicobas, Stefano d'Errico - saranno cancellati 70.000 cattedre e 40.000 ruoli Ata». «Un taglio -sottolinea- che va ad aggiungersi a quello realizzato dal governo Prodi nelle finanziarie precedenti (47.000 posti in meno, comprese le riduzioni già attuate per il prossimo anno scolastico). Con queste misure si produrranno risparmi di spesa per 7,832 miliardi di euro. Solo il 30% di questi risparmi sarà utilizzato a fini contrattuali per presunte "iniziative dirette alla valorizzazione ed allo sviluppo professionale della carriera del personale della scuola"».

Ma non solo, secondo il sindacato «verranno modificati orario di lavoro, durata delle lezioni e struttura dei programmi. Si spingerà per tornare al maestro unico alle elementari e per eliminare il tempo prolungato alle medie. Verranno rivisti gli ordinamenti della secondaria, con l'obiettivo di ridurre drasticamente materie e ore di insegnamento. Forse si ridurranno le ore a 50 minuti. Una vera controriforma della scuola in linea con la legge Moratti. Per fare il tutto, la Gelmini avrà 12 mesi di tempo. Non male per un paese che in Europa è agli ultimi posti: 69% di diplomati tra i giovani contro il 73% della Germania, il 77% della Gran Bretagna, l'80% della Francia, l'81% del Belgio e della Grecia, l'84% dell'Irlanda, l'86% della Finlandia e la metà dei laureati della media Ue».

Sotto accusa anche la finanziaria che prevede «l'innalzamento drastico di un punto percentuale, dall'anno scolastico 2009/2010, del rapporto docente-alunni, con conseguente 'ingrossamentò e diminuzione delle classi» e il ddl presentato alla Camera da Valentina Aprea, il cui obbiettivo principale, secondo d'Errico, «è rendere il funzionamento della scuola pubblica del tutto simile a quello della scuola privata. Le scuole verranno trasformate in fondazioni e consegnate ai privati (piccola e media impresa), i quali entreranno nei consigli d'amministrazione (che sostituiranno gli attuali consigli d'istituto) e, versando un obolo, diverranno i veri padroni della scuola».

Al centro della protesta anche i provvedimenti adottati da Brunetta, dall'esclusione dei lavoratori pubblici dai benefici fiscali sugli straordinari alle norme sulle assenze per malattia solo per i pubblici dipendenti.