ASPETTI NORMATIVI
Com’è noto, in attuazione della legge n. 425/97, nell’anno
1998-99 è stata realizzata una copiosa produzione normativa che
ha riguardato l’impianto, l’articolazione e i profili più significativi
del nuovo modello di esame di stato (I e II prova, III prova, svolgimento
del colloquio, aree disciplinari, sperimentazioni, certificazioni, ecc.).
Tale produzione si è espressa attraverso una nutrita serie
di atti (regolamento governativo, decreti ministeriali, ordinanze, circolari,
note esplicative, ecc.) per vari versi tra loro connessi e interagenti,
emanati in rapida successione, non sempre coerentemente allineati con le
scansioni e le fasi operative dell’anno scolastico e dell’offerta formativa;
ciò si è verificato anche per effetto di interventi di revisione
e rielaborazione di alcuni provvedimenti (provocati in qualche caso da
osservazioni formulate da parte degli organi di controllo), che hanno finito
per ritardare o sfasare i tempi preventivati di entrata in vigore e di
diffusione dei provvedimenti stessi.
In verità l’Amministrazione si è molto prodigata
affinchè gli uffici competenti, le istituzioni scolastiche interessate
e le relative componenti fossero puntualmente e tempestivamente informati
delle iniziative di carattere normativo di volta in volta attivate e poste
in essere. Si è sforzata, altresì, di agevolare il più
possibile il compito degli operatori scolastici chiamati a gestire il nuovo
modello di esame, attraverso una continua e assidua opera di riconsiderazione,
sistematizzazione e riordino della normativa (a titolo di esempio si fa
riferimento all’organica raccolta di norme realizzata dal Coordinamento
per gli esami di stato e pubblicata nel B.U. n. 23-24 del 10-17 giugno
1999, nonché quella analoga curata dal CEDE e diffusa attraverso
un apposito CD).
Nonostante l’impegno profuso e le soluzioni adottate per eliminare
o ridurre al massimo le difficoltà e i disagi, non si è potuto
tuttavia evitare che la cospicua produzione giuridica provocasse, in più
circostanze, disorientamenti ed incertezze nelle componenti scolastiche;
ciò anche in mancanza delle condizioni temporali occorrenti per
una graduale e meditata assimilazione degli aspetti normativi, tecnico-giuridici
dell’esame e in assenza di esperienze consolidate che fungessero da supporto
e riferimento.
Si aggiunga, poi, che, soprattutto in sede di esami, è
emersa l’esigenza di apportare modifiche e adeguamenti a parti e punti
della normativa stessa rivelatisi non pienamente in linea con le logiche
complessive e di gestione del nuovo esame.
Non va poi trascurata la circostanza che taluni provvedimenti
sono stati adottati in regime transitorio e "a tempo limitato", in
coerenza con l’esigenza di una graduale attuazione della disciplina dell’esame
(si citano, a titolo di esempio, il Decreto relativo allo svolgimento della
I e II prova, quello relativo allo svolgimento della III prova, quello
concernente i crediti formativi, ecc.) e, pertanto, vanno riproposti con
o senza modifiche.
Ciò premesso, sulla base delle indicazioni raccolte in
corso d’anno e a conclusione della sessione di esami, si ritiene ora necessario
procedere ad attenta revisione del contesto normativo dell’esame, al fine
di apportare le opportune modifiche su aspetti superati, carenti o inadeguati,
rivedere o consolidare gli istituti e le fattispecie disciplinati in maniera
transitoria, razionalizzare e sistematizzare la materia nel suo complesso,
produrre una raccolta aggiornata e (se possibile) ragionata delle norme,
potenziare e migliorare l’opera di informazione - formazione - consulenza
sin qui svolta, con tutti i mezzi a disposizione e in particolare attraverso
l’uso di prodotti e strumenti informatici e multimediali, ecc.
Nell’ottica sopra accennata va elaborato per l’anno 1999-2000
un articolato e dettagliato programma di lavoro, recante non solo l’indicazione
degli interventi da trattare, ma anche la relativa tempifica.
Sempre nell’ambito dell’impegno di riordino e di adeguamento
del sistema normativo dell’esame, si ritiene indispensabile procedere ad
una revisione e aggiornamento del repertorio dei quesiti e delle relative
risposte, predisposto nell’anno 1998-99, provvedendo alle integrazioni
e modifiche connesse all’individuazione di situazioni e casi nuovi o abbisognevoli
di riconsiderazione, emersi nella parte terminale dell’anno scolastico
e durante lo svolgimento degli esami (vale a dire dopo l’ultima stesura
del repertorio 1998-99).
Atti da riprodurre con o senza modifiche
D.M. n. 356 del 18-9-1998 recante modalità di svolgimento della I e della II prova scritta
Com’è noto il decreto ministeriale sopra citato ha previsto,
per l’anno scolastico 1998-99, per quel che concerne le modalità
di svolgimento della prima prova scritta, tipologie tradizionali quali
il tema di ordine generale e il tema di argomento storico, accanto a tipologie
innovative, come l’analisi di un testo letterario, la produzione di un
saggio breve o di un articolo di giornale.
