Venerdì 19 OTTOBRE
Sciopero  generale  scuola
& manifestazione nazionale a Roma, Ministero Istruzione h. 9.30

Retribuzione europea e uscita dal pubblico impiego

Nella Legge Finanziaria del Governo solo pochi spiccioli.

La Moratti non può fare come De Mauro: riconoscere che lo stipendio dei docenti è basso non basta se non seguono atti concreti.

Grave è poi la posizione del Ministro, anche perchè nell’incontro con i sindacati del 12 Settembre scorso ha ventilato la subordinazione di eventuali aumenti stipendiali ad una concezione aziendalista di tipo cottimista, pretendendo dagli insegnanti un incremento dell’orario di lezione e di presenza.

Né può essere accettata la continuità sostanziale con i precedenti dicasteri nella logica totalmente impropria di valutazioni condotte dall’esterno su un corpo di professionisti: altrettanto offensivo del “concorsone” di Berlinguer è la pretesa di imporre un codice deontologico della funzione docente per decreto ministeriale e comitati di valutazione del “prodotto” gestiti dalle teste d’uovo del centro destra che hanno sostituito le teste d’uovo del centro sinistra.

Per risolvere l’annosa questione di una categoria di professionisti trattati da travet, occorre ben altro!

Innanzitutto riconoscerne ruolo e status, equiparando gli emolumenti a quelli della media europea (rispetto alla quale siamo sotto per più di un milione di lire nette).

Tale operazione non può risolversi nell’ipotesi della separazione contrattuale (che la Moratti ha mutuato dalla Gilda - nuovo sindacato di governo?), perchè questo significa realizzare la presa in giro di un contratto apparentemente specifico che rimane in un ambito impiegatizio, ancora subordinato ai lacci ed alle compatibilità economiche del Pubblico Impiego: il mondo dell’istruzione non ha nulla a che vedere con la privatizzazione del rapporto di lavoro e la riduzione dell’istituzione scuola a mero servizio e deve essere portato in un proprio ambito specifico come già disposto anni or sono per l’Università.

Inoltre la Moratti fornisce continuità alla linea del consociativismo monopolistico dando udienze sindacali a senso unico.

L’Unicobas chiede l’uscita del comparto scuola dal Pubblico Impiego; la creazione di un ordine professionale dei docenti al quale demandare, come è logico, la stesura del codice deontologico dell’insegnamento; la conversione di tutte le risorse a disposizione dell’istruzione (da incrementare sensibilmente) per l’equiparazione alla  media  retributiva  europea  col  prossimo contratto (quello vigente scade il 31.12.2001); la riapertura del dibattito sulla riforma della scuola con il coinvolgimento della categoria e con una vera rottura rispetto al modus demagogico-dirigistico “tradizionale”, il cui dominio ha raggiunto l’apice ai tempi del “disordino dei cicli” di berlingueriana memoria.

Al taglio di 50.000 posti nella scuola elementare e media, ora pensano di sostituire analogo taglio al superiore con la riduzione di un anno.

Occorre che qualcuno ricordi al Ministro di essere preposto all’istruzione pubblica e che la  Moratti cambi radicalmente rotta rispetto alle promesse fatte ai diplomifici privati e confessionali dal pulpito del meeting CL di Rimini.

Infine l’Unicobas condanna recisamente le ipotesi bossiane e di Formigoni su di una regionalizzazione dell’istruzione che, oltre alla vergogna anticostituzionale dei buoni scuola, determinerebbe lo sfascio dei contenuti di integrazione, progresso, istruzione qualificata, nonché la loro sostituzione con localismi e particolarismi sottoposti agli appetiti della palude delle amministrazioni locali e dell’industria, distruggendo nel contempo lo stato giuridico degli operatori scolastici, destinati a perdere l’assunzione su ruoli nazionali.

Inaccettabile anche la figura antipedagogica del “poliziotto di scuola”.

L’Unicobas rivendica una vera soluzione per l’annoso problema del precariato ed è contrario all’appalto delle nomine lasciate aziendalisticamente alla gestione di supposti dirigenti manager ed al tempo stesso denuncia il vergognoso taglio di 18.000 posti dai ruoli amministrativi, tecnici ed ausiliari.

Unicobas scuola

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