PRISMA NEWS 31.7.2011

"Riforma Gelmini devastante": Tersigni e Sperduto (Ft). Scuola, sciopero nazionale il 7 ottobre

Non sappiamo se al ministro Gelmini siano fischiate le orecchie, fatto è che rischiare di ritrovarsi fra le mani, a settembre, un dvd o un servizio tv che denuncia chi ha sponsorizzato e realizzato la forma scolastica non è il massimo delle aspirazioni.

La dichiarazione di cui avete nel titolo appartiene a Simone Sperduto, vice-segretario romano della Fiamma Tricolore.
"In alcuni istituti superiori dei municipi VI e VII di Roma, la riforma Gelmini metterà in pericolo lo svolgimento dell'attività didattica già a partire da settembre". Ma non è una semplice dichiarazione visto che ad essa si offre come sponda anche qualche numero: "Avremo addirittura licei con sole tre classi di ginnasio e con professori che andranno a spasso. Ciò ad esempio al liceo Kant e al Benedetto da Norcia, dove è stato stabilito un tetto minimo e massimo per classe, con possibilità di respingimento delle richieste d'iscrizione. Al D'Assisi, invece, due classi di informatica verranno unite in una con più di 40 alunni ed è prevista una classe con 30 alunni più una ragazza disabile, quando il numero, in casi del genere, non dovrebbe superare le 20 unità".

A Sperduto fa eco Stefano Tersigni, segretario romano e dirigente della Fiamma Tricolore-Destra Sociale. Pure da lui parole non certo tenere: "Viene il voltastomaco a fronte dei comunque cospicui finanziamenti statali che vanno alle scuole private. A settembre andremo in queste scuole e, se studenti e dirigenti lo vorranno, realizzeremo dei mini documentari che spediremo a programmi come ‘Striscia la Notizia’ e ‘Le Iene’ e una copia del dvd sarà inoltrata anche al Ministero dell'Istruzione, così l'on. Mariastella Gelmini vedrà di quali capolavori si è resa protagonista".

Forse al ministro le orecchie fischieranno molto di più il 7 ottobre prossimo. Giorno prescelto da Unicobas per protestare contro la pesantissima manovra finanziaria del governo continua l'opera di smantellamento della scuola pubblica.
Come informa in una nota-stampa, Unicobas evoca gli "Altri tagli al tempo pieno della Primaria e alle cattedre in ogni ordine e grado; altri tagli sul personale amministrativo, tecnico ed ausiliario. Al drastico calo dei finanziamenti per l'istruzione, nel Paese che già spende la più bassa percentuale di Pil nella UE e retribuisce peggio insegnanti e ATA, s'accompagnano le economie sulla pelle degli alunni con una controriforma minimalista che smantella la qualità del sistema formativo italiano a vantaggio dei diplomifici privati. Il nuovo Liceo Scientifico privo del latino ne è esempio lampante. La manovra passa persino tramite un 'riordino' delle classi di concorso che consente l'utilizzazione dei soprannumerari perdenti posto su insegnamenti per i quali non risultano preparati e abilitati. È, fra gli altri, il caso del frazionamento della cattedra di lettere al Ginnasio, dove italiano, latino e greco verranno affidati a differenti soggetti, alcuni dei quali non in possesso dei requisiti necessari. Unicobas ha già opposto ricorso al TAR del Lazio contro il riordino delle classi di concorso e sta avviando una class-action nazionale anche per gli insegnanti tecnico-pratici, di geografia, informatica e stenodattilografia, vittime sacrificali designate".

Per il sindacato la manovra condanna il grosso dei 130mila precari alla disoccupazione e introduce un inaccettabile ribaltamento del diritto del lavoro con la clausola dell'azzeramento della carriera. Fra i 36.488 non docenti ed i 30.482 insegnanti che pare vengano assunti da settembre, solo una parte arriverà dal precariato. "Di questa, la stragrande maggioranza (che ha meno di 8 anni di supplenze) percepirà aumenti d'anzianità solo dopo altri 8 anni dall'assunzione, anziché dalla fine del secondo anno com'è stato sinora per i lavoratori della scuola. In tal modo percepiranno ben poco di più di ciò che veniva dato loro in regime di precariato, perché retribuiti sempre allo stipendio base. La creatività tremontiana ha inventato il precariato di ruolo, con l'aiuto vergognoso dell'Agenzia per la negoziazione di parte pubblica e delle organizzazioni sindacali che hanno sottoscritto addirittura una modifica sui neo-assunti a livello di contratto nazionale".

Un colpo anche al resto del mondo sindacale nazionale: "Nessuno dice che i posti coperti sono anche molti di meno dei pensionamenti e che non viene rispettato neppure il regolare turn-over sui posti disponibili, tagliati in modo drastico con l'accorpamento delle classi e l'aumento del numero di alunni o affidate in buona misura a quella parte di precari che riuscirà ancora a lavorare".

Eppure di scuola se ne dovrebbe parlare anche in relazione ai piccoli Comuni. Un appello di Legambiente, Anci Umbria, Uncem Umbria, Comune di Montegabbione, Provincia di Terni è stato lanciato per salvare le scuole di montagna: con la richiesta dell'istituzione - in sede di Conferenza unificata - di un tavolo che affronti in maniera specifica la situazione e i bisogni dei presidi scolastici montani e delle piccole isole. Avendo la Camera del Deputati approvato un testo per la tutela e la riqualificazione dei centri storici dei comuni sotto i 5.000 abitanti per scongiurare lo spopolamento dei piccoli borghi, Legambiente e gli altri partner dell’iniziativa hanno presentato il 'Documento di Montegabbione' che illustra le criticità delle scuole di montagna e pone l'attenzione sul loro grande valore di presidi socio-culturali.

"L'ultima manovra finanziaria contiene pesanti tagli per l'istruzione e le risorse degli Enti Locali - ha dichiarato Vanessa Pallucchi, responsabile scuola e formazione di Legambiente - che colpiscono proprio tali scuole. Chi li ha formulati dimostra di non conoscere il funzionamento reale della scuola e di non avere a cuore la promozione e conservazione di presidi scolastici di qualità anche nelle aree montane, così strategiche per uno sviluppo sostenibile ed equilibrato del Paese". Sulla base del Censimento Istat 2001, il 52% degli 8.101 Comuni italiani sono montani (tra questi, 655 considerati parzialmente montani e 3.546 totalmente montani).