Il notevole consenso accordato dagli studenti ai nuovi modelli
di scrittura e l’animato dibattito apertosi nella scuola e tra gli italianisti
su modi e ambiti di strutturazione di questionari e documenti forniti a
corredo delle tracce proposte, postulano ulteriori e mirati approfondimenti,
in vista di un’adeguata diffusione e di un consolidamento dei nuovi modelli
nella prassi didattica dei docenti. Indicazioni in tal senso si prevede
saranno fornite da un’apposita Commissione, che sta prendendo in esame
i quasi mille elaborati di diversa tipologia, che stanno giungendo dai
Provveditorati agli studi all’Ufficio centrale di Coordinamento degli Ispettori.
Dalle suaccennate situazioni è dato desumere che, per
l’anno scolastico 1999-2000, sono da riproporre le stesse modalità
di svolgimento della I prova adottate per l’anno 1998-99.
Per quel che concerne la seconda prova, previo approfondimento
della questione con gruppi di docenti ed esperti, potrà valutarsi
la possibilità di offrire ai candidati, secondo quanto previsto
dal Regolamento, la facoltà di scegliere tra due proposte (esempio:
per il latino potranno essere offerti due brani, uno di prosa e l’altro
di poesia). La decisione, da assumere in sede tecnica, non richiede, comunque,
alcuno specifico intervento di carattere normativo.
In relazione a quanto sopra si ritiene che il D.M. n. 356 verrà
riproposto senza modifiche per l’anno scolastico 1999-2000.
Per completezza di informazione e ad ogni buon fine si fa presente
che il CEDE, dal canto suo, sta svolgendo un’intensa attività di
monitoraggio sull’andamento e sugli esiti delle prove di esame; monitoraggio
che, anche per ciò che attiene allo svolgimento della prima e della
seconda prova, offrirà certamente utili elementi di conoscenza e
di valutazione, che verranno partecipati, appena possibile, alle istituzioni
scolastiche, agli organi e agli uffici interessati.
D.M. n. 357 del 18-9-1998
Anche il decreto ministeriale recante le caratteristiche formali
generali della terza prova scritta, la cui validità si riferisce
ai primi due anni di applicazione del nuovo ordinamento degli esami, può
essere oggetto di variazioni o modifiche con specifico riguardo al comma
3 dell’art. 4, relativo alle proposte che il CEDE, attraverso l’Osservatorio
Nazionale, istituito per regolamento presso tale Centro, è chiamato
a fornire alle Commissioni per la predisposizione della terza prova.
Va, comunque, sottolineato che le esigenze di "gradualità
e flessibilità della prova", giustamente avvertite dall’Amministrazione,
sia per quel che attiene alla scelta delle tipologie di svolgimento che
al dato quantitativo relativo alle varie proposte, non sempre si sono tradotte
(in particolare per la tipologia C) nella predisposizione, da parte delle
Commissioni, di prove idonee ad accertare conoscenze, competenze
e capacità in possesso del candidato.
Ad esempio, il previsto numero di quesiti a risposta multipla
si è rivelato insufficiente, tanto da non consentire di acquisire
esaustivi elementi di giudizio, anche con riferimento agli standard minimi
di preparazione riconducibili all’esame di stato.
In relazione a quanto sopra occorrerà fare un’approfondita
riflessione su alcuni profili della terza prova, tenendo in debito conto
sia le indagini e le valutazioni del CEDE, sia le indicazioni provenienti
dai Provveditorati agli studi e dagli ispettori tecnici opportunamente
sensibilizzati al riguardo.
E’, comunque, fondato ritenere che per l’anno 1999-2000 il D.M.
n. 357 verrà riproposto con modifiche relative in particolare
alla tipologia C.
D.M. n. 358 del 18 settembre 1998 recante norme sulla costituzione delle
aree disciplinari finalizzate alla correzione delle prove scritte e all’espletamento
dei colloqui.
Il D.M. precitato non è soggetto a termine.
E’ fondato ritenere che non subirà alcuna variazione per l’anno
1999-2000.
D.M. N.359 del 18.9.1998 modificato con D.M. n. 149 del 17-2-1999
I decreti sopra richiamati concernono "le modalità e i
termini per l’affidamento delle materie oggetto degli esami di stato ai
commissari esterni e i criteri e le modalità di nomina e di designazione
dei componenti delle commissioni degli esami di stato conclusivi dei corsi
di studio di istruzione secondaria superiore".
Si rivela opportuna l’assunzione in un unico provvedimento delle
disposizioni contenute nei due decreti sopra citati. Contestualmente si
ritiene che siano da apportare, per la parte di merito, le modifiche di
seguito indicate.
Commissioni - criteri di nomina
Nell’anno scolastico 1998-99 il criterio seguito ha previsto
l’introduzione di fasi territoriali di nomina, all’interno di ciascuna
delle quali è stata predisposta una graduatoria di aspiranti da
cui attingere per le nomine sia a domanda che d’ufficio. Tale soluzione
ha consentito sia di contenere la spesa che di corrispondere in gran parte
alle richieste espresse dal personale scolastico (il contenuto numero di
rinunce ne costituisce prova coerente).
