Sono un  docente di scuola media superiore  e  vorrei far  presente   una  mia  opinione sulla tanto auspicata  riforma  della  scuola  statale ,  che a detta  di  tutti deve diventare  più " marketing oriented " .
Mi sembra chiaro che le ipotesi di riforma del sistema di istruzione ,oltre ad andare  verso una privatizzazione della  gestione delle scuole statali , fanno   pendant  ,per l' attuale governo, con  il  potenziamento e il finanziamento  delle  scuole  private ; ed è  inutile negare che ad  aprire già la strada in  entrambe le direzioni  siano stati proprio  i  vari  governi di  centro  sinistra  degli ultimi anni  con  una sapiente gradualità nei provvedimenti normativi e nelle piattaforme contrattuali dei lavoratori  del settore scolastico .
Quindi a me pare che sulla crescente privatizzazione della scuola si sia  raggiunto  un accordo più o meno tacito e sostanziale , tra tutte le forze politiche , con l'avallo dei sindacati confederali e la benedizione del Vaticano :checchè adesso  l'opposizione e i sindacati  confederali  della scuola bofonchino sulle quisquilie delle ipotesi di riforma , come direbbe Totò.
Vorrei però  invitare  a  fare  un   paragone  con  quello che  è  successo , con l ' ingresso dei privati , ad un  altro  servizio di  pubblico  interesse come  quello televisivo .
La paradossale  situazione  creatasi  si  può  sintetizzare  con  quanto  asserito  da  Pier Silvio Berlusconi  al " Fatto "  di  Enzo  Biagi   di  qualche  giorno  fa , dopo la  pietra scagliata da lady Ciampi sulla scarsa intelligenza , diciamo, della televisione che abitualmente ci propinano .
Il top  manager di Arcore  faceva  dipendere esplicitamente lo  scadimento generale  del  livello  qualitativo  dei  programmi  tv  dal  fatto  che  la  RAI  scendesse  in  furiosa  concorrenza con Mediaset sul  terreno  dei  programmi  più  commerciali  e  di  maggiore  audience ,  invece  di  seguire  una  sua  propria  specializzazione con  contenuti , diciamo ,  più culturali .
Mi  viene allora naturale un paragone con la scuola ,essendomi  fatto un pò un'idea, come operatore scolastico ,di ciò che veramente vuole  in media l' utenza della scuola - terribile parola per indicare studenti e genitori che mette d'accordo C.G.I.L. e  Confindustria .Insomma è ragionevole  associare il carattere di tale utenza  alla teleutenza . E cosi' credo  che tra  qualche  anno avremo  si  raggiunto  le più alte  percentuali  di  diplomati  in   Europa  e  nel  mondo , ma nel  contempo avremo anche  percentuali  crescenti di  analfabeti  di  ritorno . Infatti  non avverto  come possibilità reale che  le  scuole  statali migliorino  la preparazione e l'educazione dei ragazzi  per  fare  concorrenza  a  qualche  benemerita  scuola privata  di  tipo  cattolico ,  che  sono  una  risicata  minoranza  delle  scuole  private  italiane  .Ritengo più probabile  invece che il sistema di formazione pubblico nel suo complesso , per  andare incontro a  quelle che l'utenza  ritiene essere le proprie esigenze  o i propri gusti in tema di formazione , si  trasformi per  assomigliare  e  competere  con  quella grande maggioranza  di  scuole  laiche- imprese ,  il  cui  unico  valore  di mercato , ma  disvalore  per la  società  , è  quello di  regalare , pardon  di  vendere  il " pezzo di  carta " .
Mai sentito  parlare dei  diplomifici ? Ecco , quello è il  futuro della scuola  statale italiana che pavento  .
 
Rinaldi Antonio