Tutti uniti i professori contro la finanziaria di Berlusconi e della Moratti: dai confederali di Cgil, Cisl e Uil, passando per l'Unicobas e lo Snals. Persino i presidi parzialmente contrari.
di Alberico Giostra
ROMA - Un unanime e compatto coro di dissensi. E' questa la risposta dei sindacati confederali e autonomi della scuola alla Finanziaria del governo Berlusconi. Solo il presidente dell'Associazione nazionale Presidi Rembado giudica la manovra "parzialmente insoddisfacente".
Per Enrico Panini segretario della CGIL scuola si tratta di una "finanziaria pessima, incurante dei diritti degli alunni ed ostile ai docenti. Una finanziaria contro la scuola pubblica dove non si valorizza il personale, dove non c'è un solo investimento, dove non c'è la copertura dell'inflazione e dove non si prova nemmeno ad arrivare al 6% del rapporto tra spesa pubblica e spesa per la scuola cui l'Unione Europea ci ha chiesto di arrivare di contro al nostro 5%. E' una finanziaria che tralascia del tutto l'obiettivo di portare gli stipendi dei docenti al livello di quelli europei e che non riesce nemmeno a stanziare le risorse necessarie ad equiparare i dirigenti scolastici agli dirigenti statali. I danni ai docenti precari saranno pesantissimi. Non assegnando le supplenze fino a 30 giorni oltre ai precari saranno danneggiati anche gli alunni perché resteranno senza insegnanti. Il 95% delle supplenze infatti arriva a 30 giorni. Inoltre con l'obbligo di fare gli straordinari questo governo realizza una sconcertante ingerenza in materia contrattuale esplicitamente proibita da una legge del '93. Berlusconi dice che ha aumentato le risorse di 4487 miliardi ma non è vero perché almeno 2000 miliardi erano già stati stanziati dal precedente governo e quindi questa finanziaria è una finanziaria di soli tagli, tagli per migliaia di miliardi."
Ma in questa congiuntura economica e politica internazionale era possibile fare una finanziaria più generosa? "Certo - risponde Panini - basti pensare a quanto fece Romano Prodi nel 1997. Stavamo entrando in Europa con una finanziaria da 120.000 miliardi e lui stanziò ben 4000 miliardi di investimenti reali. Ma quello era un governo che nella scuola pubblica credeva davvero a differenza di questo." Berlusconi però ha scelto di non bloccare il turn-over nelle scuole a differenza degli altri ministeri... "E' una falsa concessione perché bloccare il turn over nella scuola è impossibile" conclude Panini.
Allora che fare ? "I docenti dovranno mobilitarsi. Con Cisl Uil e Snals stiamo valutando che iniziative prendere. Lo sciopero dell'Unicobas del 19 ottobre? Per fare scioperi insieme bisogna avere piattaforme comuni e l'Unicobas continua ad essere un po' troppo distante da noi."
Che sia la finanziaria che infligge un colpo memorabile ai precari lo sostengono anche due leader nazionali, Antonio Antonazzo del Comitato insegnanti precari e Stefano Lonza dell'Unicobas. "Saranno almeno 15.000 le cattedre che saranno eliminate con l'inglobamento degli spezzoni" dicono insieme. "E' difficile calcolare quanti saranno i precari danneggiati ma saranno parecchie decine di migliaia e correranno rischi anche i 5000 vincitori di cattedre che non sono riusciti ad entrare in ruolo quest'anno. In più temiamo che saranno migliaia gli insegnanti che dopo questo peggioramento delle condizioni di insegnamento se ne andranno volontariamente in pensione."
"Noi - dice Massimo Di Menna segretario generale della UIL Scuola - giudichiamo positivamente i 210 miliardi in più concessi per il rinnovo contrattuale ma li giudichiamo insufficienti e nel complesso si tratta di una finanziaria che giudichiamo criticamente perché introduce dei tagli ai supplenti e aumenta il carico di lavoro con degli aumenti di stipendio che saranno risibili rispetto al panorama europeo.I risparmi che riusciranno a realizzare non saranno reinvestiti e questo è il limite principale di questa finanziaria. Noi dovevano recuperare quote di investimento rispetto ai paesi OCSE avanti a noi di circa 3 punti di percentuale rispetto al PIL e invece si è scelto di tagliare e basta, caricando sulle spalle dei più deboli, i precari, i sacrifici più grandi. Eppoi non solo non aumenta la spesa ma peggiora anche la qualità dell'intervento perché il lavoro dei docenti costretti a coprire cattedre lasciate vuote da colleghi in malattia inciderà sulla qualità dell'insegnamento. Dopo tante belle parole della Moratti sulla centralità della scuola questa è una finanziaria che contraddice del tutto quelle affermazioni."