Per l’anno scolastico 1999-2000, pur nell’ottica della conferma
dell’impianto procedurale utilizzato per il 1998-99, appare opportuno porre
in essere taluni interventi migliorativi, sì da garantire, da un
canto, un più ampio soddisfacimento delle richieste del personale
di ruolo e, dall’altro, una qualificazione dell’esame di più alto
livello
Tra gli interventi in questione meritano menzione:
· la precedenza "assoluta" da riservare ai dirigenti scolastici
delle scuole secondarie superiori: i correttivi da apportare all’attuale
sistema di priorità dovrebbero consentire di contenere il più
possibile il fenomeno della mancata nomina di un preside di scuola secondaria
superiore, anche nei casi in cui lo stesso non abbia richiesto espressamente
sedi insistenti nella provincia di servizio o di residenza;
· la fissazione di limiti più rigorosi per le nomine
dei docenti con contratto a tempo determinato;
· la possibilità di nominare supplenti non abilitati
solo nell’ambito della fase di ufficio provinciale e in funzione della
copertura dei posti rimasti scoperti in tale fase;
· il ricorso alle cosiddette "aree disciplinari" di cui alla
circolare n. 462 - Prot. 16938/B1A del 15-11-1998 (da sottoporre a revisione)
solo nella fase residuale nazionale.
Tenuto conto della specifica "ratio" alla quale si ispira l’esame
di stato e delle funzioni che le norme assegnano al presidente di commissione,
si ritiene non ricorrano più le condizioni in forza delle quali
si debba dare priorità ai fini della nomina a presidente nelle commissioni
relative a corsi di progetto Brocca e di progetti assistiti, al personale
in possesso di specifiche esperienze in tali sperimentazioni.
Sembra poi ragionevole prevedere l’introduzione del divieto
di nomina per due anni consecutivi nella stessa scuola.
Pur in assenza di specifici divieti, si ribadisce l’opportunità
di evitare, per quanto possibile, che tra i commissari interni figurino
docenti legati da vincoli di parentela ecc. con uno o più alunni.
Ove possibile il problema dovrebbe essere rimosso alla radice procurando
di non assegnare, salvo in casi eccezionali e debitamente documentati
e motivati, i docenti a classi con allievi legati da vincoli di parentela,
ecc. agli stessi docenti.
Occorrerebbe altresì sensibilizzare gli organi delle
istituzioni scolastiche a deliberare, almeno con riferimento alle classi
del triennio conclusivo degli studi, l’organizzazione dell’insegnamento
di educazione fisica su classi intere e non su squadre; ciò al fine
di non dover fare ricorso a due commissari interni (rispettivamente di
educazione fisica maschile e femminile).
Sarebbe poi auspicabile, nel rispetto del principio della continuità
didattica e degli altri criteri formulati dai competenti organi di Istituto,
che non fossero affidate più di due classi terminali allo stesso
docente al fine di evitare l’assegnazione di commissari interni a più
di due classi / commissioni.
Materie da affidare ai commissari
Com’è noto, per l’anno scolastico 1998-99, la prima prova
scritta è stata affidata al commissario esterno, mentre la materia
oggetto della seconda prova scritta per tutti gli indirizzi di studio,
è stata affidata al commissario interno.
Per l’anno scolastico 1999-2000 il criterio di attribuzione
delle materie scritte rimane ancora da definire. Tra l’altro non è
stato sancito, in senso formale, un principio di alternanza da utilizzare
anno per anno. Né risulta esclusa la possibilità di far ricorso
ad una soluzione di tipo misto che assuma in via generale l’alternanza,
ad eccezione di taluni indirizzi di studio, per i quali si renda obiettivamente
difficile la reperibilità di commissari esterni.
Si rammenta, con l’occasione, che la scelta delle materie oggetto
della seconda prova scritta e delle materie affidate ai commissari esterni
sarà resa nota con apposito D.M. (per l’anno decorso il D.M. n.
486 del 18 dicembre 1998).
Si prevede che la data di emanazione del D.M. relativo a quest’anno
scolastico sarà notevolmente anticipata.
D.M. 10-11-1998, n. 449
Il decreto ministeriale recante norme per lo svolgimento degli
esami di stato nelle classi sperimentali contiene norme transitorie valevoli
solo per l’anno scolastico 1998-99, che pertanto potrebbero essere suscettibili
di revisione. Particolare attenzione dovrà essere rivolta alla seconda
prova scritta, che tranne poche eccezioni non dovrebbe avere carattere
pluridisciplinare, ma attestarsi su una sola materia caratterizzante lo
specifico indirizzo (sperimentale) di studi.
Si ritiene inoltre che debba essere oggetto di approfondita
riflessione l’elevato numero di sperimentazioni, nell’ottica di un accorpamento
degli indirizzi sperimentali affini e, perciò, di una riduzione
del numero degli stessi, almeno con riguardo alle prove scritte.
Al fine di un esame esaustivo della complessa materia e per
un’adeguata regolamentazione dei diversi profili della stessa, è
stato costituito un apposito gruppo di studio che formulerà, a breve,
motivate proposte per l’anno 1999-2000.
D.M. 10 novembre 1998, n.450 concernente le certificazioni da
rilasciare in esito al superamento dell’esame di stato.
Ai sensi del D.M. sopra citato i modelli delle certificazioni
hanno carattere sperimentale e si intendono adottati limitatamente agli
anni scolastici 1998-99 e 1999-2000.
Si ha pertanto motivo di ritenere che per l’anno 1999-2000 il
D.M. n. 450 sarà confermato senza variazioni.
