PRISMA NEWS 24.12.2010

“Parentopoli” anche nella Formazione Professionale?

Venerdì 24 Dicembre 2010 14:04 Prismanews
 

Ad alzare il velo del sospetto ci pensa l’Unicobas: da parte del sindacato ecco una presa di posizione - con conseguente dichiarazione affidata a una nota-stampa - che affonda la lama in uno dei tanti ventri molli del nostro Paese.

Eh sì, perché la formazione professionale è uno dei tanti profili che appartiene al settore-istruzione; sia essa di primo, secondo o terzo livello, contribuisce (meglio: dovrebbe contribuire) a dare una preparazione in più a tutti coloro che necessitano di essa per un migliore inserimento nel mondo del lavoro. Ma è altresì noto che in nome della formazione, a livello locale visto che la materia è di competenza delle Regioni, si siano consumati parecchi attentati al diritto di noi cittadini; questo di cui parla Unicobas potrebbe essere l’ennesimo. Anche se alla fine il sindacato chiama in causa pure l’Amministrazione Provinciale.

Come afferma Stefano D’Errico, “L'inchiesta che sta coinvolgendo alcune aziende partecipate della Capitale non nasce per caso. Nasce dall’induzione di una logica privatistica nella gestione pubblica e ancor più a seguito delle gestioni nate sotto l’insegna di una logica del tutto privatistica. È il caso anche della Formazione Professionale del Comune di Roma (anch'essa in odore di aziendalizzazione) e di molti Comuni limitrofi, ad esempio Tivoli (con una formazione trasformata in società a responsabilità limitata) e Albano Laziale (formazione Spa). Anche in questo settore dell'istruzione, accuratamente oscurato, va detto che è riscontrabile un'alta concentrazione di parentele, amicizie e conoscenze (anche sindacali) nelle assunzioni. La cosa è peraltro annosa, e non trae origine dalle attuali giunte comunali (che pure non hanno “innovato” nulla). Si tratta di un fenomeno assai diffuso e consolidato in tutta la categoria”.

Sembra quasi di rileggere le parole pronunciate da Francesca in occasione dell’intervista che Prismanews ha pubblicata di recente su Finmeccanica. Lei diceva che era stufa del “grido delle vergini”, che il nostro “è un Paese di ipocriti” perché è noto come procedono le cose.
Ma torniamo a “Parentopoli” e alla Formazione Professionale. Quello che Unicobas scrive, appunto ricordando che si tratta di materia di competenza regionale, è interessante e riguarda la facilità con cui “Si potrebbe verificare se esiste un legame tra la cerchia delle assunzioni e il metodo di reclutamento - in prima battuta a tempo determinato - attuato nei suddetti Comuni, spesso legato a bandi pubblicati con un’informazione singolare, per brevi periodi e a volte collocati tra fine luglio e prima metà di agosto, nonché a singolari prerequisiti di accesso e a colloqui dai criteri altrettanto singolari. Il tutto - prosegue la nota - produce generalmente elenchi di aspiranti (non graduatorie!) che, in contrasto con l'elevato tasso di disoccupazione presente sul territorio e in particolare tra gli insegnanti, risultano paradossalmente insufficienti rispetto al fabbisogno di personale, 'costringendo' le Amministrazioni a frequenti e incontrollate chiamate nominative fuori albo”.

E i sindacati? Che ruolo hanno in tutto ciò i sindacati? Subiscono passivamente oppure protestano energicamente? Hanno modi di esercitare un controllo? La risposta di Unicobas è questa: “In tale situazione l'intervento di alcuni sindacati di categoria (di quelli che da altre parti tuonano contro corruzione e corporativismo) e della provincia di Roma … appare limitato a una richiesta di rispetto della norma contrattuale che tutela il 'diritto di precedenza' nelle assunzioni per coloro che hanno già lavorato nello stesso Ente presso il quale concorrono. Ma è evidente che questo 'diritto di precedenza' disgiunto dalla regolarità e trasparenza delle assunzioni corre l'inevitabile rischio di divenire un privilegio”.

Un’ultima annotazione il documento la riserva alla cosiddetta ‘migrazione di parte del personale’. Dove andranno allora tali preziose risorse umane? Bene, “Per fare spazio alle nuove leve spesso si procede a una migrazione di parte del personale verso livelli più alti. E anche qui assistiamo a un fenomeno incontrollato di promozioni che, oltre a gonfiare a dismisura gli organici dell’Ente, producono uno squilibrio economico che rischia di far collassare il sistema, tanto che i diritti di tutto l’insieme del personale (degli allievi non ne parliamo neppure), non vengono onorati per poter soddisfare i 'diritti'di alcuni. Ma su questo l'Amministrazione preposta ai controlli, il competente assessorato della Provincia di Roma, non interviene neppure su segnalazione diretta”.