A fianco dei colossi sindacali dei confederali si muove dai primi anni 90 il piccolo sindacato Unicobas, snobbato dal Ministero durante le contrattazioni nonostante sia un sindacato su base nazionale. "E' colpa della Bassanini - dice il segretario Stefano D'Errico - nelle elezioni noi prendiamo più voti della CGIL pur avendo solo 4000 iscritti di contro ai loro 70.000 o ai 35.000 della UIL, i 65.000 della CISL e dello SNALS. Ma la riforma dell'ex Ministro della Funzione Pubblica ha introdotto un complicato calcolo sulla base delle presenze nelle RSU solo per favorire i confederali ed escludere noi dalle trattative con il bel risultato che ora vediamo. La politica della Moratti niente altro è che una sorta di prolungamento di quella di Berlinguer", dice D'Errico.
Cioé? "Lui voleva tagliare 70.000 cattedre con i cicli, la Moratti con la sua riforma ne taglierà molti di più, ma loro prima stavano zitti e adesso strepitano. Ecco come la Moratti recupererà in futuro i soldi, tagliando almeno altre 50.000 cattedre alle superiori con la sua riforma dei cicli. Noi definiamo questa finanziaria cottimista. Più lavori e più guadagni. Ma la scuola non è una azienda e nemmeno una fabbrica, e i docenti non sono dei metalmeccanici con buona pace di quanto pensano sia i Cobas che la CGIL. Noi avevamo costruito una battaglia sugli stipendi europei, anni di lotta e i confederali hanno pattuito lo scorso anno una miseria di aumento, 150.000 lire nette di media. Oggi la Moratti ce ne darà circa 40.000. L'unico aumento accettabile doveva essere di almeno un milione al mese, giusto per recuperare il gap minimo, quello che ci separa dalla Spagna. Invece ci daranno 40.000 lire. Voglio vedere che cosa faranno, se scenderanno in piazza con noi nello sciopero del 19 ottobre prossimo quando partiremo dal Ministero della Pubblica Istruzione per finire a Montecitorio. Ma in realtà la cosa più insultante che ci riguarda non è scritta in questa deludentissima finanziaria, si tratta della scrittura d'ufficio del codice deontologico e professionale che la Moratti sta facendo. Non era mai accaduto. Vi immaginate voi che il Ministero della Sanità scrive il codice deontologico dei medici, o il Ministero della Giustizia quello dei giornalisti ? I giornalisti il codice se lo sono scritti da solo. Ecco perché anche di fronte a questa finanziaria noi continuiamo a chiedere un contratto per gli insegnanti separato dal pubblico impiego e un ordine professionale. La scuola non è un servizio è una istituzione".
Secondo Fedele Ricciato, segretario del più importante sindacato autonomo lo Snals questa finanziaria penalizza la scuola. " La scuola, l'Università che dovrebbero essere il volano dello sviluppo sono ancora una volta penalizzate" dice. "La Finanziaria propone una manovra tendente ad improbabili obiettivi di crescita e lascia invariata la pressione fiscale operando pesanti tagli alla spesa pubblica, non garantendo il pieno recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni e non prevedendo risorse economiche congrue da destinare ai rinnovi Contrattuali.Sul fronte della politica della spesa, infatti, registriamo - ha affermato - tagli agli organici ed esiguita' di risorse strutturali e contrattuali; sul fronte delle entrate, rileviamo la mancanza di sgravi fiscali strategici per l'attivita' professionale''. Il personale della scuola, ha concluso il leader Snals, ''risulta, cosi', penalizzato in qualita' di contribuente prima e di pubblico dipendente poi. Il giudizio dello Snals - ha concluso - non puo' che essere, pertanto, negativo''.
Non molto diverso il giudizio di Daniela Colturani della Cisl Scuola. "Si tratta di cifre irrisorie a fronte di enfatiche dichiarazioni che promettevano investimenti e ponevano l'accento sulla centralita' del sistema dell'istruzione e sulla valorizzazione delle professionalita' - ha commentato - nella Finanziaria ci troviamo di fronte a cifre che, oltretutto, risultano dover essere finanziate da economie di sistema. Economie, queste ultime - ha concluso Colturani - che mettono a rischio non solo il diritto allo studio, ma anche i livelli di erogazione del servizio stesso''
("IL NUOVO" Telegiornale telematico - 29 SETTEMBRE 2001; ORE 20:30)