Circolare n. 462 - prot. n. 16938/B 1A del 25-11-1998 avente
ad oggetto la formazione delle commissioni degli esami di stato conclusivi
dei corsi di studio di istruzione secondaria superiore per l’anno scolastico
1998-99.
La circolare in questione, da collegare al D.M. n.359 del 18-9-1998,
ha validità limitata all’anno scolastico 1998-99 e perciò
va riprodotta, per l’anno 1999-2000, con le variazioni che si renderanno
necessarie in dipendenza degli interventi di modifica e di adeguamento
degli atti di normazione di rango superiore e, in particolare, del D.M.
n. 359 sopra citato.
E’ opportuno evidenziare che, anche per effetto dell’entrata
in vigore della legge n.140 (con particolare riguardo alla parte relativa
alle nuove competenze dei docenti tecnico - pratici), le tabelle allegate
alla circ. n. 462 sopra citata dovranno essere riviste e aggiornate.
D.M. 10-2-1999, n.34
Le disposizioni relative all’individuazione delle tipologie che
danno luogo al riconoscimento dei crediti formativi, contenute nel decreto
ministeriale sopracitato, hanno suscitato diffuse incertezze nei Consigli
di classe e nelle Commissioni ed hanno portato all’adozione di criteri
e comportamenti spesso difformi e poco convincenti. Non sono poi risultati
sempre chiari e inequivocabili i requisiti di valutabilità delle
esperienze compiute dai candidati (specie con riguardo alla coerenza tra
le stesse e gli indirizzi di studio) e non è stata univoca l’interpretazione
in ordine alla valutabilità della documentazione e certificazione
prodotta dagli aspiranti.
Ferma restando l’autonomia dei Consigli di classe e delle Commissioni
nella definizione di criteri e griglie di valutazione, sulla cui base conferire
trasparenza e oggettività ai punteggi relativi ai crediti formativi,
si ritiene possa rivelarsi opportuno, in sede di rinnovo dell’apposito
decreto, operare qualche intervento di adeguamento o, almeno, di chiarimento.
Gli ambiti di tali interventi potrebbero riguardare, nelle linee
generali, il significato e il valore delle esperienze da ritenere "qualificate",
la relativa documentazione e i requisiti della certificazione.
Per quanto concerne la disciplina di eventuali altri aspetti
attinenti alle diverse fasi operative di competenza dei Consigli di classe
e delle Commissioni esaminatrici, potrebbero anche essere utilizzati gli
spazi di normazione consentiti dall’annuale Ordinanza Ministeriale sulle
modalità di svolgimento degli esami di stato.
O.M. 11-2-1998, n.38 recante istruzioni e modalità organizzative
e operative per lo svolgimento degli esami di stato conclusivi dei corsi
di studio di istruzione secondaria superiore nelle scuole statali e non
statali.
Tenuto conto della validità annuale della citata Ordinanza,
occorrerà riprodurla, per l’anno 1999-2000 con le variazioni, modifiche
e integrazioni che si renderanno necessarie sia per effetto dell’adeguamento
della normativa di rango superiore, sia al fine di introdurre nel sistema
soluzioni migliorative a livello procedurale e organizzativo.
O.M. n. 128 del 14 maggio 1999
in materia di scrutini ed esami.
Con riferimento a tale atto valgono le stesse considerazioni
relative all’O.M. n.38.
Il colloquio
In sede di elaborazione dell’annuale O.M. in materia di esami
di stato, occorrerà impartire puntuali istruzioni sulle modalità
di svolgimento del colloquio e, in particolare, su alcuni suoi aspetti
caratterizzanti e perciò rilevanti ai fini della validità,
quali la scansione delle diverse fasi, la natura pluridisciplinare e la
durata dello stesso.
Da riscontri effettuati a conclusione della sessione di esami
1998-99, è emerso, infatti, che non di rado l’intero colloquio si
è risolto nella sola discussione dell’argomento o nella presentazione
dell’esperienza di ricerca e di progetto da parte del candidato, nonostante
la chiara previsione delle disposizioni regolanti la materia, che, al riguardo,
parlano di "inizio del colloquio". Inoltre si è avuta notizia di
colloqui interamente incentrati su una sola disciplina, in evidente contrasto
con le norme che stabiliscono che lo stesso deve svolgersi su argomenti
proposti al candidato attinenti le diverse discipline, anche raggruppate
per aree disciplinari e riferiti ai programmi e al lavoro didattico dell’ultimo
anno di corso.
Quanto alla durata, considerato che il colloquio deve consentire
di accertare la padronanza della lingua, la capacità di utilizzare
le conoscenze acquisite e di collegarle nell’argomentazione, nonché
di discutere ed approfondire sotto i vari profili i diversi argomenti,
ne consegue che i tempi di svolgimento dello stesso debbono essere adeguati
e compatibili con le suesposte esigenze. Tale circostanza induce a ritenere
che non si possano esaminare, mediamente, più di cinque candidati
nell’arco di una seduta.
Sempre con riguardo alla durata occorrerà rimarcare la
necessità che i tempi di svolgimento delle varie fasi siano tra
di loro opportunamente bilanciati: si fa riferimento in particolare alla
presentazione dell’argomento da parte del candidato, alla discussione di
argomenti attinenti alle diverse discipline come sopra individuati dalla
commissione, alla discussione degli elaborati relativi alle prove scritte.
ASPETTI DI MERITO
E’ noto che il nuovo esame non costituisce un momento autonomo
e a se stante del percorso scolastico, ma è parte integrante di
esso, tanto da investire nella sua globalità tutto il progetto e
l’impegno formativo dei consigli di classe e degli insegnanti interessati
e far sentire i suoi effetti sull’intero impianto e articolazione del curricolo.
In effetti il nuovo esame chiama in causa e innova tutti gli aspetti
più significativi dell’offerta formativa (programmazione, contenuti
e modalità di organizzazione e di gestione delle attività
didattiche, ambiti di esplicazione e tipologie delle prove, valenza pluridisciplinare
dell’impegno didattico, valutazione, certificazione degli esiti, ecc.).
E’ noto, altresì, che il nuovo modello di esame assume
un ruolo strategico di straordinaria importanza rispetto all’ampio quadro
dei processi di revisione e di riordino del sistema scolastico, proponendosi
come un’opportunità straordinaria da non sciupare anche ai fini
di un approccio graduale alla cultura dell’innovazione e dell’anticipazione
di taluni aspetti delle riforme in atto.
Elaborazione di "linee guida" aggiornate
Nell’ottica dell’ampio processo di riforme in atto e in sintonia
con i tempi e le fasi operative del nuovo anno scolastico, si ritiene possa
rivelarsi assai utile la predisposizione e diffusione di "linee guida"
aggiornate, da utilizzare da parte del personale della scuola interessato
come base di riferimento e supporto sia nell’ambito delle iniziative di
formazione e di aggiornamento di cui al paragrafo 3), che come strumento
di lavoro nel corso dell’attività di servizio.
Tali "linee guida" dovrebbero occuparsi in maniera sobria ed
efficace di tutti i profili più qualificanti dell’esame, visti in
stretta connessione con l’offerta formativa e con un taglio preminentemente
operativo e pratico.
In effetti tale sussidio, da diffondere in forma cartacea, informatica
e mutimediale, dovrebbe arricchire, integrare e attualizzare le "linee
guida" realizzate nell’anno 1998-99 per la formazione dei presidi, trattando,
in maniera più esaustiva e mirata di quanto sia stato fatto nel
primo anno di attuazione e gestione del nuovo modello di esame, soprattutto
col riscontro di dati ed elementi raccolti "sul campo", gli aspetti e le
tematiche più rilevanti dello stesso, nonchè momenti
e punti significativi dell’offerta formativa e didattica ad esso propedeutici.
E’ noto, infatti, che nell’anno 1998-99 hanno assunto un peso
preminente altre esigenze, quali, ad esempio, quelle relative alla conoscenza
e diffusione dell’impianto e delle connotazioni tecnico - giuridiche, gestionali
e procedurali dell’esame a discapito, in certo senso, di questioni, problematiche
e profili di contenuto e di merito, nonchè della valenza qualitativa
dell’esame.
Le "linee guida" aggiornate avranno come obiettivo principale
di costituire una base di riferimento per gli organizzatori e i conduttori
di corsi di formazione rivolti ai presidi, anche se potranno trovare larga
utilizzazione nell’ambito delle attività di formazione dei docenti.
Predisposizione di prodotti monotematici
Le "linee guida" potrebbero non raggiungere a pieno le finalità
preventivate, se non fossero supportate da qualificati contributi di studio,
approfondimento, esplicativi ed esemplificativi dei contenuti di più
rilevante interesse, che caratterizzano i vari momenti attraverso cui si
struttura il percorso dell’esame stesso.
A tale scopo, nell’ambito della più ampia collaborazione
con università, enti, associazioni culturali, istituti di formazione,
esperti e, soprattutto, istituzioni scolastiche, si prevede l’elaborazione
di prodotti e materiali di lavoro di carattere monotematico, vertenti sugli
aspetti fondanti dell’esame.
Se ne citano alcuni a titolo esemplificativo:
- il documento del Consiglio di classe;
- la prova scritta di italiano e i nuovi modelli di scrittura;
- la seconda prova scritta come momento di accertamento di disciplina
specifica e caratterizzante l’indirizzo di studio;
- la terza prova scritta tra pluridisciplinarità, esigenza di
adeguata strutturazione e linguaggi informatici;
- il colloquio pluridisciplinare;
- i nuovi criteri di valutazione: crediti e punteggi;
- la certificazione.
Tali sussidi, da diffondere attraverso gli strumenti e i mezzi
della comunicazione a disposizione, dovrebbero costituire una guida e un
valido ausilio per gli operatori scolastici e, in particolare, per i docenti,
anche nell’ambito del loro impegno di servizio e dell’organizzazione dell’offerta
formativa.
L’elaborazione delle "linee guida" aggiornate e dei prodotti
monotematici di cui trattasi dovrebbe essere affidata ad appositi gruppi
di lavoro comprendenti oltre che personale scolastico in possesso delle
occorrenti competenze, anche rappresentanti dei Servizi centrali, e dei
Coordinamenti interessati. Tali gruppi potranno essere integrati con esperti
di riconosciuta capacità.
ATTIVITA’ DI FORMAZIONE
L’attività di formazione si propone come esigenza prioritaria
e irrununciabile anche per l’anno scolastico 1999-2000.
Tale attività si ritiene debba essere svolta sia attraverso
l’uso di soluzioni e supporti di tipo informatico e multimediale, sia nelle
forme e con le modalità tradizionali (seminari, convegni, corsi,
ecc.).
Il ricorso congiunto alle suaccennate opportunità (da
considerare interagenti e complementari) consentirà di raggiungere
l’enorme platea dei destinatari (oltre 220.000 docenti variamente distribuiti
sul territorio nazionale e nell’ambito delle oltre 3200 istituzioni scolastiche
statali di istruzione secondaria superiore, a cui vanno aggiunti anche
i docenti delle istituzioni legalmente riconosciute) senza peraltro rinunciare
ad occasioni di incontri e confronti diretti e "in situazioni" delle quali
ancora si avverte la particolare importanza sul piano motivazionale e operativo.
Vale osservare che l’attuazione del nuovo modello di esame di
stato ha dato un forte impulso alla cultura dell’uso delle tecnologie didattiche
ed ha suscitato un fervore di interessi nuovi, che si sono manifestati
attraverso l’utilizzo diffuso del computer e l’accesso ai siti Internet.
Per l’anno 1999-2000 bisognerà ancora insistere su questa
strada, tenuto conto del consenso e dell’entusiasmo manifestati dalle componenti
scolastiche.
- Il personale scolastico da coinvolgere nelle attività
di formazione, per l’anno 1999-2000, oltre al dirigente e docente, è
quello non docente. Non va trascurato, infatti, il ruolo fondamentale a
cui attendono gli Uffici di segreteria nella gestione degli aspetti
amministrativo-contabili dell’esame, nonchè nell’espletamento di
taluni adempimenti particolarmente importanti e delicati ad esso connessi
(compilazione e rilascio dei diplomi e delle relative certificazioni, elaborazione
dei programmi informatici sull’andamento degli esami, sui curricoli dei
candidati, sulla composizione delle commissioni, ecc.); ruolo che richiede
specifici interventi concernenti non solo taluni aspetti della materia
degli esami, ma anche l’utilizzo di particolari tecniche di tipo multimediale
(ad esempio programma "conchiglia") e procedure.
Per quel che concerne il personale docente, si ritiene debbano
essere coinvolti negli interventi di formazione gli insegnanti dell’ultimo
triennio del corso di studi e non solo quelli dell’ultimo anno.
Nella considerazione che, in base alle disposizioni vigenti,
hanno titolo a presiedere le Commissioni di esame anche i presidi di scuola
media in possesso di abilitazione all’insegnamento nella scuola media superiore,
appare indispensabile organizzare e realizzare apposite iniziative di formazione
anche nei confronti di questi dirigenti scolastici.
A tal fine occorrerà esaminare la possibilità
di ammettere alla frequenza dei corsi riservati ai dirigenti della scuola
secondaria superiore anche i presidi di scuola media in possesso dei requisiti
richiesti e che ne facciano domanda.
In mancanza di tali possibilità dovranno comunque individuarsi
soluzioni idonee e adeguate allo scopo.
Sempre in funzione delle azioni di formazione relative al nuovo
esame, si ritiene debbano essere coinvolti anche i nuclei territoriali
all’uopo costituiti presso i Provveditorati agli studi, rappresentando
stabile e affidabile riferimento (che trova tra l’altro legittimazione
nella stessa normativa sugli esami di stato) e avendo dato in via generale
prova di impegno e di affidabilità costante lungo l’arco delle operazioni
di preparazione e di svolgimento degli esami.
Si richiama in proposito l’attività di "formazione intensiva"
svolta dai menzionati nuclei nel periodo di maggio - giugno c.a., nella
fase immediatamente antecedente l’esame.
Per quel che attiene al modello o ai modelli da utilizzare
ai fini della formazione, si ha motivo di ritenere che rimanga ancora valido,
nelle linee essenziali, l’impianto positivamente sperimentato nell’anno
1998-99.
In sostanza, le strategie organizzative e operative adottate
nello scorso anno possono tuttora costituire una risorsa spendibile ai
fini dell’efficacia degli interventi formativi. Sarà comunque necessario,
rispetto al 1998-99, dare al piano in corso di elaborazione una più
spiccata e avvertita valenza qualitativa sia con riguardo ai contenuti
che alle implicazioni di carattere didattico e metodologico.
In sostanza si ritiene che possano ancora rivelarsi funzionali
al piano di formazione di cui trattasi la struttura modulare a cascata
articolata::
a) - su iniziative (per lo più di tipo seminariale) di
carattere nazionale, da attuare a cura del Coordinamento dei servizi centrali
interessati;
b) - su iniziative di carattere locale, da gestire nell’ambito
delle singole realtà provinciali, sub-provinciali o scolastiche,
a cura dei Provveditori agli studi e dei Capi di istituto.
Le attività sub a), da realizzare nel periodo settembre
/ prima metà di ottobre con le competenze presenti nel Ministero,
opportunamente integrate con l’apporto di operatori scolastici, esperti,
docenti universitari, rappresentanti di associazioni e di enti culturali
di qualificato livello, dovrebbero essere rivolte ai Provveditori agli
studi, agli Ispettori tecnici e ai componenti dei nuclei territoriali funzionanti
presso i Provveditorati agli studi.
Quelle sub b), da porre in essere subito dopo a cura dei
Provveditori agli studi, e con la collaborazione degli Ispettori tecnici,
dei componenti dei nuclei territoriali, dovrebbero avere come destinatari
i presidi delle scuole secondarie superiori, nonchè, per ciascuna
istituzione scolastica di scuola secondaria superiore, uno o più
docenti scelti dagli stessi capi di istituto, in possesso di particolare
qualificazione professionale riferita all’esame di stato e in grado di
fungere da "facilitatori" e "moltiplicatori" di esperienze nell’ambito
delle iniziative di aggiornamento delle rispettive scuole.
Con la diretta partecipazione ai corsi di rappresentanze di
docenti di ciascuna istituzione scolastica, si potrebbe così instaurare
un rapporto più stretto e funzionale tra dirigenti scolastici
e docenti, di cui si riconosce la fondamentale importanza ai fini dell’acquisizione
di una "cultura" più matura e consapevole del nuovo modello di esame
e che si è rivelato, in via generale, alquanto carente nell’anno
1998-99.
Per quel che concerne la formazione generalizzata dei docenti,
si è dell’avviso che possa ancora risultare utile investire di tale
compito i presidi delle scuole secondarie superiori di rispettiva appartenenza
opportunamente assistiti da quegli stessi docenti che abbiano preventivamente
partecipato ai corsi di formazione riservati ai capi di istituto. L’attività
di formazione dovrà essere, ovviamente, svolta nell’ambito di ciascuna
scuola e sarà opportunamente monitorata e seguita a cura di questo
Ministero.
Gli interventi di formazione riservati ai capi di istituto dovranno
poi passare attraverso fasi di richiamo e di verifica da attuare direttamente,
come nell’anno decorso, a cura dei singoli Servizi ministeriali competenti,
presumibilmente nel periodo febbraio - marzo 2000, preferibilmente attraverso
incontri seminariali destinati ai presidi e ai rappresentanti della componente
docente di ciascun istituto.
Nell’ambito del modello organizzativo - operativo che si prevede
di utilizzare, potranno ancora rimanere in funzione gli organi costituiti
nell’anno 1998-99, vale a dire:
· gruppi di lavoro incaricati dello studio, dell’elaborazione
e della produzione di materiali formativi e didattici da far tenere alle
istituzioni e alle componenti scolastiche interessate;
· gruppi di lavoro preposti all’aggiornamento del personale
della scuola e degli operatori scolastici coinvolti nell’attuazione del
nuovo modello di esame (D.M. n. 320);
· gruppi di lavoro preposto all’esame e all’elaborazione delle
risposte ai quesiti riguardante gli aspetti di merito dell’esame di stato
(D.D. del 20-10-1998);
· task - force costituita nell’anno scolastico 1998-99 per la
diffusione della nuova disciplina degli esami mediante interventi in loco
rivolti prevalentemente alla componente studentesca (D.M. n. 478);
· gruppi di lavoro preposti allo studio dei profili tecnico
- giuridici dell’esame e all’istruttoria e predisposizione di ipotesi e
di bozze di provvedimenti significativi.
Ovviamente, le iniziative di formazione di cui trattasi dovranno
opportunamente interagire e integrarsi con le iniziative di analogo tipo
gestite dal Ministero e dal CEDE, nonché con interventi di formazione
realizzati, autonomamente, da istituzioni universitarie, dagli IRRSAE,
da singole istituzioni scolastiche, ecc., nell’ambito dei propri piani
di aggiornamento.
Per quanto riguarda poi il ruolo del CEDE, nel contesto del nuovo
esame di stato, sempre con riguardo al prossimo anno scolastico, si fa
rinvio allo specifico programma di attività dallo stesso CEDE predisposto
con la precisazione che tale programma sarà opportunamente sostenuto
dall’amministrazione scolastica con tutti i mezzi a disposizione e sarà
pienamente coerente col programma di lavoro del Ministero.
Al riguardo si rende noto che sono stati già effettuati
col CEDE appositi incontri sul tema dell’esame di stato riferiti
all’anno 1999-2000 e che i rapporti e le interazioni con tale organismo
sono stati sinora intensi e proficui.
L’allegato 1 contiene una breve riflessione sulle iniziative
di formazione da assumere in relazione alle innovazioni introdotte nella
didattica della scrittura del decreto n. 356.
L’allegato 2 reca una riflessione degli interventi formativi
e divulgativi sull’esame di stato legati al piano editoriale Rai - Direzione
Generale Istruzione Professionale.
Allegato 1
LA PROVA SCRITTA DI ITALIANO
E I NUOVI MODELLI DI SCRITTURA
Per quanto attiene alla formazione in servizio dei docenti di
italiano in relazione alle innovazioni introdotte nella didattica della
scrittura del decreto sulla prima prova del nuovo esame, saranno intensificate
e diffuse le iniziative già avviate nel decorso anno a seguito di
protocolli di intesa e collaborazioni realizzati dal Ministero con Università,
Enti ed Istituti di ricerca, tra cui il GISCEL, l’ADI e le Università
di Siena, Bologna e Roma.
Nell’ambito dei progetti messi a punto dai laboratori di scrittura
istituiti presso i summenzionati Enti ed Università, è stata
avviata una riflessione approfondita sui nuovi modelli di scrittura all’interno
di corsi e seminari destinati ai docenti di italiano di alcune regioni
scelte a campione (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania
e Sardegna).
I materiali prodotti, consistenti in modelli di nuovi percorsi
didattici dell’italiano, in esemplari di elaborati innovativi e in schede
di valutazione strutturate in coerenza con le nuove linee del curricolo,
hanno avuto una diffusione che, pur se limitata alle regioni interessate
al progetto, non ha mancato di suscitare anche altrove un notevole interesse.
Il nuovo anno scolastico vedrà pertanto la prosecuzione
di tale specifica attività, attraverso un’estensione del progetto
alle altre regioni e il coinvolgimento, pur con le necessarie differenziazioni
operative, dei docenti di italiano in tutti gli ordini di studio.
Saranno pertanto interessati gli insegnanti dell’ultimo triennio
ai quali saranno offerti, attraverso interventi di formazione attivati
dal Ministero, dai Provveditorati o da altri Istituti ed Enti, occasioni
e spunti di riflessione e approfondimento sulla nuova didattica dell’italiano.
Tali interventi mireranno soprattutto a far acquisire ai docenti più
efficaci metodologie di lavoro, idonee ad assicurare agli studenti una
sempre più completa padronanza della lingua italiana ed una più
moderna formazione letteraria, soprattutto in relazione alle nuove forme
di scrittura previste per la prima prova di esame.
I materiali già prodotti e quelli che verranno realizzati
in corso d’opera saranno tempestivamente diffusi, nelle forme più
opportune, a tutte le scuole.
Tra i suddetti prodotti si collocano gli Orientamenti per l’elaborazione
del "saggio breve" e "dell’ articolo di giornale", che stanno per essere
messi a punto dall’Ufficio di Coordinamento Ispettori del Ministero, sulla
base delle analisi e delle verifiche operate su mille elaborati trasmessi
dalle Commissioni giudicatrici di tutte le province secondo una campionatura
ispirata al criterio della migliore valutazione assegnata per ciascuna
tipologia di tracce.
Allegato 2
CORSO DI FORMAZIONE SATELLITARE
PIANO EDITORIALE
Il piano editoriale D.G.I.P. - Rai, relativo al nuovo esame di stato,
prevede, tra l'altro, la realizzazione di un corso di formazione utilizzando
il canale satellitare di Rai Educational.
Il corso avrà la durata presumibile di 12 settimane, per un
totale di 48 ore così articolate: 12 ore di trasmissioni televisive;
12 ore di aula per lavori di gruppo; 24 ore di studio individuale di preparazione
alla verifica finale.
Si ritiene che il corso possa constare di una fase "di aula" e di una
fase di studio individuale.
La fase di aula dovrebbe essere impostata sull'ascolto di unità
didattiche di un'ora ciascuna e sullo svolgimento di una serie di attività
audiovisive della durata di un'ora ciascuna, vertenti su discussioni ed
esercitazioni sugli argomenti oggetto di lezioni, con l'assistenza di un
tutor.
Lo studio individuale sarebbe finalizzato all'approfondimento dei temi
trattati ed alla preparazione delle verifiche collettive ed individuali.
I CENTRI DI ASCOLTO
Com'è noto, la Rai sta installando presso istituzioni scolastiche,
antenne televisive per la ricezione satellitare di circa 5000 centri d'ascolto
(attualmente sono pronti circa 3000 centri).
I centri in questione sono stati individuati dai Provveditorati agli
studi in quanto in possesso di taluni requisiti (disponibilità di
risorse umane, strutturali, tecnologiche, ecc.).
Si ritiene che un cospicuo numero (almeno 1000) di tali centri, possa
ospitare gruppi di docenti di scuola media superiore, che , con l'aiuto
di tutor, potrebbero seguire le 12 trasmissioni televisive del corso. Ogni
gruppo dovrebbe comprendere dai 30 ai 40 docenti.
ORGANIZZAZIONE
Il capo d'istituto ospitante svolgerebbe la funzione di direttore del
corso. Il tutor garantirebbe la corretta fruizione delle trasmissioni,
realizzerebbe la conduzione dei gruppi di lavoro nella seconda ora di lezione
e, una volta terminata la trasmissione coordinerebbe la produzione di materiali
didattici e le esercitazioni, curandone poi l'inoltro attraverso internet
al centro di produzione del corso ( www.istruzione.it; www.rai.it) .
I tutor sarebbero individuati tra ispettori, presidi, docenti, ecc.,
con consolidate esperienze nelle attività di formazione relative
all'esame di stato, sia nell'ambito dei piani nazionali di formazione che
dei nuclei di assistenza costituiti presso i provveditorati.
ATTESTAZIONE
Il corso satellitare dovrebbe concludersi anche con una attestazione
da rilasciare a tutti i partecipanti.
CERTIFICAZIONE
A coloro che dovessero fame richiesta, potrebbe essere rilasciato un
certificato di professionalità acquisita, previo accertamento anche
con prove di verifica semistrutturate delle conoscenze, competenze e capacità
acquisite. Si tratterebbe in sostanza di un credito formativo che potrebbe
dare alcune precedenze (ad esempio anche in sede di formazione delle future
commissioni d'esame).
Le prove predisposte dal centro di formazione verrebbero somministrate
nei centri di ascolto ed elaborate elettronicamente. Alle prove potrebbero
essere ammessi a partecipare anche quei docenti che avessero seguito individualmente
il corso in situazione remota ( ad esempio nella scuola di servizio o a
casa propria).
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